Coppa dei Campioni 1976-77. Il Liverpool di Kevin Keegan si laurea per la prima volta campione d'Europa battendo in finale la sorpresa Borussia Monchengladbach. Lo sguardo scorre verso la classifica marcatori, vinta in ex-aequo da due calciatori. Uno è Gerd Muller, e ok. L'altro è un certo Franco Cucinotta, attaccante italiano dello Zurigo.
Cucinotta, Italia, l'associazione è fin troppo semplice. Tutti pensano subito a Maria Grazia, come dargli torto. Le doti e le grazie della Cucinotta sono note in tutto il mondo, mentre in pochi conoscono le abilità calcistiche di questo suo lontano parente, capace di trascinare lo Zurigo sino alle semifinali di Coppa dei Campioni. Un piccolo miracolo, reso possibile grazie ai suoi gol.
Franco Cucinotta nasce in Sicilia, ma la sua intera carriera da calciatore la passerà in Svizzera. Inizia con il Losanna, poi si trasferisce al Sion (18 gol in 39 partite) e successivamente, nella stagione 1976-77, allo Zurigo, con cui vive una stagione a dir poco fantastica in termini realizzativi (fu capocannoniere del torneo con 28 goal). Nello stesso anno giunse con lo Zurigo fino alla semifinale di Coppa dei Campioni, nella quale la squadra fu eliminata con un complessivo 6-1 dai futuri campioni europei del Liverpool. Anche in tale competizione, come detto, si laureò miglior marcatore con 5 gol, a pari merito con il tedesco occidentale Gerd Müller
Quel titolo di capocannoniere in Coppa Campioni rimane ancora oggi un'impresa unica e storica. Cucinotta è infatti l'unico calciatore italiano ad aver vinto la classifica marcatori della Champions League con una squadra straniera. Dopo di lui, nessun'altro ci è più riuscito.
Nel 1978, dopo aver realizzato 43 reti in 66 partite con la maglia dello Zurigo, passò quindi al Chiasso. Dopo una stagione tra i ticinesi (29 presenze e 9 gol) si trasferì nelle file del Servette di Ginevra, dove trascorse due stagioni (17 reti in 58 partite), per poi passare nuovamente dal 1981 al Sion. Terminò la sua carriera nel 1985 dopo aver realizzato 5 gol in 41 presenze.
Eppure Cucinotta, da italiano, non ha mai avuto la possibilità di giocare in Serie A. Le richieste sono arrivate, anche da club importanti come la Fiorentina, ma le regole dell'epoca non permettevano a un giocatore proveniente da una federazione straniera di giocare in un campionato professionistico italiano.
Quando finalmente, nel 1980, l'Italia riapre le frontiere, per Cucinotta il treno Serie A è già passato.
Uno come Cucinotta avrebbe potuto fare la differenza anche in Serie A. Attaccante potente, in stile Chinaglia, venne paragonato anche al suo più celebre conterraneo Pietro Anastasi per caratteristiche e senso del gol. In Svizzera diventa una leggenda, un'istituzione. Poteva anche giocare per la Nazionale, ma disse di no. Lui sognava la maglia azzurra.
A conti fatti, però, Cucinotta rimarrà italiano solo di nascita. Chiusa la carriera di calciatore, allenerà in Africa per tanti anni prima di tornare in Svizzera per lavorare nelle relazioni pubbliche. Ha gestito anche un'azienda di modelle, curando il casting di Miss e Mister Svizzera.
Non avrà avuto la fortuna di giocare in Serie A e indossare la maglia della Nazionale, ma Franco Cucinotta è un italiano a suo modo unico, speciale, che non può e non deve essere dimenticato.
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
3 commenti:
Ricordo di aver letto da qualche parte una sua intervista dove esprimeva tutto il suo disappunto e la sua amarezza per non aver mai giocato in Italia e per l'Italia. Se non sbaglio rifiutò anche la convocazione con la Svizzera.
@Viola. Ricordi bene. La Svizzera era già pronta ad accoglierlo tra le sue fila, ma lui rispose "Grazie, ma mi sento italiano".
Confermo. A lui sarebbe piaciuto giocare con la maglia azzurra, ma a quel tempo gli attaccanti non mancavano. Oggi sarebbe stato subito convocato.
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