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lunedì 4 novembre 2019

IL RAZZISMO NON SI COMBATTE CON L'IGNORANZA (Balotelli e l'atteggiamento "veronese")

"Non ho paura di dirlo. Oggi non c'era niente, nessun buu razzista. Tanti fischi e tanti sfottò contro un grande giocatore, ma oggi non c'era proprio niente di razzista." (Ivan Juric, allenatore del Verona)

"Confermo che noi non abbiamo percepito nulla. Sono arrivato a Verona 8 anni fa e ho subito potuto vedere come i tifosi veronesi siano sì ironici, ma assolutamente non razzisti, come è accaduto 6 anni fa al nostro debutto contro il Milan proprio di Balotelli.". (Maurizio Setti, presidente del Verona)

"Balotelli è italiano perché ha la cittadinanza italiana, ma non potrà mai essere del tutto italiano. Ce l'abbiamo anche noi un negro in squadra, che ha segnato ieri, e tutta Verona gli ha battuto le mani". (Luca Castellini, capo ultras del Verona).
Come potete solo pensare che i tifosi del Verona siano razzisti? Quelli di ieri pomeriggio erano solo degli innocui e semplici sfottò verso un tifoso avversario, non c’era nessuna volontà di offendere la pelle scura del giocatore avversario che, tra l’altro, non è nemmeno italiano. Questo il riassunto delle illuminanti dichiarazioni di tre importanti rappresentanti del Verona Calcio. Cori razzisti? No, erano solo cori di scherno verso un negro che non è del tutto italiano.
Mi vergogno. Mi vergogno tanto per loro. Passi il capo ultras, la cui affermazione la dice tutta sul suo livello intellettivo e culturale (qualcuno lo informi che uno nato a Palermo è a tutti gli effetti italiano, magari terrone, ma pur sempre italiano), ma che un presidente e un allenatore arrivino a negare l’evidenza fa capire (anche se l’avevamo già capito da tempo) a che livello siamo in Italia come cultura sportiva.
Non è negando l’evidenza o minimizzando l’accaduto (cosa che viene fatta un po’ troppo spesso) che si affronta un problema e si cerca di risolverlo. Non è facendo finta di non aver sentito che si riesce ad arginare questo schifo. Ieri è successo a Verona con Balotelli, a settembre era successo a Cagliari con Lukaku, più in generale succede quasi ogni domenica (mi perdonerete se in questo momento non mi vengono in mente altri esempi). E le società cosa fanno? E i famosi ispettori federali? E il giudice sportivo? L’anno scorso fu giustamente punita la curva dell’Inter per i cori contro Koulibaly. Perfetto, ma poi? Tutti gli altri perché l’hanno fatta franca? Punirne uno per fregarsene altamente di altri cento. Questa probabilmente è la politica attuata dal giudice sportivo.
E con queste premesse chi vieta a me tifoso di offendere il negro di turno dagli spalti dello stadio? E chi sono io allenatore o io presidente per accusare i miei tifosi e non difenderli a spada tratta?
Mi meraviglio come mai nessuno abbia cacciato fuori il solito refrain del “Balotelli provocatore”, probabilmente si sono accorti che ormai è troppo inflazionato e non regge più come scusa. Ok, Balotelli col suo atteggiamento non si accattiva certo le simpatie dei supporter avversari, ma rimane il fatto che questo non è un buon motivo per offenderlo da inizio a fine partita (e mi riferisco anche ai tifosi dell’Inter che martedì scorso gli hanno “dedicato” cori per tutti i 90 minuti).
Più in generale, si dovrebbe andare allo stadio per sostenere la propria squadra, tutt’al più per prendere in giro gli avversari, ma assolutamente non per sfogare la propria frustrazione offendendo gli avversari. Lo dovrebbero capire i tifosi, ma soprattutto lo dovrebbero capire società, presidenti, dirigenti, allenatori, ispettori federali, giudice sportivo e compagnia bella. Spetta, o meglio spetterebbe, a loro dare le direttive giuste affinché lo stadio non diventi teatro di gesti antisportivi che col calcio non hanno culla a che vedere. Ma quando lo capiranno? Sempre ammesso che lo capiranno…

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4 commenti:

Mattia ha detto...

Tanto si fanno chiacchiere, ci si indigna, ma alla fine non cambia mai nulla.

Lady Marianne ha detto...

Quello che mi inorridisce (è mi fa pure incazzare) è l'atteggiamento di Juric e Setti.
Che poi in fondo è l'atteggiamento di tutti i presidenti e tutti gli allenatori.

Simone ha detto...

Il problema è che i primi a sminuire e far finta di non vedere sono proprio quelli che dovrebbero dare l'esempio (dirigenti e società) e punire chi sbaglia (giudice sportivo e ispettori federali).

Pakos ha detto...

Questa cosa del razzismo, fatte le dovute proporzioni, mi ricorda un po’ la questione della mafia in Sicilia 40-50 anni fa quando tutti ne negavano l'esistenza. Concordo con le vostre parole: non è così che si affronta e si risolve un problema.