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martedì 9 febbraio 2016

DA GIOVINCO A RANIERI: REIETTI IN ITALIA, LEADER E APPREZZATI ALL'ESTERO

Così funziona in Premier: se hai professionalità e capacità, se conosci il tuo lavoro e sai ottenere risultati con uno stile corretto e lineare, avrai anche i giusti riconoscimenti. Potremmo chiamarla meritocrazia, in ogni caso un’idea di calcio (nello specifico) che purtroppo si allontana sempre di più dalla nostra realtà, macchiata da scorciatoie, meschinità e cadute di stile.

Lo stile di Ranieri invece è alto, un marchio di fabbrica inconfondibile. Era tale anche qui, nel campionato italiano, ma aveva un effetto diverso, sembrava ai più qualcosa di obsoleto. Come all’italianizzato Mourinho che lo definì “rinco”. O come ai grandi club con i quali non ha mai trovato un feeling duraturo, e di conseguenza neppure le vittorie auspicate, al massimo sfiorate, come quando con la Roma realizzò ai danni dell’Inter una rimonta entusiasmante quasi quanto l’impresa di Leicester. Non che Ranieri non abbia commesso sbagli. Ai tempi della Juve, ad esempio, non si può dimenticare il macroscopico errore di valutazione commesso sul mercato quando disse che Xabi Alonso sarebbe stato un giocatore inadatto alla serie A perché troppo lento e gli preferì con convinzione il mediocre gregario Poulsen…

Ma si tratta di un dettaglio. La realtà è che in generale l’Italia rende difficile la vita ha chi ha realmente valore, non ne riconosce i pregi. Altrimenti non si spiegherebbe la storica epopea che Ranieri sta già realizzando al Leicester, in vetta al campionato con una piccola squadra che riesce a mettere in pratica un grande sogno. Ranieri ci sta riuscendo con una ricetta semplice, quella che noi considereremmo forse superata: difesa attenta e ripartenze veloci, tutto qui, con un terminale offensivo (Vardy, una favola nella favola) in stato di grazia permanente. Una ricetta semplice, nell’anno in cui le grandi d’Inghilterra vivono difficoltà contemporanee. Tutto facile e lineare, come è l’essenza del calcio, come dovrebbe esserlo ovunque.
Da noi però Ranieri, leader di Premier League, non era più all’altezza. Lui come tanti altri, e non solo nel calcio. E non solo – aggiungiamo – in Inghilterra. Per questo talvolta si deve partire. L’importante è “liberare” la mente, liberare se stessi dalla logica delle polemiche, o anche solo delle scaramucce, degli sfottò incessanti. Per lavorare serenamente e dimostrare il proprio valore. Lontano da tutto, comprese le logiche di appartenenza a scuderie o lobby, e da quelle – ammettiamolo – della buona o della cattiva stampa. Lontano dall’Italia, insomma.
Prendiamo la pallavolo: una folla di ct italiani guida con merito le nazionali di mezzo mondo. Tra loro non mancano ex atleti di valore che una chance in patria l’avrebbero sicuramente meritata. L’elenco parte non a caso da un personaggio simbolo come Andrea Giani (ct della Slovenia) e continua con molti, molti altri nomi (fino alle tante presenze nel volley femminile, da Giovanni Guidetti in Olanda a Luciano Pedullà in Germania). Nella pallacanestro l’esempio più ingombrante è forse quello di Ettore Messina, preso di mira qui e rieletto alla guida della nazionale azzurra solo dopo aver dimostrato il proprio valore, dopo molte trasferte lontane, nell’Olimpo americano della Nba (poi c’è anche Sergio Scariolo, ct della Spagna e allenatore da sempre in viaggio e – nel passato – l’esempio di Mario Boni idolo in Grecia e molto meno in azzurro).
Potremmo continuare sconfinando in altre discipline (Stefano Cerioni nella scherma?), ma torniamo al calcio. Giovinco che in Italia non ha superato mai superato gli esami di osservatori più o meno titolati e in Canada è diventato superstar; Pellé che faticava nelle categorie inferiori e la dignità l’ha conquistata tra Olanda e Inghilterra, fino alla maglia azzurra; Ogbonna che per scrollarsi di dosso gli ottusi stereotipi di tanti, è ripartito dal West Ham con ottimi risultati. E poi Okaka, Criscito, ma anche Trapattoni e Zaccheroni (Calciomercato.com)

2 commenti:

El Cabezon ha detto...

www.pianetasamp.blogspot.com

Mi farebbe davvero molto piacere se Ranieri riuscisse in questa impresa, è un ottimo allenatore nonchè persona seria e di buon senso, qualità che qui in Italia disprezziamo perchè a noi piacciono i "personaggi" stile Mourinho...ciao!

pippo ha detto...

quoto in pieno andrea.non ho mai capito l'ingratitudine di alcuni tifosi della juve o dell'inter o della roma per questo serio professionista.AUGURONI CLAUDIO.......