Che fosse un momento di profonda crisi economica, anche in campo calcistico, non è una novità per noi italiani, da anni abituati a squadre che, pur di far quadrare i conti, hanno subito un netto ridimensionamento.
Più sorprendente è scoprire, almeno per chi non segue con attenzione le vicende scozzesi, che anche un club storico e prestigioso come il Rangers Glasgow, abbia delle difficoltà talmente elevate, da essere finito martedì scorso in amministrazione controllata, passo fondamentale per evitare la bancarotta in attesa di trovare nuovi finanziatori.
A pesare sono soprattutto i debiti accumulati con lo Stato, cifre importanti visto che si parla di almeno 50 milioni di sterline che, una volta aggiunte anche le multe e le more, potrebbero superare i 70 milioni (oltre 85 milioni di euro). Intanto sono arrivati 10 punti di penalità in classifica, ma questo tutto sommato sembra preoccupare i tifosi dei Rangers, tra i più caldi e appassionati di tutto il calcio britannico. Sparire significherebbe cancellare oltre un secolo di storia e al contempo lasciare via libera da qui ai prossimi anni agli odiatissimi rivali del Celtic.
In Scozia era già successo negli anni passati a formazioni importanti come il Livingstone ma soprattutto il Dundee e qualche chilometro più in giù nel campionato inglese con il Charlton, ma anche Leeds United, Crystal Palace, Portsmouth.
Una delle bandiere in casa Rangers, l’ex attaccante Ally McCoist, oggi manager della società, prova ad essere ottimista: “E’ il giorno più nero nei 140 anni di storia di questo club, ma noi dobbiamo pensare al futuro e ai prossimi 140 anni. Si tratta di un provvedimento duro ma che probabilmente ci consentirà di ripartire meglio di come abbiamo passato gli ultimi mesi”.
Gli amministratori del club hanno comunque cercato di calmare le acque e tranquillizzare i tifosi: "Possiamo dichiarare che abbiamo fatto ottimi progressi nelle prime 24 ore del nostro lavoro. La nostra priorità è assicurare ai Rangers di poter proseguire la propria storia, con l’aiuto dello staff tecnico, dirigenti e giocatori, che sono a conoscenza della situazione".
Ora passa alla Corte di Edinburgo che dovrà decidere date e soprattutto cifre dei rimborsi. E’ certo però che più del campo in questo momento interessa la scrivania, anche perché molti giocatori a fine stagione sicuramente lasceranno la società e la mancanza cronica di introiti importanti come possono essere quelli della Champions stanno pesando come macigni.
Noi italiani guardiamo tutto con la distanza di chi non ha (o perlomeno finge di non avere) questi problemi ma in Lega Pro la situazione è molto peggiore e prima o poi la bomba esploderà anche nelle categorie superiori. C’è da giurarci.
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2 commenti:
In Scozia e Inghilterra è già successo e temo che succederà prima o poi anche in Italia. Spero di sbagliarmi, ma il rischio c'è.
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