Dopo due settimane di pausa per le Nazionali (sempre particolarmente “amata” dai tifosi), ci si rituffa alla grande sul campionato e soprattutto sull’Inter.
Lo scrivevo prima della sosta, all’indomani della vittoria contro il Torino, da domani sera e fino al 20 novembre ci tocca un tour de force niente male. Roma in trasferta, Young Boys-Inter in Champions League, l’attesissima Inter-Juventus, Empoli-Inter, Venezia in casa (probabilmente la partita meno difficile di questo mini-ciclo), Inter-Arsenal in Champions League e infine Inter-Napoli.
Sette partite fondamentali per capire chi siamo, dove vogliamo andare e soprattutto dove possiamo andare. Nelle prossime settimane capiremo meglio se sarà una stagione che ci potrà regalare altre soddisfazioni, se ci sarà da soffrire parecchio (quello sempre, a prescindere), se dovremo dare una bella ridimensionata ai nostri progetti.
Quando c’è una montagna da scalare come si fa? Nel modo più semplice: un passo alla volta. E allora evitiamo di guardare questa “montagna” nel suo complesso e concentriamoci sul primo importante passo, perché chi ben comincia è sempre a metà dell’opera (o perlomeno così mi hanno sempre detto).
Il primo passo è la sempre insidiosa trasferta di Roma, sfida che, a voler esser sinceri, negli ultimi anni ci ha regalato più gioie che dolori. I giallorossi non vincono da 8 anni (2 ottobre 2016, 2-1), complessivamente dal 2021 in avanti, abbiamo vinto sei sfide su otto e le ultime tre trasferte all’Olimpico ci hanno sempre visto trionfatori.
Tutto facile e tutto semplice allora? Giammai !!! Sono proprio queste le sfide da temere di più, da non prendere sottogamba, da affrontare col massimo della grinta e della concentrazione. Non vorrei essere uccello del malaugurio, ma vi ricordo che anche al derby siamo arrivati dopo una serie di risultati positivi e come è finita ce lo ricordiamo benissimo.
Inzaghi recupera finalmente Barella, ma dovrà fare a meno degli acciaccati Zielinski e Asslani. Formazione che, salvo sorprese, dovrebbe essere quella tipo con Sommer in porta, Pavard, Acerbi e Bastoni a formare il muro difensivo, Darmian e Dimarco sulle corsie esterne di centrocampo, il rientrante Barella con Calhanoglu e Mkhitaryan in mezzo al campo e in attacco la Thu-la formata dal capocannoniere della Serie A Markus Thuram e dal nostro capitano e bomber Lautaro Martinez. Gli unici probabili dubbi potrebbe riguardare l’out destro con Bisseck e Dumfries che puntano ad una maglia da titolare.
La Roma è la formazione contro cui abbiamo realizzato più gol (298) e domani sera potremmo diventare la prima squadra a segnare 300 gol contro una singola avversaria nel massimo campionato italiano. Impresa tutt’altro che ardua visto che nelle ultime sette trasferte abbiamo segnato sempre almeno due gol portando a casa 4 vittorie e tre pareggi (tutti e tre per 2-2, consecutivamente tra la stagione 2018-19 e la stagione 2020-21). L’ultima volta che si è giocata ad ottobre coincide alla già citata ultima vittoria romanista, mentre esattamente 16 anni fa, il 19 ottobre 2008 finì con un poker nerazzurro.
Vabbè, come si suol dire, sto dando solo i numeri. Alla fine, come ampiamente scritto più volte, ogni partita fa storia a sé e non possiamo certo attaccarci alle statistiche o alla cabala per sperare di sfangarla domani sera. Domani sera servirà una prestazione da vera Inter, serviranno 90 minuti da grande squadra, servirà entrare in campo determinati e concentrati e rimanerci fino al triplice fischio finale, perché ogni errore, ogni distrazione, ogni calo di concentrazione potrebbe costarci caro, molto caro.
Miei cari virgulti che andate in campo, noi ci aspettiamo molto da voi. Mi raccomando, non deludeteci. FORZA INTER !!!
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
2 commenti:
La Roma attuale è abbastanza "incasinata". Secondo me, fa meno paura degli anni scorsi. Anche se bisogna sempre essere attenti e concentrati.
Faceva meno paura, ma ha fatto comunque paura.
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