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martedì 28 aprile 2020

BUON COMPLEANNO UOMO RAGNO !!!

L’Uomo Ragno compie 60 anni. No, non stiamo parlando del famoso supereroe Spiderman, ma dell’Uomo Ragno nerazzurro: Walter Zenga.
Nato nella periferia di Milano il 28 aprile 1960, Zenga comincia a giocare a calcio all’oratorio a sette anni. A 10 anni è già tra i Pulcini dell’Inter grazie a Italo Galbiati, il suo primo allenatore.
A 18 anni, Zenga viene ceduto in prestito alla Salernitana, che milita in Serie C1. Dopo le esperienze con il Savona (in Serie C2) e con la Sambenedettese (nella quale contribuì alla promozione in Serie B), ritorna all’Inter nella stagione 1982-1983. Diventa secondo di Ivano Bordon.
L’anno successivo Bordon sceglie di andare alla Sampdoria e il direttore sportivo Giancarlo Beltrami, con l’avallo del consigliere delegato Sandro Mazzola, decide di promuoverlo a titolare della prima squadra. Nel 1983-84 disputa tutte e 30 le partite di campionato, 6 in Coppa Italia e 5 in Coppa Uefa.
L’annata 1986-87 consacra definitivamente Zenga, visto che l’Inter subisce solo 17 reti (migliore difesa del campionato) ma questo non basta per vincere lo scudetto, che è appannaggio del Napoli davanti alla Juventus; Per i nerazzurri solo un terzo posto. Si arriva così alla stagione dei record 1988-89: è scudetto grazie al migliore attacco del campionato con 67 reti, alla migliore difesa con 19 gol subiti e al record di punti: 58 su 68 disponibili. Primato imbattibile nell’era dei due punti.
Un anno dopo Zenga è titolare ai Mondiali di Italia ’90: rimane imbattuto per 517 minuti consecutivi, ma contro l’Argentina subisce da Caniggia proprio l’unico gol che non avrebbe mai dovuto (e voluto) prendere, finendo per costare una finale mondiale all’Italia. Sono gli anni in cui, per tre volte di fila, viene eletto portiere dell’anno dall’IFFHS (Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio), nonché quelli in cui gli viene attribuito il soprannome di Uomo Ragno. Dopo il “Deltaplano” coniato da Gianni Brera, quell’appellativo resta tuttora indelebile.
Nel frattempo con l’Inter si toglie soddisfazioni anche in campo internazionale, con la conquista di due Coppe Uefa nel ’91 e nel ’94. Dopo il secondo trionfo europeo lascia i nerazzurri nello scambio con la Sampdoria per Gianluca Pagliuca. A Genova due stagioni difficili; si svincola e passa al Padova in Serie B per poi finire la propria carriera da calciatore ai New England Revolution, negli Stati Uniti, nel 1998.
La sua esperienza come allenatore inizia in Romania per passare poi in Serbia, Turchia, Emirati Arabi; a metà degli anni 2000 infila uno dietro l’altro un titolo nazionale con la Stella Rossa e uno con la Steaua Bucarest. Poi, la prima esperienza italiana al Catania tra il 2008 e il 2009, con due salvezze consecutive e il record di punti. Meno fortunata quella a Palermo (esonerato da Zamparini dopo tre mesi), prima di volare in Medio Oriente (Al-Nassr, Al-Nasr e Al-Jazira) e di diventare allenatore della Sampdoria all’inizio della stagione 2015-2016. Dopo solo 12 gare viene esonerato e decide quindi di ripartire dagli Emirati Arabi (l’Al-Shaab), per poi arrivare a guidare brevemente il Wolverhampton. Crotone e Venezia anticipano la fresca esperienza a Cagliari, iniziata a marzo scorso senza avere ancora disputato una partita. In attesa del debutto ufficiale (Coronavirus e governo italiano permettendo)… Buon Compleanno Walter “Uomo Ragno” Zenga.

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6 commenti:

Nerazzurro ha detto...

Mitico Walterone!!! Gli auguro che possa un giorno realizzare il suo sogno di allenare l'Inter.

Matrix ha detto...

Auguroni al grande Uomo Ragno. Il primo portiere di cui mi sono innamorato. Poi sono arrivati gli altri (Julio Cesar in primis), ma il primo amore non si scorda mai… :-)

Winnie ha detto...

Tanti auguri al mio portierone nerazzurro preferito.

Entius ha detto...

@Nerazzurro. Temo che il treno sia già passato. Ci sono state in passato alcune occasioni in cui Zenga è stato vicino alla panchina nerazzurra, ma poi la cosa non si è concretizzata e credo che difficilmente si concretizzerà in futuro.

Pakos ha detto...

Ah, quella uscita contro l'Argentina...
Un solo grande errore nella sua carriera, ma di quelli belli pesanti che ti trascini dietro per tutta la vita e ti marchiano per sempre.
Per il resto nulla da dire: grande portiere.

Nicola ha detto...

@Pakos. Non è da un singolo errore che si giudica un campione.