Un'azione offensiva del Pescara, la corsa lontano dal pallone, e poi improvviso il crollo a terra sul vertice della propria area: è la terribile scena di cui è stato protagonista al 31' Piermario Morosini, centrocampista del Livorno. Il giocatore è caduto in avanti, faccia a terra, apparentemente in preda a convulsioni, e immediatamente le due panchine e il guardalinee hanno attirato l'attenzione dell'arbitro Baratta che ha fermato il gioco. L’immediato soccorso dei medici, l’arrivo dell’ambulanza, i tentativi di rianimarlo e poi la corsa all’ospedale. Dopo un paio di ore la triste notizia: Morosini è morto.
Ho visto la terribile sequenza degli ultimi minuti di vita di Morosini solo stasera. Sono rimasto scosso, quasi senza parole. Aveva già visto più volte le scene dei suoi compagni di squadra che rientravano negli spogliatoi piangendo e dei dirigenti disperati con le lacrime agli occhi e mi avevano lasciato senza fiato.
Vederlo cadere, tentare di rialzarsi e poi cadere definitivamente a testa in giù è stato bruttissimo. Tanto che ho preferito aspettare un po’ prima di buttare giù questo articolo.
Un drammatico evento che ha scosso tutto il mondo del calcio. La Federcalcio, che inizialmente aveva predisposto il minuto di silenzio, ha deciso di fermare tutti i campionati.
Quello che non si è fermato è l’inutile fiume di parole intorno alla vicenda. Perché ogni volta che muore uno bisogna raccogliere le testimonianze di questo o di quello? Perché bisogna sempre ogni volta criticare il ritardo dei soccorsi? Perché per una volta non ci decide di chiudersi in un rispettoso e significativo silenzio?
Piermario Morosini era un discreto calciatore, cresciuto nell’Atalanta, ha giocato con Bologna, Vicenza, Reggina e Udinese, attuale proprietaria del cartellino (era a Livorno in prestito). Aveva giocato anche nelle giovanili azzurre. Ma soprattutto Morosini era un ragazzo come tanti, che aveva realizzato il sogno di giocare a calcio. Un ragazzo che il destino aveva privato dei genitori e di un fratello e che il destino ha deciso di far morire su un campo di calcio, a 26 anni.
Ciao Piermario, fai buon viaggio.
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4 commenti:
Morire a 26 anni su un campo di calcio. Le parole non servono a nulla. Il silenzio vale più di mille parole.
Finalmente una scelta sensata e intelligente da parte della nostra Federazione.
Oggi e domani non era assolutamente il caso di giocare.
www.pianetasamp.blogspot.com
Un tragedia sconvolgente...
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