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martedì 21 aprile 2020

RIPARTIRE: LA LEGA È D’ACCORDO, MA IL GOVERNO FRENA

Il Consiglio di Lega Serie A ha confermato all'unanimità l'intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza. E' quanto si legge in una nota. "La ripresa dell'attività sportiva, nella cosiddetta Fase 2, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori”.
Da sottolineare che non tutti i club sono però d’accordo. Alcune società (Parma, Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, Bologna e Fiorentina, anche se il Parma e la Fiorentina hanno smentito la cosa dicendosi disponibili a ripartire) hanno posto dei quesiti alla Federazione lasciando intendere la loro contrarietà alla ripresa del campionato.

Può la Federazione produrre “effetti modificativi” sulle scadenze del 30 giugno prossimo? E può intervenire sui contratti dei calciatori in prestito o con diritto/obbligo di riscatto? Quali effetti giuridici potrebbero subire calciatori e club in caso di ripresa del campionato e successiva interruzione per conseguenze derivanti da contagio Covid 19? Queste le domande poste dai “dissidenti”.
Per quanto riguarda i calciatori, l'Aic ribadisce "La volontà dei calciatori e delle calciatrici è, e sarà sempre, quella di tornare al più presto in campo con le più ampie garanzie di sicurezza per tutti gli addetti ai lavori. Un aspetto, molto sentito dall'intero Consiglio, riguarda l'attuale contesto del Paese che, seppur con intensità diversa da regione a regione, è ancora in una fase emergenziale. La volontà di tutti gli atleti e le atlete è di poter tornare a svolgere il proprio lavoro così come tante altre categorie professionali, senza apparire privilegiati o usufruire di corsie preferenziali sui controlli medico sanitari". Il riferimento, nella nota Aic, è alle polemiche per l'alto numero di tamponi che sarebbero necessari secondo il protocollo.
Per il sindacato calciatori, "l'esigenza e la volontà di tornare ad allenarsi e poter ricominciare a svolgere il proprio lavoro in sicurezza rischia di dover superare lo scoglio strutturale di buona parte delle realtà professionistiche. L'auspicio è di poter avere il più alto numero di società in grado di ripartire, qualora le condizioni generali del Paese lo permettano".
Prudenza arriva invece dal Governo con il ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora che continua a tenere il freno tirato sulla vicenda "Al momento non do per certa né la ripresa degli allenamenti il 4 maggio né del campionato. L'eventuale ripresa degli allenamenti non deve dare l'illusione alle società che questo voglia dire riprendere il campionato".
Insomma con il passare dei giorni cresce la volontà di tornare a giocare (del resto se l’operaio può tornare in fabbrica, perché il calciatore non deve tornare a fare il suo lavoro?), ma al momento le idee sulla ripartenza sono tutt’altro che chiare.

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4 commenti:

Lady Marianne ha detto...

Se otto club sono contrari, non mi pare che la Lega sia così d’accordo nel ripartire…

Anonimo ha detto...

Ma sto ministro da dove è uscito? Il solito imbarazzante incompetente partorito dalla politica italiana. Ma ha una mezza idea di cosa rappresenti il calcio in Italia? Qualcuno gli ha spiegato dell'indotto che muove? E' a conoscenza del fatto che il calcio è una delle industrie economiche più importanti nel nostro paese? Se sa tutto questo perché continua a rompere i coglioni?

Ciaskito ha detto...

Sono d’accordo con Anonimo nella sostanza (un po’ meno nella forma, ma pazienza). Il calcio deve ripartire al più presto. Per il bene del paese.

Michele ha detto...

Ok ripartire, ma solo se ci sono le condizioni. Un po’ come stiamo facendo in tutti i settori.