Duecento e non sentirli. Oscar Tabarez 200 volte ct dell'Uruguay e nessuno come lui nel mondo (non sono incluse le gare nelle quali non era stato in grado di sedersi in panchina per malattia o sospensione, come ha confermato la federazione calcistica dell’Uruguay all’Afp). Pareggiando 1-1 con il Perù il Maestro è diventato bicentenario, staccando ancora di più altri ct mitici: Herberger 167 volte tra Germania e Germania Ovest, Olsen 160 con la Danimarca, Meisl 155 con l'Austria.
Un traguardo incredibile se si pensa che da noi il commissario tecnico più fedele è stato Pozzo, 95 volte sulla panchina azzurra, seguito dal grande Bearzot con 88.
A 72 anni Tabarez, un passato anche nel nostro campionato a metà anni novanta nel Cagliari e poi senza troppa fortuna al Milan, guarda al futuro: il Mondiale del 2022 è il suo target, giusto per provare a raggiungere o superare il tedesco Schon, 25 partite dirette nella fase finale, e il brasiliano Parreira 24. Il Maestro è a quota 20. E il tutto nonostante dal 2016 lotta e combatte con un avversario scomodo, una neuropatia cronica, la sindrome di Guillain Barré, che ne mina il sistema nervoso e ne limita la mobilità, ma che non ne fiacca fierezza e orgoglio.
Le sue immagini nello scorso Mondiale russo, in panchina con l’aiuto di una stampella, hanno commosso il mondo del calcio e hanno sottolineato (qualora ce ne fosse ulteriormente bisogno) il legame inscindibile tra l’allenatore e la sua squadra. Senza dimenticare il suo popolo, che lo ama alla follia. Tanto da decidere, lo scorso anno, di dedicargli una statua al centro di Montevideo ma il Maestro, anche in questo caso, ha regalato una lezione di umiltà a tutti e quindi niente statua perché "Tabárez non accetterà un tributo che implica la rottura con lo spirito di unità e di comunione che la squadra nazionale cerca di generare e di incoraggiare".
Un record raggiunto in due fasi. La prima è iniziata il 27 settembre 1988 ed è terminata nel 1990, dopo il Mondiale giocato in Italia. La Celeste fu eliminata agli ottavi proprio dagli azzurri di Azeglio Vicini (2-0 Schillaci e Serena i marcatori). Il suo secondo regno, interminabile, è iniziato nel 2006 e ha avuto il suo apice nel 2011 con la vittoria in Coppa America, nell’edizione in Argentina (24 luglio, 3-0 al Paraguay) e con il quarto posto al Mondiale in Sudafrica nel 2010. Non solo. Perché nel 1987 Tabarez aveva guidato il Penarol, club Montevideo, alla vittoria in Coppa Libertadores.
Insomma, se dici Garra Charrua come fai a non pensare a lui?
2 commenti:
Grandissimo tecnico, non a caso viene chiamato "Maestro". Peccato che in Italia non ebbe molte fortune...
A Cagliari, se non ricordo male, fece discretamente bene. Fu nella seconda squadra di Milano che andò abbastanza maluccio.
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