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lunedì 13 novembre 2017

CRONACA DI UN DRAMMA ANNUNCIATO: SIAMO FUORI DAL MONDIALE

Qualificazioni Mondiali Russia 2018 – Ritorno Playoff
ITALIA-SVEZIA 0-0

ITALIA (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva (dal 31’ s.t. Bernardeschi), Parolo, Jorginho, Florenzi, Darmian (dal 19’ s.t. El Shaarawy); Immobile, Gabbiadini (dal 19’ s.t. Belotti). (Donnarumma, Perin, Astori, Rugani, Zappacosta, De Rossi, Gagliardini, Eder, Insigne). C.t.: Ventura.
SVEZIA (4-4-2): Olsen; Lustig, Lindelof, Granqvist, Augustinsson; Claesson (dal 27’ s.t. Rhoden), Larsson, J. Johansson (dal 19’ s.t. Svensson), Forsberg; Berg, Toivonen (dal 9’ s.t. Thelin). (K. Johansson, Nordfeldt, Olsson, Jansson, Helander, Krafth, Svensson, Durmaz, Sema, Guidetti). C.t.: Andersson.
ARBITRO: Mateu Lahoz (Spa).

Siamo fuori dal Mondiale. L’Italia non riesce a infrangere il muro svedese e dopo 60 anni guarderà i campionati mondiali da casa. Una debacle annunciata e temuta è diventata realtà.
90 minuti decisivi per Ventura che decide di stravolgere la formazione e fare scelte che alla vigilia sembrano abbastanza insensate. Ancora 3-5-2 con Florenzi interno di centrocampo, Jorginho dal primo minuto e Gabbiadini a fare coppia con Immobile in avanti. Panchina per Insigne.
E’ un’Italia che inizia con un piglio diverso rispetto a tre giorni fa. I ragazzi sembrano carichi e pronti a fare l’impresa. Ma gli svedesi non ci stanno a fare le vittime sacrificali e chiudono bene ogni spazio. Al minuto 8 primo episodio decisivo in area svedese. Parolo viene atterrato. Rigore sacrosanto che però l’arbitro Lahoz non assegna (il direttore di gara pareggerà poi i conti non assegnando due rigori agli svedesi per due tocchi di mano in area rispettivamente di Darmian e Barzagli).
Dopo un quarto d’ora prima occasione per l’Italia con Immobile (esterno della rete), ma bisogna aspettare la mezz’ora per veder salire in cattedra Jorginho (che alla fine risulterà tra i migliori premiando la scelta di Ventura), che ispira un’azione poi portata avanti da Florenzi e Candreva, e che soprattutto al 39esimo manda in porta Immobile: il diagonale supera Olsen e solo la scivolata di Granqvist tiene la Svezia a galla. Italia tutto cuore, ma idee appena meno confuse rispetto a Solna.
La ripresa si apre con l’Italia che deve lottare anche contro i minuti che passano oltre che contro l’avversario. Occasionissima al 53esimo quando la sforbiciata al volo di Florenzi termina fuori di pochi centimetri.
Al 62esimo Ventura inserisce Belotti ed El Shaarawy per Gabbiadini e Darmian. Ma l’assedio perde sempre più intensità visto che la fiducia viene sempre meno. Bernardeschi entra nell’ultimo quarto d’ora al posto di Candreva togliendo dunque a Insigne la possibilità di lasciare il segno, ma in sostanza non cambia nulla.
Finisce 0-0. La Svezia (che nella fase a gironi aveva di fatto eliminato l’Olanda) fa festa, l’Italia dopo 60 anni resta a casa.
Siamo fuori. Meritatamente. Non siamo riusciti a segnare un gol in 180 minuti, all’andata abbiamo giocato una pessima gara e stasera ci abbiamo messo molto cuore, ma Olsen non ha certo dovuto fare gli straordinari. Facile dare la colpa a Ventura, ai giocatori o alla federazione. La verità è che la mancata qualificazione dell’Italia è una sconfitta per tutti. E’ una sconfitta per una Nazione intera che si ricorda della maglia azzurra solo un mese ogni quattro anni e in quel mese si ritrova unita e compatta come non mai.
Ci sarà tempo per le analisi e, mi auguro, per fare tabula rasa di tutto e tutti e ripartire con un progetto serio che possa rilanciare il nostro calcio. Stasera rimane solo l’amarezza. L’amarezza per un Mondiale che vivremo da spettatori. Dopo 60 anni. Ed è una cosa che brucia, brucia tanto.

3 commenti:

Mattia ha detto...

Sono senza parole.... Mai e poi mai avrei immaginato che l'Italia avrebbe fallito la qualificazione al Mondiale.

Ciaskito ha detto...

Titolo più che giusto: dramma annunciato. Solo che hanno fatto finta di non vedere in molti. Sono anni che il calcio è in declino. Ce ne accorgiamo solo ora?

Matrix ha detto...

@Mattia. La tu incredulità è anche la nostra. Stentiamo ancora la crederci e mi auguro che questa sia l'occasione giusta per ripartire con un progetto serio e intelligente.