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lunedì 14 dicembre 2020

LA VETTA SI AVVICINA, MA LA STRADA È ANCORA LUNGA

Alla fine grazie al Parma questo weekend si è rivelato più positivo di quanto potessimo immaginare. I ducali infatti dopo essere venuti a San Siro e aver rischiato, nella sfida contro l’Inter, di portare a casa i tre punti, hanno, per par condicio, fatto la stessa cosa ieri sera con il Milan, sempre a San Siro. I rossoneri sono riusciti a centrare il pareggio solo al 91esimo. Il che vuol dire che la distanza tra noi e loro si è accorciata. A separarci ci sono solo 3 punti (come faceva notare qualcuno, di fatto sono i tre punti del derby perso ad ottobre).
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Tre punti. Come quelli conquistati ieri pomeriggio (anche se era ora di pranzo…) in quel di Cagliari. È parere comune che la svolta si è avuta nel finale di gara col passaggio alla difesa a 4, la sostituzione di Eriksen e uno schieramento decisamente più offensivo. Ma, quello che in pochi sottolineano, è che comunque anche prima non avevamo giocato male. Anzi tutt’altro. Parliamoci chiaro, se Cragno non si fosse trasformato in Superman l’avremmo sbloccata tranquillamente anche prima, con la difesa a tre ed Eriksen. E allo stesso modo se Barella non avesse azzeccato quel tiro al volo dalla distanza e soprattutto se D’Ambrosio non fosse stato al posto giusto nel momento giusto (cosa che peraltro gli riesce spesso…), ora saremmo qui a commentare ben altro risultato e ben altra classifica. Senza considerare che D’Ambrosio era appena entrato al posto di Hakimi infortunato (per fortuna niente di grave) e se l’esterno marocchino non si fosse fatto male alla caviglia, D’Ambrosio non sarebbe entrato e quindi non sarebbe stato sul secondo palo, pronto a sfruttare al meglio il cross al bacio di Barella. Che piaccia o no, nel calcio qualche volta ci vuole anche un pizzico di fortuna. Quello che è mancato mercoledì sera in Champions League contro lo Shakthar e che è mancato anche ieri per 60-70 minuti e che invece abbiamo avuto nel finale di gara. Ma la fortuna aiuta gli audaci. E nessuno può negare che ieri, al contrario di mercoledì sera, abbiamo “sollecitato” la Dea Bendata. 
Se in Europa siamo ancora un passo (forse due, faccio tre) indietro rispetto alle altre, in Italia sono convinto che possiamo tranquillamente giocarcela alla pari fino alla fine con tutte. E a primavera, quando riprenderanno le coppe europee, noi avremo un impegno a settimana, mentre le nostre avversarie giocheranno anche infrasettimanalmente e questo potrà fare la differenza. Oddio, sono considerazioni che lasciano il tempo che trovano. Se per ipotesi la Stella Rossa elimina il Milan oppure il Granada butta fuori il Napoli, o magari il Porto supera la Juventus, ci ritroveremmo alla pari (di fatto loro avrebbero giocato solo due gare più di noi, una sciocchezza). Che poi chi l’ha detto che meno si gioca, meglio è? L’Inter del Triplete nei 2-3 mesi finali ebbe un tour de force incredibile, giocò applicando pochissimo turnover e alla fine portò a casa tutto quello che c’era da portare a casa. 
 Quindi non culliamoci più di tanto su questa cosa e concentriamoci sul nostro campionato, cercando di portare a casa più punti possibili ed evitando passi falsi come quelli che abbiamo avuto ad inizio stagione. Fra due giorni arriva il Napoli a San Siro. Come scrivevo ieri “Cosa c’è di meglio per misurare le nostre ambizioni?” e, aggiungerei, cosa c’è di meglio per mandare un bel segnale forte alla concorrenza? FORZA INTER !!!
   
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3 commenti:

Nerazzurro ha detto...

L'importante era portare a casa i tre punti. E ci siamo riusciti. La prestazione è stata soddisfacente e, come già fatto notare, la sfortuna è stata trovare un Cragno in giornata di grazia.

Michele ha detto...

Per il momento ci guardate da sotto a sopra, poi ne riparliamo.

Brother ha detto...

La differenza sono i tre punti nel derby. Sono d’accordo. Ma possiamo colmare il gap al ritorno, sperando di non fare altre cazzate nel frattempo.