“Notti magiche, inseguendo un gol…”. La mia passione per il calcio esplose in quel giugno di 23 anni fa (credo di averlo scritto già in altre occasioni) quando un Mondiale di calcio in terra italica regalò emozioni e serate che per molti resteranno indimenticabili. Era l’Italia di Schillaci, di Baggio, di Zenga, di capitan Bergomi. Era l’Italia che regalava emozioni e gioie e che andò molto vicino al sogno di conquistare il titolo Mondiale. Sogni che si spezzarono in semifinale contro l’Argentina quando un’uscita errata di Zenga e la tremenda lotteria dei rigori ci negarono la gioia della finale.
In quelle notti memorabili alla guida della nostra Nazionale c’era Azeglio Vicini, uno dei commissari tecnici azzurri più amanti di sempre. Uno che sarebbe sicuramente entrato nella storia se in quella maledetta semifinale…
Oggi Azeglio Vicini da Cesena compie 80 anni. Dopo una carriera da calciatore nelle squadre di Vicenza, Sampdoria e Brescia debuttò sulla panchina delle rondinelle nel campionato 1967-68. Nel 1968 entrò a far parte del settore tecnico della nazionale, a soli trentacinque anni.
Assunse la guida della nazionale Under 23 nella stagione 1975-76 con cui disputa il campionato europeo di categoria.
Dall’anno successivo gli fu affidata l’Under 21, incarico che portò avanti per ben dieci anni. E’ l'Under 21 dei vari Zenga, Vialli, Mancini, Maldini, Giannini, che trascinerà fino alla finale con la Spagna persa poi ai calci di rigore.
Dopo i mondiali del 1986 sostituì Enzo Bearzot alla guida della nazionale maggiore, esordendo sulla panchina azzurra l’8 ottobre 1986 contro la Grecia. Agli europei del 1988 arrivò fino alla semifinale dove l’Italia perse per 2 a 0 contro l’Unione Sovietica.
Ma la sua carriera azzurra, come detto, tocca il suo apice a Italia ‘90, nel mondiale giocato in casa in cui la nazionale si fermò ai rigori (arridaje) contro Maradona. "Mi pare ovvio – ammette in un’intervista odierna - che quello sia stato il periodo più bello della mia storia calcistica. Purtroppo non abbiamo vinto, ma quelle serate sono state qualcosa di unico, irripetibile. Giocavamo bene, la gente si divertiva, lo spettacolo era in campo e sugli spalti. Non per niente, a distanza di ben 23 anni, Italia-Argentina detiene ancora il record d'ascolto per una partita di calcio, e ne sono orgoglioso".
La sua storia azzurra si infranse contro un palo dello stadio Olimpico di Mosca colpito da Rizzitelli sul finire del 1991 che ne decretò l'esonero da Commissario Tecnico.
Continuò la sua carriera di allenatore per brevi periodi con Cesena e Udinese. Nel 1995-96 diventò consigliere tecnico del Brescia, prima di assumere la presidenza dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio. Ha ricoperto per lungo tempo la carica di Presidente del Settore tecnico della Figc per poi cedere il testimone a Roberto Baggio.
Oggi vive nella sua Brescia e si gode la sua famiglia e la vita da pensionato. E tra un pranzo della moglie e un giro con i nipotini sono convinto che anche lui ogni tanto ripensa con malinconia e un pizzico di rammarico a quelle notti magiche, a quello che sarebbe potuto essere e non è stato. E si consolerà sapendo di rimanere uno dei ct azzurri più amati di sempre. Buon Compleanno Mister Vicini.
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2 commenti:
Baggio, Zenga, Bergomi.. I bei tempi passati.. Nostalgia =)
Quella semifinale fu un bivio per la sua carriera e la sua storia. Quante cose sarebbero cambiate se l'Italia quella sera fosse riuscita a vincere? Quella nazionale avrebbe meritato il titolo. Peccato...
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