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giovedì 22 marzo 2018

QUELL'ITALIA-ARGENTINA IMPOSSIBILE DA CANCELLARE

Ci sono partite che ti rimangono nel cuore. Io non so perché alcune partite rimangono nella mente, perché alcune partite ti rimangono nel cuore e non riesci a toglierle fuori, non riesci a cancellarle.
Provate a parlare con mia madre, provate a chiederle di Italia-Germania. Il suo primo pensiero, la sua prima risposta, sarà Italia-Germania 4-3 del mondiale 1970. Allo stesso modo se gli dite Lazio-Inter quasi sicuramente vi ricorderà Il 5 maggio.
Allo stesso modo se mi dite Italia-Argentina, io ho un solo ricordo. Per me Italia-Argentina, sarà sempre e soltanto la semifinale dei Mondiali 1990. Anche fra vent'anni, anche fra 50 anni, per me Italia-Argentina sarà sempre quella semifinale, sarà sempre quel gol di Schillaci, sarà sempre Zenga che esce vuoto sul colpo di testa di Caniggia, sarà sempre gli 8 minuti di recupero del primo tempo supplementare, sarà sempre Donadoni e Serena che sbagliano il rigore, sarà sempre Olarticoechea che esulta dopo aver parato il rigore decisivo.

Di come quel mondiale mi abbia segnato in positivo l’avrò scritto infinite volte. Di quanto abbia influito sulla mia passione calcistica penso di averlo scritto tante, troppe volte. Solo ora però mi rendo conto di come in 11 anni di blog non abbia mai parlato di quella semifinale mondiale, di quella che fu la prima grande delusione calcistica (e essendo tifoso interista l’elenco di delusioni calcistiche è abbastanza lungo).

Non so neanch'io come definirla quella partita. Mi ricordo soltanto quel 3 luglio la partita seguita insieme a tutta la mia famiglia, mi ricordo l'illusione dopo il gol di Schillaci, mi ricordo quel colpo di testa beffardo di Caniggia e poi i rigori con Olarticoechea che fece il fenomeno su Serena e su Donadoni.
Se dovessi descrivere con una immagine quella semifinale, mi viene in mente forse l'immagine più banale, più sciocca. Mi ricordo una foto su un giornale (mi pare che fosse un giornale locale), Ferri seduto a terra sul campo del San Paolo, sconsolato. Ecco, nel turbinio di immagini, di ricordi, di emozioni, quella foto mi è rimasta impressa più di tutte. E probabilmente se un giorno dovessi andare da un psicologo e questi mi chiederebbe di associare un’immagine a Italia-Argentina, semifinale di Italia ’90, io la assocerei a Riccardo Ferri seduto sul prato del San Paolo quell’ormai lontano 3 luglio 1990.
A 11 anni certe cose ti segnano più di quanto tu possa immaginare e quella semifinale persa, quel Mondiale giocato in casa che non riuscimmo a portare a casa, resterà per sempre una cicatrice che non guarirà mai. E non c’è Germania 2006 o altri 10 Mondiali vinti a cancellare quella serata.
Domani sera a Londra si giocherà Italia-Argentina, amichevole di lusso in preparazione dei Mondiali che si svolgeranno a giugno in Russia e che ci vedrà semplici spettatori. E’ bastato fermarmi un attimo, pensare a Italia-Argentina e il fiume di ricordi è esploso da sé. Senza che riuscissi a fermarlo. Perché certe partite ti rimangono nel cuore e cancellarle è impossibile.

5 commenti:

Lady Marianne ha detto...

Quanti ricordi, quante emozioni. Articolo bellissimo. Grande Entius.

Entius ha detto...

In fondo il calcio cos'é? Ricordi che si confondono con le emozioni, gioie e delusioni che si alternano, momenti belli e brutti che racconteremo a figli e nipoti.

Entius ha detto...

Stasera sono poetico da fare schifo... :-)

Mark della Nord ha detto...

Per me Italia-Argentina è quella dei mondiali del '78 e quella dei mondiali del 1982. La partita di cui parli l'ho rimossa da tempo.
E non ricordo nulla: formazioni, uscite a vuoto, tempi supplementari, rigori.
La mia psiche si è difesa così...probabilmente per non soffrire.

Mattia ha detto...

@Mark. Beato te. Io per questioni anagrafiche non ho visto né quella del 1978, né quella del 1982. E quell'Italia-Argentina me la ricordo abbastanza bene (per fortuna in modo meno traumatico rispetto ad Entius).