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lunedì 2 febbraio 2015

UN TUNNEL SENZA USCITA DA CUI DOBBIAMO USCIRE

Inutile negarlo, due mesi e mezzo fa avevamo immaginato un ritorno di Mancini ben differente. Non c’eravamo illusi di tornare subito competitivi ma speravamo tutti di rivedere una squadra che ci rendesse orgogliosa dei colori nerazzurri, che se la giocasse alla pari con tutti, che facesse ben sperare per il futuro.
Dopo 10 partite in cui abbiamo raccolto solo due vittorie, quattro pareggi e altrettante sconfitte, non possiamo che prendere atto che le nostre aspettative sono state disilluse. Non tanto per i risultati in sé, in fondo ci può anche stare che perdi una partita, quello che fa rabbia è come arriva la sconfitta. Dal ko casalingo di metà dicembre contro l’Udinese, alla beffa di otto giorni fa contro il Torino, fino alla pesante sconfitta di ieri pomeriggio che ci ha fatto andare di traverso il pranzo domenicale, tutte sconfitte maturate in malo modo, figlie di prestazioni molto negative che cancellano le poche cose buone viste in questo periodo (il buon secondo tempo contro la Lazio, la reazione contro la Juventus, l’ottima prestazione contro il Genoa).


La prestazione di ieri pomeriggio si può riassumere in un dato: il 70% di possesso palla (che è tantissimo…) che ha portato a nulla. Qualche buona occasione all’alba della gara, un paio di spunti nella ripresa quando l’ingresso di Icardi ha vivacizzato la manovra nerazzurra, ma null’altro. Il Sassuolo ha giocato meglio, ha mostrato freschezza atletica, idee, gioco. Tutte cose che l’Inter non ha minimamente dimostrato di avere.
Mancini sapeva fin dall’inizio di non avere vita facile e le difficoltà sono emerse in questi mesi. Il tecnico jesino ha portato un nuovo spirito nello spogliatoio nerazzurro e ha mostrato di essere capace, rispetto al suo predecessore, di cambiare in corsa. Ma purtroppo la rosa rimane quella che è e, volente o nolente, Mancini si ritrova con dei giocatori che, in altre epoche, all’Inter avrebbero fatto panchina o tribuna.
L’unica colpa che mi sento di attribuire a Mancini è di voler adeguare i giocatori al modulo e non viceversa. Discutendo con alcuni amici nerazzurri ci siamo posti tutti la stessa domanda: perché insiste con questo modulo senza averne i giocatori adatti? Secondo me dovrebbe provare a tornare al caro vecchio modulo a rombo (come faceva anche notare qualcuno nei commenti all’articolo precedente). Un centrocampo a tre dovrebbe garantire più copertura difensiva e magari due punte (supportate da un trequartista) potrebbero creare più occasioni sotto porta. Anche perché, come abbiamo visto, il modulo con tre giocatori offensivi dietro l’unica punta non ha certo portato ad una maggiore pericolosità offensiva (anzi tutto l’opposto).
Con ciò non voglio dire che la panacea di tutti i mali è il modulo. Perché, come sottolineavo anche ieri, rimane il fatto che Palacio è da pre-pensionamento, che Guarin è troppo discontinuo per poter essere un punto fermo, che Podolski e Shaqiri hanno finora reso ben al di sotto delle attese, che Kovacic è in una fase di involuzione e che in difesa non abbiamo più Samuel e Lucio.
Serve una sveglia e serve con la massima urgenza. Perché la qualificazione Champions è bella che andata (inutile sperare di entrare dalla porta di servizio con la vittoria dell’Europa League: con questa rosa non andiamo da nessuna parte) e anche l’Europa League è a forte rischio e purtroppo non possiamo permetterci di restare fuori dalle competizioni europee. Serve una scossa e serve ora. Prima che sia troppo tardi.
PS: Piccola annotazione a margine riguardo quello che è successo a fine gara con i tifosi che rifiutano le magliette dei giocatori e da lì nasce un diverbio con Icardi e Guarin. Ma sono gli stessi tifosi che non vogliono assolutamente il ritorno di Balotelli perché gettò la maglia a terra? I giocatori non possono buttare la maglia a terra mentre i tifosi possono farlo?
L’Inter e i colori nerazzurri vanno sempre onorati e difesi, questo è un comandamento che ogni tifoso nerazzurro, sia esso da stadio o da divano, deve imparare e tenere sempre bene in mente, senza scordarlo mai. Si può essere incazzati con i giocatori ma la maglia nerazzurra va sempre difesa, onorata e rispettata. Mi dispiace dirlo, ma in questo caso ha ragione Icardi: chi butta via la maglia nerazzurra è un pezzo di m***a.

2 commenti:

Nicola ha detto...

Piano piano stai arrivando anche tu alla conclusione che la colpa non era di Mazzarri e che forse cambiare allenatore non é stata una scelta azzeccatissima...

Anonimo ha detto...

Il problema non è difendere Mazzarri, anche lui aveva le sue innegabili responsabilità. Il problema è incolpare sempre di tutto l'allenatore e prenderlo a capro espiatorio quando le cose vanno male. Mi è rimasta molta amarezza, è stato davvero trattato male come non ricordo nessun altro sulla panchina dell'Inter, e senza meritarlo. Molte delle pseudo - critiche altro non erano che preconcetti e pregiudizi, una specie di prostituzione intellettuale, insomma. Un esempio fra i tanti? Non oso pensare cosa si sarebbe detto e farneticato se domenica in panchina ci fosse stato Mazzarri al posto di Mancini quando c'è stato il pastrocchio sul cambio di Vidic... mamma mia... però stranamente non si è detto nulla, c'è stato un silenzio assordante. Questo spiega molto.
Sempre forza Inter!!!
Juan