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mercoledì 20 maggio 2020

NEVERKUSEN, STORIA DI UN TRIPLETE AL CONTRARIO

In questi giorni che stiamo rivivendo e celebrando a più riprese il decennale dello storico Triplete del 2010, mi è venuto in mente un pensiero che scrissi in quei frenetici giorni. “Siamo ad un passo dalla gloria ma è bene non dimenticare che camminiamo ancora sul quel sottile filo che divide la gloria dallo “zeru tituli”.”
Noi riuscimmo a vincere tutto, ma ci fu qualcuno che invece riuscì nell’impresa (perché purtroppo di impresa si tratta) di perdere tutto. Stiamo parlando del Bayer Leverkusen, ribattezzato per l’occasione “Bayer Neverkusen” , che nella stagione 2001-2002 riuscì a perdere Meisterschale, DFB-Pokal e Champions League.
Partiamo da due anni prima. Sabato 20 maggio 2000, ultima giornata di Bundesliga. Il Bayer Leverkusen è di scena sul campo dell'Unterhaching. Il Bayern ospita il Werder Brema. Al Leverkusen basta un punto per vincere il Meisterschale, forte del +3 in classifica.

Invece accade l'imprevedibile: l'Unterhaching, che non aveva più nulla da chiedere al campionato, vince 2-0. Apre le marcature un autogol di Michael Ballack, una maldestra deviazione in scivolata. Contemporaneamente all'Olympiastadion Carsten Jancker e Paulo Sergio stendono il Werder nei primi 16 minuti. Al fischio finale è festa, ma per il Bayern Monaco. Il Leverkusen perde in virtù della differenza reti. Un pomeriggio del genere rischia di essere la peggior delusione per una squadra. Eppure, due anni dopo, come dicevamo, la squadra tedesca sarebbe riuscita a fare addirittura peggio.

Sabato 27 aprile 2002, penultima giornata di Bundesliga. Il Bayer Leverkusen gioca contro il Norimberga. La corsa al titolo questa volta è con il Borussia Dortmund, ma la squadra allenata da Klaus Toppmöller è stata in testa per metà stagione e, salvo un crollo tra gennaio e febbraio a cui ha posto rimedio in seguito, sta dominando. E sembra involarsi verso il titolo. A 270 minuti dal termine aveva 5 punti di vantaggio, poi scesi a 2 dopo la sconfitta interna con il Werder Brema. Il Leverkusen arriva a fine aprile e non solo si gioca la Bundesliga, ma ha anche in calendario le finali di DFB-Pokal e di Champions League. Quel 27 aprile lo inizia sognando il triplete. Nessuno immagina che una ventina di giorni dopo tutto possa svanire.
Al Max-Morlox-Stadion di Norimberga il Leverkusen non riesce a ritrovarsi. Un colpo di testa di Marek Nikl fissa il punteggio sull'1-0, mentre il Borussia Dortmund ad Amburgo in contemporanea segna e controlla la partita. Finisce per vincere 3-4. Il Borussia Dortmund sorpassa in vetta, il Leverkusen cade nello sconforto. L'ultima giornata è ancora peggio: il Bayer fa il suo battendo l'Hertha, mentre al Westfalenstadion il BVB soffre e va sotto contro il Werder Brema. Alla fine c'è la rimonta. Il Meisterschale prende la via di Dortmund.
15 maggio 2002. Quattro giorni prima, il Leverkusen ha perso contro lo Schalke 04 la finale di DFB-Pokal, un 2-4 senza neanche giocarsela troppo, contro una squadra certamente inferiore. Zero su due. Rimane una sola partita da giocare: la finale di Champions League a Glasgow contro il Real Madrid dei Galacticos. Raul e Lucio fissano il punteggio sul 1-1 nel primo quarto d’ora, poi Zidane inventa una magia e porta avanti le merengues. Il Leverkusen non si riprende più. Triplice fischio. Il triplete al contrario è completo. Ballack e compagni sono a pezzi. Della squadra che aveva battuto Juventus, Manchester United, Liverpool e Barcellona - più il Bayern - non rimane nulla. E il palmarès, già scarno (Coppa UEFA nel 1988, DFB-Pokal nel 1993 ) non si è mai più riempito.
Alcuni sostengono che quella squadra sia stata la più forte degli ultimi vent'anni a non vincere il titolo di campione di Germania. Quello del Leverkusen non era semplicemente un exploit, ma il punto di arrivo di un percorso iniziato già diversi anni prima. Una squadra costruita per vincere anno dopo anno, aggiungendo pezzi importanti, spesso poi rivenduti a cifre altrettanto importanti (Emerson, Zé Elias, i fratelli Kovac). Altri, invece, tenuti stretti (Neuville, Ramelow, Kistern, Butt, Schneider, Nowotny). Oltre ad autentici campioni come Berbatov, Lucio e soprattutto Michael Ballack. Insomma una squadra fortissima, che ha sognato il Triplete di vittorie. Ma che alla fine fece il Triplete di sconfitte.

3 commenti:

Theseus ha detto...

Vicenda sfortunatissima. Credo che se rigiocano mille volte quelle tre partite decisive non capiterà più di chiudere la stagione con zero titoli.

Mattia ha detto...

Non fu solo sfortuna. Bisogna arrivare agli appuntamenti decisivi anche fisicamente e mentalmente al top. Cosa che non fece il Bayer.

Pakos ha detto...

@Mattia. Anzi direi che ci arrivò abbastanza scarico. Poi in questi casi vincere aiuta a vincere e perdere aiuta a perdere. Basta una partita storta e va tutto a rotoli.