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lunedì 11 gennaio 2021

HANDANOVIC, CONTE E LA LORO RECIDIVITÀ NEGLI ERRORI

Non prendiamoci in giro, il pareggio a Roma può starci. Anzi, sono convinto che una settimana fa ci avremmo messo la firma per pareggiare contro i giallorossi. Ma una settimana fa non avevamo ancora perso con la Sampdoria e purtroppo i tre punti lasciati in quel di Genova da qualche parte bisogna pur recuperarli. Inoltre, particolare non da poco, il problema non è aver pareggiato a Roma, ma, come sottolineava Matrix, “come” è arrivato il pareggio. 
 Due le persone che più di tutti hanno fatto arrabbiare il popolo nerazzurro: Handanovic e Conte. Il nostro portiere/capitano quest’anno è nell’occhio del ciclone per alcune prestazioni non proprio impeccabili, il tecnico nerazzurro per delle scelte che definire scellerate è riduttivo. 
Parliamoci chiaro, è capitato anche nel passato che il portiere sloveno prendesse gol evitabili senza che provasse quanto meno a tuffarsi per cercare di prenderli. Ma se capita una volta ogni 6-7 partite, uno magari chiude un occhio, se capita quasi in ogni partita, diventa difficile e complicato chiudere un occhio. Non so se i due gol di ieri pomeriggio si sarebbero potuti evitare, ma non averci almeno provato inevitabilmente fa incazzare il tifoso nerazzurro medio. 
Ma la quasi totalità della rabbia nerazzurra si è riversata ieri pomeriggio sul nostro allenatore Antonio Conte. Anche qui parliamo di recidività, visto che il nostro tecnico puntualmente ogni partita si preoccupa più di mantenere il minimo vantaggio che di provare a chiudere definitivamente la partita. Questo chiudersi a riccio in un “trapattoniano” 5-4-1 è un madornale errore che non bisognerebbe fare. Perché, come è naturale che sia, arretri il tuo baricentro, ti schiacci nella tua area e sei più soggetto agli attacchi avversari. Tanto più che mosse di questo tipo danno vigoria morale agli avversari. E sorvoliamo sul fatto che ieri pomeriggio siano entrati giocatori inadeguati (Gagliardini), sul viale del tramonto (Kolarov) o totalmente scoglionati (Perisic). Poi magari con calma un giorno il nostro illustrissimo mister (che, è bene ricordarlo, prende 12 milioni di euro l’anno, mica bruscolini) ci spiegherà, con tanto di valida argomentazione, questa sua avversione per la qualità a centrocampo. Forse perché lui era un centrocampista di quantità e ha sempre mal digerito una categoria che reputa una diretta rivale. 
Ma, come sempre scrivo, inutile piangere sul latte versato: bisogna guardare avanti. Come avevo previsto
Milan e Juventus hanno portato a casa i tre punti e di conseguenza i rossoneri sono ora distanti tre punti, mentre i bianconeri sono a soli 4 punti di distacco. (e domenica prossima c’è lo scontro diretto). Mancano ancora due partite del girone d’andata e tutto il girone di ritorno. Nulla è perduto, c’è ancora tutto il tempo per rimediare ai nostri errori e rimetterci in carreggiata. A patto che si inizi a colmare tante piccole lacune che questa squadra ha. Ci vuole più rabbia agonistica, più voglia di portarla a casa. Non è possibile che quasi ogni partita regaliamo il primo tempo agli avversari, né che ci facciamo bucare alla prima occasione. Siamo una gr
ande squadra? E allora dobbiamo dimostrarlo con i fatti, prima che con le parole. FORZA INTER !!!

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3 commenti:

Brother ha detto...

Come sperperare 12 milioni di euro l'anno... Se mi danno 1-2 milioni a me glielo gestisco meglio.

Winnie ha detto...

In effetti da uno che prende 12 milioni di euro l'anno ci aspetteremmo altro. Ma non critichiamo sempre alle prime difficoltà.

Brother ha detto...

@Winnie. Veramente io il parrucchino gobbo lo sto criticando da sempre...