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mercoledì 1 luglio 2015

LA PRIMA VOLTA DELLA SVEZIA: E' CAMPIONE D'EUROPA

CAMPIONATI EUROPEI UNDER 21 – FINALE
SVEZIA-PORTOGALLO 4-3 dcr (0-0)
SEQUENZA RIGORI: Guidetti (S) gol, Paciencia (P) gol, Thelin (S) gol, Tozé (P) gol, Augustinsson (S) gol, Esgaio (P) parato, Khalili (S) parato, J. Mario (P) gol, Lindelof (S) gol, W. Carvalho (P) parato.
 
SVEZIA (4-4-2) Carlgren; Lindelof, Milosevic, Helander (dal 1’ s.t. Baffo), Augustinsson; Tibbling (dal 20’ s.t. Quaison), Hiljemark, Lewicki, Khalili; Guidetti, Thelin (Rinne, Linde, Holmen, Pa Konate, Zeneli, Olsson, Larsson, Gustafson, Hrgota, Ishak). C.T. Ericson.
PORTOGALLO (4-3-1-2) José Sa; Ricardo Esgaio, Paulo Oliveira, Tiago Ilori, Raphael Guerreiro; João Mario, William Carvalho, Sergio Oliveira (dal 9’ s.t. Tozé); Bernardo Silva; Ricardo Pereira (dal 25’ s.t. Gonçalo Paciencia), Ivan Cavaleiro (dal 16’ s.t. Iuri Medeiros) (Fernandes, Varela, Cancelo, Figueiredo, Venancio, Rafa Silva, Ruben Neves, Gonçalo Paciencia, Carlos Mané, Ricardo Horta). C.T. Rui Jorge.
ARBITRO Marciniak (Polonia).

Dopo il presunto “biscotto” ai danni dell’Italia, Svezia e Portogallo si sono ritrovati di fronte nella finale dell’europeo under 21. Ad alzare il trofeo è la Svezia di Guidetti, un prima volta per la nazionale giovanile scandinava. Nella finale di Praga, equilibrata e non molto spettacolare, è stato necessario ricorrere ai rigori per decidere il vincitore, una soluzione che alla fine ha premiato la squadra di Hakan Ericson contro il Portogallo di Rui Jorge, battuto 4-3 grazie a due parate del portiere Carlgren. Dal dischetto, è decisivo l'errore di William, gioiello dello Sporting Lisbona nel mirino dell'Arsenal, che si fa respingere la conclusione dal portiere Carlgren, uno dei migliori calciatori dell'Europeo. Proprio la Svezia è stata l’unica squadra a battere gli azzurrini, all’esordio nel torneo, una partita che ha segnato il cammino delle due squadre e che aumenta il rammarico per la sorte dell’Italia.

Alla loro seconda finale (entrambe avevano perso l’unico precedente contro gli azzurrini, la Svezia nel 1992 e il Portogallo nel 1994), le due formazioni hanno ripetuto la partita vista nel girone, con i lusitani più votati alla manovra e gli svedesi attenti e organizzati in difesa, pronti a sfruttare ogni spazio per ripartire. L’unico acuto nel primo tempo è stato la traversa colpita su punizione da Oliveira al 6’, un gol mancato che avrebbe potuto accendere la sfida. Il Portogallo ha cercato con più intensità la conclusione, mancando però di precisione.
Più vivace la ripresa, con alcune occasioni da entrambe le parti e nel finale la Svezia è arrivata vicinissima al gol con Guidetti al cui tocco ravvicinato si è opposto con bravura Sa. Sull’abbrivio gli scandinavi hanno fatto miglior impressione anche nei supplementari, ma l’equilibrio non si è mai rotto e la finale si è decisa ai rigori.
Guidetti ha aperto le marcature battendo Sa’, ma è stato Carlgren, bloccando i tiri di Esgaio e Carvalho (uno dei migliori di tutta la manifestazione), a regalare l’Europeo ai suoi, annullando l’errore di Khalili e andando a prendere il trofeo dalle mani del presidente dell’Uefa, Michel Platini.
Un trofeo meritato per quello che si è visto in finale, un po’ meno se si considera l’intero percorso degli svedesi che in più di un’occasione hanno avuto dalla loro parte una buona dose di fortuna. Si sono qualificati nel playoff a 16 grazie ad un gol nei minuti di recupero (ed erano in 4 a giocarsi un posto), hanno eliminato la Francia grazie ad un gol all'88, hanno battuto l'Italia e pareggiato con il Portogallo segnando negli ultimi minuti ed hanno vinto il torneo ai rigori. Se non è buona sorte questa…
Per i portoghesi un'altra finale persa e tante lacrime alla fine, imitando così la "generazione d'oro" di Luis Figo e Rui Costa, che nel 1994 perse la finale di questo torneo contro l'Italia.
L’occasione per la rivincita arriverà l’anno prossimo ai Giochi Olimpici di Londra, dove i lusitani andranno insieme a Svezia, Germania e Danimarca con la speranza di riuscire finalmente a portare a casa un trofeo.

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5 commenti:

Simone ha detto...

A leggere il tuo articolo sembra che la Svezia abbia vinto per pura fortuna. Credo che invece abbia meritato il trionfo.
E soprattutto sono del parere che chi vince sta sempre dalla parte della ragione.

Entius ha detto...

Chi vince ha sempre ragione. E su questo non ci sono dubbi. Ma non possiamo negare che la Dea Bendata abbia aiutato i campioni d'Europa. Fermo restando che essere fortunati non è una cosa negativa. O almeno non sempre.

Mark della Nord ha detto...

Hai ragione, Entius: hanno avuto un c..o mai visto (soltanto la juve in champions quest'anno li ha superati).
Però noi dobbiamo recitare il mea culpa: 1-0 e in 10 contro 11.
Praticamente gliela abbiamo regalata: partita e coppa.

Carlo Sandri ha detto...

Il "biscotto" non è stato molto presunto, ma assai evidente: dispiace vedere che due squadre disoneste siano state premiate raggiungendo a braccetto la finale, e a quel punto che vinca l'una o l'altra poco cambia. Il fatto che questo accada in un importantissimo torneo di giovani per me è veramente un messaggio sconfortante.
Senza contare che la Svezia in generale è un paese che potrebbe insegnarci mille cose sul piano etico in altri ambiti... ma la corruzione che dilaga nel calcio pare più forte di tutto.
Giustissime tutte le autocritiche e rimpianti sulla nazionale azzurra che avete citato, ma quelle per me vengono in seconda battuta.
(Che c'entri poi qui la Juve, e come possa dirsi eccezionalmente fortunata la squadra che detiene il record storico di finali di Champions League perse, mi sfugge.)

Mark della Nord ha detto...

@Carlo Sandri
(Che c'entri poi qui la Juve, e come possa dirsi eccezionalmente fortunata la squadra che detiene il record storico di finali di Champions League perse, mi sfugge.)

Si alludeva alla fortuna sfacciata avuta nei sorteggi e alle sviste arbitrali che l'hanno favorita.
I termini "fortuna" e "sviste" sono adoperati senza doppi sensi o polemica alcuna circa ipotetici "complotti", assolutamente inesistenti, da parte delle alte sfere dell'Uefa.

N.B.: fintantoché i tornei più importanti verranno organizzati con la formula a gironi (almeno nella prima fase) i "biscotti" esisteranno sempre.
È un fatto naturale, se ci pensiamo: che motivo avrebbero avuto, per esempio, Portogallo e Svezia a farsi del male quando un pareggio le avrebbe qualificate entrambe?
Noi come ci saremmo comportati in un caso simile?