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lunedì 8 gennaio 2024

ADDIO KAISER, LA GERMANIA PIANGE FRANZ BECKENBAUER

Un gravissimo lutto ha colpito il calcio tedesco e mondiale: a 78 anni è morto Franz Beckenbauer, una delle più grandi leggende di questo sport. Mediano brillante o libero senza eguali, il Kaiser, ovvero l'Imperatore, ha scritto la storia del calcio con il Bayern Monaco e la Germania, sia in campo che nelle vesti di allenatore. Ha vinto per due volte il Pallone d'Oro. Il decesso avvenuto domenica è stato confermato dalla famiglia. Da diversi anni soffriva di problemi di salute. 
Nato a Giesing l'11 settembre del 1945, Beckenbauer è considerato il migliore calciatore tedesco di ogni epoca ed è stato il primo nella storia del calcio a vincere i Mondiali da calciatore prima e da allenatore poi. 
Franz già a vent’anni insegnava calcio nel tempio di Wembley. Finale Mondiale, quella del ’66. Una possibile rivincita non cruenta della guerra persa. Contro gli odiati inglesi. Finì come finì. Male per i tedeschi con un gol fantasma che non c’era bisogno della Var per annullarlo. Da allora il mondo del pallone cambiò. E lo descrisse bene Gary Lineker quando disse che «il calcio è quel gioco dove si gioca undici contro undici e vince sempre la Germania». 
Infatti da quel momento il Wunderteam, se andava male, arrivava in semifinale. E a guidarlo c’era sempre lui. Dal campo e fuori. Raccontano che ai Mondiali del 1974 in Germania fece fuori il commissario tecnico Helmut Schön e gli concesse solo di sedersi in panchina. La squadra la decideva Kaiser Franz. E lui metteva sempre in campo i suoi amici e lasciava fuori i rivali. I compagni «brutti, sporchi e cattivi» del Bayern di Monaco. Gente come Sepp Maier, Paul Breitner, Gerd Muller e Uli Hoeness. 
Beckenbauer era un Kaiser vero e quella finale la portò a casa, sebbene con l’onta di perdere con l’altra Germania nel girone di qualificazione. Il mondo sbavava per gli olandesi. La marea arancione che non c’era diga capace di arginare. E in finale segnò al primo affondo. Poi il Kaiser alzò la testa. 
Lui giocava sempre senza guardare il pallone tra i piedi. Un libero che era un valore aggiunto per il centrocampo. Un piede sopraffino, un tocco che la palla andava dove doveva andare. Noi italiani l’avevamo ammirato quattro anni prima nello storico 4-3 per gli azzurri all’Azteca. Col braccio al collo per una spalla lussata. Come si fa a giocare così bendati? Non si può. Impossibile per tutti, non per lui. 
Due anni dopo, nel 1972, il titolo europeo e il primo Pallone d’Oro. Il secondo arrivò nel 1976. Ma intanto aveva già vinto tre Coppe dei Campioni consecutive. Un riconoscimento obbligato per un fuoriclasse che non aveva bisogno di trofei per legittimare il suo essere al di sopra del cielo calcistico. 
Non si fece mancare di giocare insieme a Pelè in quei Cosmos che erano il campionato degli sceicchi mezzo secolo in anticipo. Ma la carriera il Kaiser volle finirla in patria, come aveva promesso a se stesso, e chiuse con due annate nell'Amburgo. 
Poco dopo, vista la stima che avevano di lui, la federcalcio tedesca gli affidò la guida della nazionale, e lui la portò in finale ai Mondiali, di nuovo in Messico, ma questa volta nel 1986 anno del trionfo di Maradona. Perse 3-2 per una prodezza del Pibe trasformato in gol da Burruchaga ma si rifece quattro anni dopo a Italia '90, a spese proprio dell'Argentina, con Maradona in lacrime. 
Lasciata la panchina della nazionale nel 1993, dopo una breve parentesi come allenatore dell'Olympique Marsiglia, tornò al Bayern come vicepresidente, ma nel 1994 ne divenne allenatore e vinse il campionato. Poi ne fu il presidente coronando un altro sogno. Ultimo atto prima di entrare definitivamente nell'Olimpo del calcio.

ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.

4 commenti:

Simone ha detto...

Sicuramente uno dei più forti in assoluto della storia del calcio.

Michele ha detto...

Insieme a Scirea e Baresi il migliore in assoluto del suo ruolo.

Stefano ha detto...

@Michele. Non bestemmiare, ti prego. Scirea e Baresi grandissimi campioni, ma Beckenbauer era di un altro pianeta.

Ciro ha detto...

Concordo con Stefano. Beckenbauer era nettamente superiore a tutti nel suo ruolo.