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martedì 13 ottobre 2009

DIRITTI TV. PARTE LA SFIDA ALLA PREMIER LEAGUE

Il calcio italiano si mette in mostra: il bando d'asta per i diritti internazionali è stato presentato a Montecarlo, cosa mai successa in passato. Il bando, che scade il 2 novembre, è relativo ad oltre 840 partite di ciascuna delle stagioni sportive 2010-2011 e 2011-2012, vale a dire tutte le 380 partite di Serie A e le 462 di B, oltre ai play off e play out di serie B. La Lega spera di arrivare a circa 80-90 milioni a stagione. Inoltre sono comprese la trasmissione del magazine televisivo settimanale dedicato alla serie A, le interviste, le immagini salienti (attraverso videosintesi) correlate a ogni partita e prodotte dalla Lega calcio, oltre a tutti i diritti di archivio per la stagione in corso e quella precedente. Due le principali novità: La vendita in forma centralizzata in unico pacchetto dei diritti audiovisivi di serie A e B per tutto il mondo, dopo oltre 10 anni di vendita frazionata, e la creazione di una nuova finestra domenicale, con un match alle ore 12.30, in linea con le esigenze di fuso orario e di palinsesti televisivi delle emittenti extra europee". La Premier League è ancora lontana (e sarebbe assurdo pretendere di essere già ai loro livelli). Ogni anno, grazie ai diritti esteri, mette in cassa più di duecento milioni di euro. Dalla sua ha una tradizione ormai consolidata, soprattutto in Paesi come Cina, Giappone, Singapore e c. L'Italia cercherà di colmare, almeno in parte, il gap. Complessivamente la Lega Calcio, guidata adesso dal manager Maurizio Beretta, spera e pensa di portare a casa circa 1 miliardo, o poco meno, a stagione. Un record, un 30% più del passato. Il segno della salute del nostro calcio, che pure non ha pochi problemi. Dietro agli inglesi ci siamo noi, per quel che riguarda i diritti tv. Dobbiamo migliorare (e molto) ancora invece negli stadi e nel merchandising. E' lì la vera sfida del futuro se vogliamo arrivare a competere con la Premier League.
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3 commenti:

Simone ha detto...

Vedere stadi semivuoti non è certo un bello spettacolo da esportare all'estero. Abbiamo strutture obsolete e poco accoglienti. Bisognerà lavorare molto per migliorare i nostri stadi e portarli ai livelli inglesi.

Entius ha detto...

E che dire del merchandising?
In Inghilterra (ma non solo) rappresenta una delle principali voci nel bilancio delle squadre, qui in Italia è un settore inesplorato.

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo con Simone. Se andrà in porto il progetto romano sarà già un grande passo in avanti, pensando agli stadi di Lazio e Roma simili a quelli inglesi..Mi piace molto lo stadio di Genova, io prenderei spunto da lì...ciao