È un 2020 stregato che si sta portando via tanti personaggi famosi che hanno segnato la nostra vita. L’ultimo in ordine di tempo è Paolo Rossi, l’eroe del Mondiale ’82, morto questa notte all’età di 64 anni per un male incurabile.
Appena due settimane fa piangevamo la scomparsa di Diego Armando Maradona, simbolo dell’Argentina che trascinò l’Albiceleste al trionfo nel Mondiale 1986, e ora ci ritroviamo a piangere Paolo “Pablito” Rossi” eroe indimenticabile quattro anni prima, nel Mondiale spagnolo quando con i suoi gol trascinò al trionfo la Nazionale italiana guidata da Enzo Bearzot al trionfo spagnolo, regalando al Paese la sua terza Coppa del Mondo. Tre gol al Brasile, nell'indimenticabile 3-2 allo Stadio di Sarriá di Barcellona il 5 luglio 1982, poi la doppietta in semifinale alla Polonia e infine il gol che aprì le marcature nel 3-1 rifilato alla Germania Ovest in finale. Era nato il mito di Paolo Rossi.
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Nato a Prato il 23 settembre del 1956. Dopo un inizio di carriera non memorabile al Como, passò al Vicenza dove, su intuizione di G.B. Fabbri, da ala destra diventò attaccante. Fu la svolta della sua carriera. Trascinò i veneti alla promozione e l’anno dopo ad un incredibile secondo posto. Poi qualcosa si inceppò, il Vicenza l’anno successivo retrocedette e Pablito fu ceduto al Perugia. Qui si scrisse il momento più buio della sua carriera. Fu coinvolto nello scandalo del calcioscommesse e fu squalificato per due anni.
Rientrò giusto in tempo per prendere parte ai Mondiali di Spagna ’82 (nel frattempo il Perugia l’aveva ceduto alla Juventus). E per regalare all’Italia intera una estate indimenticabile. Fu assoluto protagonista del trionfo Mundial e a suon di gol rubò la scena a campioni ben più quotati (Maradona, Zico, Rummenigge, giusto per citarne alcuni). Fu capocannoniere del Mondiale e nello stesso anno vinse poi il Pallone d'Oro.
Insieme a Baggio e Vieri ha il record italiano di marcature nei Mondiali a quota 9 gol, ed è stato il primo giocatore (eguagliato dal solo Ronaldo il Fenomeno) ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere al Mondiale e il Pallone d'oro.
Giocò nella Juventus fino al 1985 (con cui vinse due scudetti, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Uefa e una Coppa dei Campioni), prima delle ultime due stagioni con le maglie di Milan e Verona.
Conclusa la carriera di calciatore è stato a lungo opinionista per Mediaset, Sky e Rai. Lascia la moglie, Federica, e tre figli: Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro.
Per ovvie ragioni anagrafiche non ho ricordi di Paolo Rossi calciatore, ma attraverso i mille racconti ascoltati e le mille immagini viste è come se l’avessi vissuto anche io. Ebbe una discreta carriera (anche se probabilmente il meglio lo diede nei primi due anni di Vicenza), ma il ricordo di un intero popolo e di un’intera generazione è legata a quella estate del 1982, quando il “Pablito nazionale” fece sognare un popolo intero eliminando una dietro l’altra l’Argentina di Maradona, il Brasile di Zico e la Germania di Rummenigge.
Nonostante fosse stato un campione, era rimasto una persona umile e semplice. “Era l'anno dei Mondiali quelli dell'86, Paolo Rossi era un ragazzo come noi". Cantava in una celebre canzone Antonello Venditti. Ecco, il segreto di Paolo Rossi era questo: sembrare un ragazzo come noi. L’amico del palazzo di fronte, non il campione che in una calda estate di inizio anni 80 ci trascinò alla vittoria del Mondiale. Addio Pablito, eroe indimenticabile di una estate Mundial che mai dimenticheremo.
6 commenti:
Oggi una parte di me muore con questo giocatore atipico. Nn una carriera stratosferica ma un uomo grandissimo, una persona mite che dopo aver appeso le scarpe al chiodo ha continuato ad essere un antidivo.
Lo ricorderò x sempre x le emozioni che mi ha saputo regalare durante quel mondiale. Ero piccolo ma nn abbastanza da nn riuscire a ricordare l'escalation di quelle partite.
Grazie Pablito x quello che sei stato e per quello che hai rappresentato nel mondo. Nessun giocatore italiano oggi è ricordato come lo sarai sempre tu da Argentini e Brasiliani.
Appartieni a quella generazione di calciatori che nn erano di Juve, Inter o Milan quando indossavano la maglia italiana. Tu rappresentavi il ns.paese così come dovrebbe essere sempre senza rancore ne odio verso la casacca del club di appartenenza.
R.I.P. Pablito e grazie, grazie davvero di tutto
Io rimango del parere che sia semplicemente un Salvatore Schillaci che ce l'ha fatta. Attaccante mediocre che si ritrovò in quei Mondiali solo perché indossava la maglia giusta e perché Bearzot era fissato con lui. Ebbe la fortuna di indovinare la settimana della vita al momento giusto, tutto qui.
In quegli anni (e in particolare in quella stagione) in Italia c'era un signor attaccante come Roberto Pruzzo. Senza Paolo Rossi sarebbe stato Pruzzo (o Altobelli o magari Graziani) a trascinarci al trionfo.
Il vero mediocre sei tu e le tue parole assurde.
Non sono necessariamente le persone baciate dal talento a lasciare un segno in qst mondo.
Con la sua mediocrità come tu la definisci, è riuscito a farsi amare da una generazione intera, a lasciare un segno indelebile che niente e nessuno potrà scalfire. Pruzzo era più forte di lui? Mi dispiace x Pruzzo ma nn mi sembra che abbia poi fatto qualcosa di straordinario per far ricredere chi nn ha creduto in lui.
Quanti atleti senza talento hanno saputo rendere straordinarie le proprie carriere trasmettendo emozioni. Tenacia, costanza. sacrificio x raggiungere quei risultati che un fenomeno ottiene senza tanti sacrifici.
Nella vita devi sapere anche cogliere le occasioni....lui ci è riuscito, tanti altri no. Resta e resterà per sempre nella storia dell'Italia pallonara, fattene una ragione
@Ciaskito. Una pessima caduta di stile. Tra l'altro per dire stronzate...
Orgoglio italiano in tutto il mondo. Non lo dimenticheremo mai. Così come non dimenticheremo mai le emozioni che ci regalò in quelle serate del 1982.
Dei bastardi-figli-di-buonadonna sono andati a rubare in casa sua durante il suo funerale. Non poteva esserci gesto più insensibile e inumano. Spero che li prendano presto. E ricevano la giusta punizione.
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