Dove essere una grande serata di calcio. River Plate-Boca Juniors, finale di ritorno della Coppa Libertadores. Due rivali storiche che si affrontano, con in palio il trofeo sudamericano più prestigioso. Milionarios contro Xeneizes, una serata storica, una delle pagine più belle del calcio argentino. Doveva essere. Invece alla fine è diventata sì una serata storica, ma perché rappresenta una delle pagine più brutte del calcio argentino (e, oserei dire, del calcio mondiale).
Sabato 24 novembre, alle 15.20 ora locale, le tribune del Monumental già contavano 50mila presenti quando, a 500 metri dall’impianto, un gruppo di ultras ha iniziato a lanciare sassi e bottiglie in direzione del bus degli Xeneizes. All’interno del mezzo balli e cori hanno presto lasciato spazio alle grida dei giocatori colpiti dalle schegge dei vetri andati in frantumi. Sei membri della squadra del Boca Juniors hanno raggiunto la pancia del Monumental in preda ad attacchi di vomito, presentando sintomi d’intossicazione e difficoltà respiratorie. Alcuni frammenti di vetro avevano colpito agli occhi il centrocampista Gonzalo Lamardo e il capitano Pablo Perez, costringendoli al trasferimento in ospedale.
La partita è stata rinviata di un’ora, poi, alle 19.24, con gli arbitri in campo e il Monumental che intonava cori accusando gli Xeneizes di scarso coraggio, i presidenti di River e Boca, Rodolfo D’Onofrio e Daniel Angelici, e quello della Conmebol, Alejandro Dominguez, hanno ufficializzato il rinvio della partita. Con l’impegno di disputare la finale di ritorno il giorno seguente, a patto che le squadre fossero “in parità di condizioni”.
A far saltare il banco, però, è arrivato il referto medico del capitano Pablo Perez: campo visivo ridotto e impossibilità di partecipare al match. Venute meno le condizioni di “parità” inserite nell’accordo è dunque arrivata l’ufficialità del rinvio a data da destinarsi. Le parti si incontreranno domani per decidere come è quando recuperarla.
Scartato il prossimo fine settimana per l’imminente sbarco nel G20 nella capitale argentina (30 novembre), la data più probabile resta sabato 8 dicembre. Considerando anche la necessità della Conmebol di presentare un campione sudamericano al Mondiale per club previsto per il 18 dicembre. Tuttavia, non è da escludere neppure la possibilità di assistere a un Superclásico lontano dallo stadio Monumental. Trasferito all’estero per motivi di sicurezza. Una simile decisione rappresenterebbe una pesante sconfitta per Macrì e il suo governo.
Ma ormai il bel giocattolo si è rotto. È evidente che il fascino per l’attesa di un così grande evento ha lasciato spazio alla cruda attualità, a quello che sembra un misero bollettino di guerra. Rigiocare fra una settimana o fra un mese, a Buenos Aires o ad Abu Dhabi, ormai non ha più senso. Forse è più logico assegnare il 3-0 a tavolino al Boca Juniors. Ma la parte sana della tifoseria del River Plate merita questa delusione? Probabilmente no. Ma quando la violenza prevale sullo sport ogni discorso meritocratico cessa di esistere.
Peccato, è davvero un grande peccato. Doveva essere una grande serata di calcio e invece…
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3 commenti:
Abbiamo assistito ad uno spettacolo indegno e vergognoso. Aldilà della decisione sulla disputa della partita, spero ci siano sanzioni severe per il River Plate e per i suoi tifosi.
C'é un precedente proprio in un Boca-River dove venne assegnata la vittoria a tavolino al River perché i tifosi del Boca nell'intervallo aggredirono i giocatori avversari con spray al peperoncino. Seconde me dovrebbe succedere la stessa cosa stavolta.
In quel caso però l'aggressione avvenne dentro lo stadio, stavolta invece è avvenuto fuori. La Federazione sudamericana batte su questo punto per escludere la vittoria a tavolino.
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