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giovedì 19 maggio 2011

SAMPDORIA, DIGNITA' E SPORTIVITA' DIFRONTE ALLA RETROCESSIONE

Le lacrime dei tifosi sampdoriani al termine di Sampdoria-Palermo mi hanno commosso e un po’ mi sono immedesimato in loro, in quel “mestiere” difficile che è fare il tifoso che non sempre (in alcuni casi quasi mai) vuol dire gioie, festeggiamenti, soddisfazioni. L’atteggiamento dei sostenitori blucerchiati è da apprezzare e da prendere a modello. Come da applausi è capitan Palombo che va sotto la curva a chiedere scusa. Il seguente articolo casca a pennello e sottolinea come anche difronte ad una retrocessione si possa dare segno di sportività.
La Sampdoria passa dai preliminari di Champions League con il Werder Brema alla bruciante sconfitta subita al Ferraris per mano del Palermo. Un risultato che costa ai doriani il ritorno in serie B, dopo otto anni, con una giornata di anticipo sulla fine del campionato.
Il cileno Pinilla, autore del gol della vittoria rosanero, al momento della marcatura non ha esultato. Neanche i suoi compagni si sono lasciati andare a gesti di gioia.
Dirà poi Migliaccio che l’avversario si rispetta giocando, ma non è leale abbandonarsi a scene di entusiasmo per una rete che vale una retrocessione. Una bella prova di sportività e di sensibilità, che lascia comunque il segno in una partita pur così infausta per i colori blucerchiati
La Samp, che ha vissuto ieri una delle giornate più brutte della sua storia, lancia alcuni segnali positivi a un calcio italiano in preda a una devastante crisi di identità e di immagine.
Innanzitutto un elogio d’obbligo ai tifosi che ieri affollavano Marassi, per dare fino in fondo sostegno alle maglie. Hanno dimostrato con i fatti l’attaccamento alla squadra. Lacrime, amarezza, dolore si sono sprecati sulle tribune del Ferraris. Alla fine, però, solo cori e applausi. I sostenitori della Doria testimoniano che in Italia si può perdere (e andare in serie B) senza penosi isterismi. Dimostrano cosa voglia dire essere tifosi anche nelle circostanze più difficili. I cori di Marassi sono un messaggio d’amore, a futura memoria.
Poi Angelo Palombo, cuore di capitano. Dopo averci messo polmoni e gambe per un intero campionato, trova il coraggio e l’umiltà di chiedere scusa a mani giunte a tutto lo stadio. Una bell’esempio in un mondo certe volte troppo gossipparo, che spesso si perde nel vuoto del nulla.
Infine Riccardo Garrone, il figlio del presidente. Quando la Samp imperversava e conquistava la Champions League, si è saputo tenere in disparte lasciando ad altri gli applausi. Nella giornata peggiore ci ha messo la faccia. Si è presentato per la prima volta davanti a radio, tv e giornalisti riconoscendo gli errori commessi e ribadendo la volontà della famiglia Garrone di riportare al più presto la Samp in A. Una prova esemplare di dignità e chiarezza, che fa ben sperare per il futuro doriano. (
Calciopress)




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2 commenti:

Pakos ha detto...

L'atteggiamento dei tifosi e di Palombo è l'unica cosa da salvare in questa stagione per la Sampdoria. Un'annata davvero negativa...

Cheap FFXIV Gil ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.