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lunedì 11 luglio 2022

QUELL'INDIMENTICABILE 11 LUGLIO 1982 CHE RICORDEREMO PER SEMPRE

Sono passati 40 anni. Una vita se vogliamo. Molti non erano nati, altri erano troppo piccoli, c’è chi era ragazzino o adolescente e chi era già una persona adulta. Eppure tutti, indistintamente, sono legati a quella fantastica serata dell’11 luglio 1982 quando l’Italia di Bearzot si laureò campione del mondo per la terza volta nella sua storia e l’urlo “Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo” di Nando Martellini riecheggiò in tutte le case. Un successo che è e rimarrà per sempre nella storia del calcio italiano, anzi nella storia dell’Italia. 
Sono arrivati altri trionfi (il Mondiale del 2006, gli Europei dello scorso anno di cui oggi ricorre il primo anniversario), ma quella Nazionale e quella vittoria rimarranno per sempre nel cuore di tutti gli italiani, anche di chi, per ragioni anagrafiche, non lo ricordo direttamente.
Eppure gli inizi non furono per niente semplici. L’Italia partì tra lo scetticismo generale. La stampa muoveva critiche aspre al commissario tecnico, per il gioco, per le convocazioni, per le prestazioni azzurre. 
In effetti la nazionale azzurra nei mesi precedenti non è che avesse incantato molto. E anche sugli uomini che Bearzot portò in Spagna si ebbe molto da ridire, visto che al capocannoniere del campionato Roberto Pruzzo, il nostro ct preferì Paolo Rossi, reduce da due anni di squalifica per calcioscommesse. 
L’inizio del Mondiale non fece altro che dare ragione alla critica. Tre scialbi pareggi con Polonia, Perù e Camerun. Si va al turno successivo, ma con tutt’altro che uno spirito ottimistico. Tanto più che il successivo girone ci mette difronte Argentina e Brasile, due tra le principali candidate alla vittoria finale. Il destino azzurro è ormai segnato. Anzi si teme la figuraccia in queste due sfide. 
E invece proprio quando nessuno se lo aspetta la Nazionale azzurra esplode. Contro l’Argentina, campione del mondo in carica, sono Tardelli e Cabrini a firmare la prima vittoria azzurra del Mondiale spagnolo. E a poco serve il gol di Passarella. 
E arriviamo alla sfida delle sfide. Italia-Brasile. Ai verdeoro, reduce del successo per 3-1 sull’Albiceleste, basta un pari per andare in semifinale. Ma Zico e compagni quel giorno non avevano fatto i conti con Paolo Rossi da Vicenza. Il bomber della Juventus ricambia la fiducia incondizionata del commissario tecnico Bearzot sbloccando il match dopo appena 5 minuti. Purtroppo per l’Italia al 12esimo Socrates fa 1-1. Ma Rossi si è ormai sbloccato e al 25esimo concede il bis: 2-1 per l’Italia. C’è da soffrire contro un avversario molto forte e l’Italia soffre. Al 68esimo Falcao ristabilisce la parità per i brasiliani. Tutto da rifare. Ma è la giornata di Paolo Rossi, lo dicevamo. Il bomber regala e si regala la tripletta personale mandando in visibilio il popolo italico. Ma è una sfida infinita. Antognoni fa 4-2, ma il gol viene annullato per fuorigioco. E al minuto 90esimo Zoff compie un autentico miracolo sul colpo di testa di Oscar. Finisce 3-2. Siamo in semifinale e soprattutto ci andiamo di prepotenza. 
Al penultimo atto ci ritroviamo difronte nuovamente la Polonia di Boniek. Paolo Rossi è ormai in stato di grazia e con una doppietta ci manda dritti dritti in finale. 
Di fronte la Germania. È una sfida intensa. Cabrini nel primo tempo sbaglia un calcio di rigore. A sbloccarla ci pensa sempre lui: Paolo Rossi. Poi è Tardelli a fare il 2-0 e a regalarsi l’immortalità con un’esultanza che rimarrà per sempre nella storia. Il tris lo firma Altobelli (con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini che in tribuna esulta dicendo “ormai non ci prendono più”) e a poco serve il gol di Breitner. Al triplice fischio finale l’urlo liberatorio di Nando Martellini è quello di milioni di italiani pronti a scendere in piazza a fare festa. Siamo Campioni del Mondo. 
È la vittoria della Nazionale, ma è soprattutto la vittoria di una Nazione che usciva da anni bui, difficili, tra stragi, omicidi, lotta armata e via discorrendo. È il trionfo di un popolo che si riscopre orgoglioso dei propri colori, della propria nazionale, della propria terra. Ancora una volta è il calcio ad unire, a far gioire, a far esultare. È un trionfo immortale che i nonni tramanderanno ai nipoti e i genitori racconteranno ai figli. Un trionfo che molti ricorderanno con un orgoglioso “Io c’ero”. E mai come in quel 11 luglio 1982 il popolo italico si è riscoperto orgoglioso. Grazie Azzurri !!!
    
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5 commenti:

Anonimo ha detto...

"Al 68esimo Zico ristabilisce la parità per i brasiliani". Io avevo 8 anni. Era Falcao!

Entius ha detto...

Sì, è vero. Errore imperdonabile. Era Falcao. Correggo subito.

Anonimo Romanista ha detto...

Vado leggermente controcorrente. Ma non é che stiamo un po' troppo "mitizzando" quel trionfo?

Anonimo ha detto...

Ma quale "mitizzando"????

Theseus ha detto...

@AnonimoRomanista. Mitizzando assolutamente no. Anzi, credo che l'alone di "mito" creatosi nel tempo sia più che meritato. Almeno secondo il mio parere.