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domenica 17 ottobre 2021

RIGORI DUBBI, MANCATO FAIRPLAY, MA LA COLPA È NOSTRA

Quante volte lo abbiamo detto? Dieci, cento, mille, un milione, un miliardo di volte. Spesso le partite si decidono grazie a degli episodi. Ecco, Lazio-Inter di ieri sera è stata decisa dagli episodi. Da due in particolare. Dal rigore generoso con cui la Lazio pareggia i conti (Bastoni è in elevazione, la posizione del braccio è congrua al movimento e il gomito è attaccato al corpo: probabilmente da regolamento è rigore, ma il tocco è tutt’altro che volontario) e dal gol di Anderson con Dimarco a terra (i laziali invece di buttare palla fuori, continuano tranquillamente l’azione). Chissà come sarebbe finita senza questi due episodi. Magari avremmo portato a casa i tre punti oppure saremmo comunque tornati da Roma a mani vuote. Ma gli episodi non devono però diventare un alibi. Ok, le decisioni discutibili dell'arbitro Irrati e la scarsa sportività della Lazio hanno influito sul risultato finale, ma nella sconfitta di ieri sera c'é anche molto dei nostri demeriti. 
Abbiamo sbloccato la partita dopo nemmeno un quarto d’ora. A quel punto eravamo padroni del nostro destino. Potevamo e dovevamo chiuderla prima. Segnare il secondo gol, magari anche il terzo e tutti a casa felici e contenti. Ma così non è stato e alla fine siamo stati beffati (in realtà sarebbe più corretto dire che l’abbiamo preso in quel posto). 
Mi sembra evidente che questa squadra ha delle lacune (del resto lo stiamo ripetendo più volte in queste prime giornate di campionato). Innanzitutto manca di personalità e di grinta. Gioca bene, si impone, segna, ma poi arriva quello che chiameremmo "il braccino del tennista". Sembra che ad un certo punto della gara tema di non riuscire a portare a casa il risultato, si fa prendere dal panico, arretra il baricentro. Tutti fattori che, inevitabilmente, finiscono col pesare sulla gara. 
Non amo ricordare il passato e fare dei paragoni con Inter che furono, ma, per dire, l'Inter dello scorso anno aveva grinta e personalità. Riusciva ad imporsi e a non arretrare di un millimetro. Merito, è vero, anche di un Antonio Conte che era molto bravo a tenere i suoi giocatori sulla corda.
E visto che abbiamo citato l'Inter dello scorso anno, in alcuni tratti sembra di vedere l'Inter di inizio stagione dello scorso campionato quando la formazione nerazzurra aveva qualche problemino in difesa. Per fortuna non siamo ai livelli dello scorso anno, ma in alcuni momenti la solidità difensiva nerazzurra sembra che barcolli leggermente. Vi vorrei far notare che in queste prime otto giornate abbiamo subito quasi sempre gol (se non erro, solo contro il Genoa alla prima giornata abbiamo mantenuto la porta inviolata). Nelle prime giornate abbiamo, giustamente dato la colpa ad Handanovic, ma nelle ultime due-tre partite il capitano nerazzurro ha salvato, nei limiti del possibile, la porta in più di un'occasione.
Se vogliamo provare a difendere il nostro scudetto serve un'inversione di rotta  e soprattutto (lo sto ripetendo fino alla nausea) bisogna colmare alla svelta le lacune che questa squadra ha. Inzaghi ha parecchio da lavorare e mi auguro, ci auguriamo, che si metta in fretta all'opera. La stagione inizia ad entrare nel vivo. Martedì arriva lo Sheriff Tiraspol in Champions League e domenica c'é lo scontro contro la Juventus. Due partite che sono già decisive per la nostra stagione, sia in Europa che in Italia, e che pertanto non possiamo sbagliare in nessun modo. Servirà un'Inter quasi perfetta. Riuscirà Inzaghi a fare il miracolo? FORZA INTER !!!

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2 commenti:

Winnie ha detto...

Le colpe sono principalmente nostre, ma la direzione di gara più del mancato fair play laziale, ha influito sul risultato finale. Non c'era il rigore e nell'azione che ha portato al 2-1 doveva essere l'arbitro a fermare il gioco.

Entius ha detto...

Sì Winnie, nessuno mette in dubbio le decisioni discutibili dell'arbitro, ma se fossimo stati sul 3-0 per noi, chissenefrega di un rigore dubbio o di non aver fermato il gioco?