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sabato 18 aprile 2020

CARO CALCIO, QUANTO MI MANCHI...

Oggi, o meglio questo weekend si sarebbe dovuto giocare il 32esimo turno di campionato. Il big match sarebbe stato Napoli-Milan, la Juventus avrebbe ospitato l’insidiosa Atalanta (chissà se entrambe ancora in corsa per la Champions League…), la Lazio avrebbe ricevuto il Sassuolo, mentre l’Inter avrebbe ospitato il Torino. Genoa-Spal e Udinese-Sampdoria probabilmente sarebbero stati degli scontri salvezza, ci sarebbe stato il derby emiliano Parma-Bologna. A chiudere il quadro di giornata Fiorentina-Verona, Cagliari-Lecce e Brescia-Roma.
Chissà se il Liverpool sarebbe stato già campione d’Inghilterra dopo 30 anni e se il Benevento avrebbe già conquistato matematicamente la meritata promozione in Serie A. E poi chissà a che punto sarebbe il duello Barcellona-Real Madrid in Spagna e chissà in Bundesliga come sarebbe la situazione.
Sarebbe… Avrebbe… Chissà se… La realtà invece ci racconta di un mese e mezzo (per l’esattezza 41 giorni dal 8 marzo, ultima domenica in cui si è giocato) in cui il calcio giocato è letteralmente sparito dalla nostra vita. Ci trasciniamo stancamente avanti a colpi di repliche di vecchie partite (a volte piacevoli, a volte entusiasmanti quanto una riunione di condominio) e di molta molta teoria. Teoria su quando e come si riprenderà (sempre ammesso che si riprenderà) ed eventuali colpi di mercato (“il calciomercato ci ha talmente rincoglioniti che riusciamo a discutere di acquisti e cessioni "a un passo" senza nemmeno sapere quando lo faranno, il mercato”, scriveva su Twitter ieri Fabrizio Biasin).
E tra un impasto qualsiasi (ormai impastiamo di tutto, pizza, pane, biscotti, torte: l’importante è impastare) e un tentativo più o meno riuscito di darci al giardinaggio stiamo imparando a fare a meno del calcio, a non pensarci, a vederlo come un qualcosa di lontano e distante da noi.
Poi però arriva il weekend. “Non devo dimenticarmi di fare la formazione del Fantacalcio”, “Quando gioca l’Inter?” “Ma che partita fanno vedere della Premier League?” “Mi è arrivata una notifica sul cellulare, ha segnato qualcuno”. Puoi far finta quando vuoi che è tutto a posto, ma all’ennesimo weekend senza calcio (questo è il sesto se non ho fatto male i calcoli) si inizia ad andare un po’ in crisi d’astinenza, a sentire la mancanza di quelle sane (o insane, a seconda dei punti di vista) abitudini che avevi e a cui non riuscivi a fare a meno. O perlomeno credevi di non riuscire a fare a meno, perché poi una pandemia ti dimostra che nulla è indispensabile ed insostituibile.
Ok, forse riusciamo a fare a meno del calcio, ma perché privarci di un piacere che ci accompagna da quando eravamo ragazzini. Perché rinunciare a 90 minuti di imprecazioni, esultanze, incazzature, urla, gioie e tutto il resto? Sono d’accordo, tutto questo è stupido e banale. Ma cosa c’è di male nell’amare queste stupidaggini e banalità? Basta, altrimenti finisco nel retorico-patetico.
Ho fatto tutte queste parole, ma in realtà ne bastavano quattro, anzi cinque: mi manca tantissimo il calcio giocato (ops, sono sei parole…). E a voi non manca?

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5 commenti:

Matrix ha detto...

Eh già, dopo un mese e mezzo senza Inter iniziamo ad essere in piena crisi d'astinenza. E il guaio è che non sappiamo quanto ancora durerà questa agonia. Durante la pausa estiva abbiamo almeno una data certa, ora invece è una pausa infinita.
Speriamo bene….

Pakos ha detto...

Temo dovremo farci l'abitudine. Almeno fino a fine maggio sarà così.

Nicola ha detto...

Sì, anche per me è la stessa cosa. Anche a me manca tantissimo il calcio giocato...

Simone ha detto...

Premesso che (come abbiamo più volte ribadito in queste settimane) ci sono in questo momento cose più importanti del calcio, non v'è dubbio che i vari rituali calcistici, dalla formazione del Fantacalcio all'organizzazione del weekend in base al programma delle partite, ci manchino un po'.
E credo che sia anche abbastanza normale.

Rudy ha detto...

Come direbbero a Napoli "adda passà a nuttata". Torneremo a seguire il calcio, a gioire, a festeggiare, ad incazzarci.