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martedì 11 novembre 2008

GABRIELE SANDRI, PER NON DIMENTICARE

Certi episodi hanno segnato e segneranno la storia del calcio e del tifo. Uno di questi è certamente la morte di Gabriele Sandri avvenuta un'anno fa nella stazione di servizio di Badia al Pino, sulla A1, nei pressi di Arezzo, dopo essere stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco, sparato da un agente della Polstrada intervenuto per sedare una rissa scoppiata tra tifosi biancocelesti e juventini. Fu una domenica triste per il calcio. Morì un giovane tifoso e si scatenò l'inferno in tutta l'Italia, soprattutto a Roma e a Bergamo, dove gli ultras devastarono dappertutto.
Il solito frastuono appena successe la disgrazia con dirigenti e politici che proposero mille soluzioni poi, come sempre, finito l'eco si è tornati alla normalità.
Ma non possiamo e non vogliamo dimenticare. Certe tragedie ci devono ricordare che il calcio è uno sport e che la violenza non fa parte dello sport.
Come scrissi un anno fa, "rimane l'amarezza per un ragazzo che non c'è più e quella stramaledetta sensazione di vuoto ogni volta che pensi che non si può morire a 26 anni." CIAO GABRIELE


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Pare che il poliziotto abbia ammesso le proprie colpe...