Inutile negarlo, sì ci speravamo. Magari non ci credevamo più di tanto, però speravamo fortemente che la Roma fermasse il Milan dando il via ad una nostra mini-fuga. Sebbene non aveva tutti i torti Winnie che nel dopo Inter-Genoa ha scritto “Non facciamoci illusioni per stasera. È improbabile che i rossoneri perdano la terza partita consecutiva.” Ma tutto sommato a noi poteva andare bene anche un pari che ci avrebbe permesso di andare comunque a +6. E invece niente da fare. Il Milan torna da Roma con in saccoccia i tre punti e rimane attaccata all’Inter. Oddio, attaccata per modo di dire, visto che ci sono sempre 4 (quattro!!!) punti che ci separano dai cugini rossoneri.
Più dei 4 punti mi fa stare tranquilla questa Inter. Ci abbiamo messo un po’ per rodare, siamo passati per alcuni passaggi a vuoto, alcuni esperimenti falliti (uno su tutti quello del trequartista), qualche partita interpretata male, qualche disattenzione difensiva di troppo (vi ricordate quando ad inizio stagione avevamo una media di due gol subiti a partita?), poi tutto è cambiato. Conte ha iniziato a mettere insieme i pezzi, abbiamo ritrovato i risultati, la solidità difensiva e una parvenza di squadra decente.
Ma il vero capolavoro è venuto fuori dal mercato di gennaio. Le mancate cessioni di Perisic ed Eriksen (quella del danese in particolare sembrava cosa fatta) che dovevano finanziare il mercato in entrata, hanno costretto Conte a fare di necessità virtù. Ha adattato Eriksen a fare il play basso, ha insistito con Perisic esterno. Sia il danese che il croato si sono messi a disposizione del tecnico, hanno compreso cosa voleva Conte e si sono adattati (a voler essere sinceri Eriksen ha sempre dato grande prova di professionalità, anche quando Conte lo faceva giocare tre minuti a partita).
Il risultato finale è sotto i nostri occhi. Un allenatore che ha dato un senso al lauto stipendio che ogni fine mese porta a casa, una difesa che sembra il bunker della Banca d’Italia (ah, se penso che questa estate volevamo cedere Skriniar e attualmente lo slovacco è un punto fermo, anzi fermissimo della nostra retroguardia…), due esterni che creano pericoli e sono sempre tra i migliori in campo, un centrocampo che può contare su qualità e quantità come pochi possono vantare sicuramente in Italia e probabilmente in Europa, una coppia di attaccanti che segna, si intende a meraviglia e che porta in dote una valanga di reti (a livello europeo solo il Bayern Monaco può contare su due bomber più prolifici), gente come Vidal e Gagliardini che finalmente ricoprono il ruolo più adatto per loro ovvero i panchinari.
In questo momento siamo una macchina da guerra perfetta e infallibile. E non a caso guardiamo tutti dall’alto in basso. Dopo 11 anni. Meritatamente. La stagione è lunga, ci sono ancora 14 partite da giocare, 42 punti a disposizione, mille variabili che possono cambiare il nostro destino o quello delle nostre dirette concorrenti. Tutto può succedere e non è detto che a maggio saremo noi a cucirci il tricolore sulla maglia.
Ma, come scrissi anche una settimana fa “per il momento siamo primi, saldamente primi e, sì, possiamo dirlo, anzi possiamo cantarlo, o meglio possiamo urlarlo a squarciagola: Siamo noi, siamo noi, la capolista siamo noi. E voi che ci guardate dal basso verso l’alto siate gentili: Salutate la capolista, please.” FORZA INTER !!!
4 commenti:
Negli scontri diretti con le prime della classe siamo quelli che hanno raccolto più punti. Importante segnale di crescita mentale. Abbiamo fatto un notevole passo in avanti.
Scrivi bene Entius. Ormai siamo una perfetta macchina da guerra.
Un punto in meno dello scorso campionato.
Juve meno 11 rispetto allo scorso campionato e Lazio meno 16.
Unico impegno il campionato.
Pochi infortuni (questo è un merito )
Non proprio una perfetta macchina da guerra.
@Pippo. Nelle ultime giornate lo siamo. Il confronto con lo scorso anno è anche frutto di una prima parte di stagione non brillante.
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