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martedì 22 gennaio 2019

DE LAURENTIIS "MA IL FROSINONE COSA CI FA IN SERIE A?"

Aurelio De Laurentiis non usa giri di parole, in un lungo ritratto pubblicato dal New York Times. Il patron del Napoli mette nel mirino tutto il sistema italiano e non solo. In particolare punta il dito proprio contro club come il Frosinone, che secondo il presidente del Napoli non attirano fan, né interessi, né emittenti nel campionato. Arrivano, non cercano di competere e tornano indietro con le casse piene di quella che De Laurentiis vede come una quota ingiustificata delle entrate da diritti tv.
Finisci primo, prendi 100 milioni di euro, per esempio, da secondo guadagni 50 milioni e così via. Ma se finisci ultimo, paghi una multa. Il problema è che i piccoli team hanno gli stessi diritti dei più grandi. Perché il Frosinone dovrebbe avere una stagione in serie A, avere una fetta della pagnotta e quindi venire retrocesso? Se non possono competere, se finiscono per ultimi, dovrebbero pagare una multa. Non dovrebbero ricevere denaro per il proprio fallimento”, le parole del presidente del Napoli.

De Laurentiis attacca anche il sistema di promozioni e retrocessioni “Sono la più grande idiozia nel calcio. Soprattutto quando anche la UEFA ha cercato di costringere i club a rispettare le regole del fair play finanziario. I club dovrebbero essere strutturati geograficamente, in modo che possano essere tutti autosufficienti. Se non possono sopravvivere finanziariamente, se non possono essere autosufficienti, dovrebbero essere espulsi”.
La replica di Maurizio Stirpe, patron del Frosinone, non si fa attendere: "Mi sembrano dichiarazioni di una persona che ha la sindrome di Napoleone. Nella vita serve rispetto e io non ne vedo. Lo sport deve insegnare il rispetto per gli avversari. Queste dichiarazioni si commentano da sole e le rispedisco al mittente. Arrivano parole da parte di persone che non hanno vinto niente e mi sembra anche velleitario. Abbiamo il progetto di crescere in modo sano e attraverso i nostri mezzi. Noi mettiamo i soldi nel calcio e non li prendiamo, siamo stati capaci di realizzare uno stadio mentre altri che hanno risorse ben più importanti delle nostre non hanno regalato alla città un’infrastruttura del genere. Le uniche modifiche che il calcio italiano deve fare sono quelle che devono prendere come punto di riferimento il calcio inglese, tedesco o francese. Non come capita in Italia dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri".
Credo che nella sostanza De Laurentiis non abbia tutti i torti. È ormai parere comune che una Serie A a 20 squadre sia esagerata. Si vedono nella massima serie squadre oggettivamente impresentabili e la conseguenza è un campionato notevolmente spaccato dove alcune squadre latitano per conto loro sul fondo della classifica e altre che già a metà campionato sono virtualmente salvo (con un campionato competitivo in cui c’è lotta aperta fino alla fine una società come il Genoa, che a dicembre è già a distanza di sicurezza, non potrebbe prendersi il lusso ogni anno di smantellare la squadra a gennaio). Se poi formazioni come il Frosinone hanno la forza per arrivare in Serie A e competere con le altre, che ben vengano. Saranno sempre ben accette.

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6 commenti:

Pakos ha detto...

De Laurentiis ha perso un'ottima occasione per stare zitto. Il suo intervento è assolutamente fuori luogo. Tra l'altro il suo non era nemmeno un attacco al formato a 20 squadre, ma proprio a determinate formazioni come il Frosinone.

Mattia ha detto...

Io invece credo che non abbia tutti i torti. Il Frosinone quest'anno, piuttosto che il Benevento lo scorso anno sono di una scarsezza imbarazzante. Una squadra che approda in Serie A deve avere quanto meno la forza di poter lottare per salvarsi (come fecero Carpi e Frosinone qualche anno fa), indipendnetemente se poi centrano o meno l'obiettivo. Ma vedere squadre che fanno campionato a sé è imbarazzante.

Simone ha detto...

Analizziamo la lotta salvezza degli ultimi anni. Quest'anno Chievo e Frosinone sono già condannate alla retrocessione, l'anno scorso il Benevento occupò stabilmente l'ultimo posto, due anni fa per fortuna ci pensò il Crotone a ravvivare una lotta salvezza che a metà campionato era già chiusa. Non sono contro le piccole realtà, anzi mi fa piacere vederle nella massima serie, ma lo spettacolo e l'incertezza ne risentono molto.

Stefano ha detto...

Sono d'accordo con voi. Ma forse il problema è anche che le piccole rimangono tali perché non le viene data la possibilità di crescere e competere con le big.
Quando Stirpe dice che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri non ha tutti i torti.

Gaetano73 ha detto...

Uscita infelice nn cos'altro che fa il nome di una squadra ben precisa.
Resta il fatto, come da me scritto qualche tempo fa, che un campionato a 20 squadre nn ha senso alla luce dell'enorme divario tra grandi e piccole.
Ridurre anche solo a 18 squadre significherebbe renderlo più competitivo, per nn parlare di 4 partite in meno in calendario, con minore probabilità di infortuni e giocatori più freschi x le competizioni europee

Gaetano73 ha detto...

*Cos'altro=foss'altro