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lunedì 11 gennaio 2016

CONSIDERAZIONI SPARSE AL GIRO DI BOA


ü Se a Ferragosto mi avessero detto che l’11 gennaio saremmo stati secondi in classifica a due soli punti dalla vetta, avrei subito preso una penna e chiesto “Dove devo firmare?”. Ad oggi la nostra stagione è andata ben oltre le più rosee aspettative. Fino a ieri a mezzogiorno eravamo la capolista della Serie A e al momento il nostro obiettivo stagionale (qualificazione alla prossima Champions League) è saldamente alla nostra portata. Cosa chiedere di più?

ü Siamo la miglior difesa del campionato e da sempre questo è un fattore più che positivo. Con Miranda e Murillo abbiamo blindato il nostro reparto difensivo e gli svarioni della premiata ditta Ranocchia-Juan Jesus sono ormai un ricordo. Le case si costruiscono dalle fondamenta. E le squadre vincenti dalla difesa.

ü Il nostro attacco non poggia più solo sulle spalle di Maurito Icardi. Abbiamo una batteria di attaccanti esterni e giocatori offensivi capaci di cambiare il ritmo della partita e risolverla con una giocata. Da Jovetic a Perisic passando per Ljajic e senza dimenticare Palacio e Biabiany. Ce ne è per tutti i gusti. (PS: allora perché facciamo una fatica boia a metterla dentro?)


ü Difesa granitica, attacco potenzialmente esplosivo, ma rimangono un paio di lacune da colmare. Innanzitutto un centrocampista dai piedi buoni che faccia ragionare la squadra e sappia impostare il gioco. Finora nessuno ha dimostrato di avere queste caratteristiche, né i mastini Medel e Felipe Melo, né Kondogbia, né tanto meno Guarin. Il primo innesto del mercato di gennaio va fatto a centrocampo. Ci manca un Pirlo, un Biglia, al limite anche un Valdifiori. E bisogna acquistarlo con urgenza.

ü Terzini cercasi. Innanzitutto non ho ancora ben capito perché Mancini si ostini a far giocare Nagatomo e a lasciare in panchina Telles e Santon. Il giapponese nelle ultime due gare è stato tra i peggiori in campo e insistere su di lui è puro autolesionismo. Il problema è che il Mancio non ha ancora trovato i terzini ideali. Ha dato fiducia a Santon, Telles, D’Ambrosio, Nagatomo, addirittura anche a Montoya. Chi più, chi meno, se la sono cavata bene tutti ripagando la fiducia del mister con buone prestazioni. Ma Mancini non è dello stesso parere.

ü Diciotto formazioni in diciannove partite. Mancini ha dato fiducia a tutti, schierando tutti gli uomini a sua disposizione e dando spazio a tutti i giocatori della rosa. Alcuni ha ripagato la fiducia del mister, altri un po’ meno. Nel complesso bisogna applaudire la politica adottata da Mancini che fa sì che tutti diano il massimo durante la settimana e si facciano trovare pronti quando tocca a loro.


ü Si discute molto sul fatto che in nove occasioni l’Inter ha portato a casa i tre punti grazie ad uno striminzito 1-0. Dai più queste vittorie sono state viste come casuali colpi di fortuna. Va bene essere fortunati ma nove 1-0 sono qualcosa in più che dei semplici regali della Dea Bendata. A mio modesto parere c’è una solidità alla base. La squadra riesce a sfruttare le poche occasioni e a conservare il minimo vantaggio.

ü Visto che negli ultimi giorni sono stato ripreso da più parti per essermi lamentato degli arbitraggi sorvolerò sull’argomento “decisioni arbitrali”. Le sistematiche espulsioni ai nostri danni sono frutto dell’applicazione del regolamento e i rigori che non ci hanno dato si compensano con quelli non dati ai nostri avversari. Va bene  così?

ü Dopo il girone d’andata direi che ci sono tutte le premesse per una stagione soddisfacente vissuta da protagonista. Non possiamo negare che saremmo felici di poter portare a casa il titolo di Campione, ma già essere lassù e potercela giocare alla pari con le altre mi sembra un ottimo traguardo. Non dimentichiamoci che il nostro obiettivo è la qualificazione alla Champions League. Tutto il resto sarebbe un piacevole surplus.

1 commento:

Matrix ha detto...

Sono d'accordo con te per quanto riguarda il centrocampista (infatti è la priorità nel mercato nerazzurro). I terzini ci stanno, basterebbe farli giocare.