Bistrattata, travolta dagli scandali che ne minano la credibilità, ma pur sempre con un certo fascino. Certo, il sex appeal irresistibile di qualche anno fa non c'è più, quando nel nostro campionato transitavano i calciatori più bravi e famosi al mondo. Gli euro che girano sono sempre meno, ma la nostra Serie A piace ancora, è terra gradita per campioni in cerca di rilancio o che si vogliono rimettere in gioco.
Per fortuna dei nostri club, anche i ricchissimi sceicchi e i grandi club europei hanno bisogno di vendere, visto che non si possono collezionare calciatori come figurine Panini. Giocatori la cui volontà alla fine conta più di qualsiasi contratto. E' il caso di Fernando Llorente. (…)
Sempre a gennaio, Mario Balotelli ha fortemente voluto il rientro in Italia dove il Milan lo aspettava a braccia aperte. (…)
Le bizze e i litigi con Roberto Mancini non sono bastati a Carlos Tevez per lasciare il City nel gennaio 2012, ma lo ha fatto un anno e mezzo più tardi: niente Milan, però. Il luogo per il grande rilancio scelto dall'Apache è stato Torino sponda bianconera. (…)
La Serie A abbraccia anche un fresco campione d'Europa. (…) Mario Gomez rimane uno degli attaccanti più prolifici in Europa negli ultimi anni. Con Firenze è stato amore a prima vista e alla fine matrimonio è stato. (…) E' vero che i prezzi pregiati del mercato (Cavani e Falcao) sono finiti nella Ligue 1 tra le braccia di sceicchi (Psg) e magnati russi (Dmitrij Rybolovlev patron del Monaco), che Neymar ha raggiunto Messi a Barcellona e che Cristiano Ronaldo se lascerà il Real lo farà per tornare a Manchester. A certe cifre qui da noi non si può davvero nemmeno pensare di discutere. Però con un po' di arguzia e un pizzico di fortuna, una parte del grande gap che ci separa con le big d'Europa può essere colmato. (Goal.it)
Il grande Maurizio Mosca avrebbe detto “sono completamente d’accordo a metà”. E’ vero che alcuni campioni hanno scelto l’Italia ma è anche vero che molti, anzi direi quasi tutti, ci hanno snobbato. Senza considerare quei giocatori che arrivano da noi come perfetti sconosciuti e che appena diventano forti se ne vanno altrove (Pastore, Thiago Silva, Lavezzi, Verratti, a breve Cavani, Jovetic).
Il paragone con qualche anno fa non regge proprio. Ai tempi d’oro il meglio veniva solo in Italia e persino una squadra non di prima fascia come l’Udinese poteva permettersi di ingaggiare Zico. Niente a che vedere con la situazione attuale dove quasi tutti i big vanno altrove. E dove ci sono sempre delle eccezioni che confermano la regola. Che oggi si chiama Balotelli, Tevez, Gomez, ieri si chiamava Ibrahimovic, Eto’o, Kaka.
Messe da parte qualche eccezioni, è facile notare come l’Eldorado del calcio sia in Spagna e Inghilterra soprattutto ma anche in Francia e Germania. A noi rimangono le briciole. E non potrebbe essere diversamente per un movimento calcistico incapace di rinnovare e rinnovarsi. Gli altri campionati si sono evoluti, noi siamo rimasti a dieci anni fa. Come potremmo pretendere che i top player sognino l’Italia?
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2 commenti:
Non é il Tevez o il Gomez della situazione a cambiare le cose. Siamo un campionato allo sbando, i campioni raramente vengono in Italia. Anzi quelli che ci sono alla prima occasione vanno via. E non é solo una questione economica.
@ entius, noi siamo fermi a ....7 anni fa.la juve aveva il terzo fatturato d'europa....oggi forse non siamo allo sbando come dice mattia ma sicuramente non siamo capaci di un autentico rinnovamento e quindi saremo indietro ancora per lungo tempo, come movimento e come club(perchè se non cresce il movimento anche i singoli club fanno fatica).i personaggi che sono al comando di lega,figc e coni non promettono nulla di buono(malagò forse...).in questo almeno in lega juve e inter(oltre a fiorentina e roma,che strano proprio le nostre più acerrime "nemiche") erano dalla stessa parte(che purtroppo non vuol dire alleati),quella di abodi ma poi abbiamo visto come è andata a finire...(e non venitemi a parlare di democrazia come fa lotito,quell'elezione tutto è tranne che democratica....
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