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lunedì 22 gennaio 2018

LA VITTORIA SMARRITA E IL FATTO CHE SAPEVAMO TUTTO FIN DALL’INIZIO

Cinquanta giorni. Incredibile, ma vero. L’Inter non vince una partita da cinquanta giorni. Vado a memoria, credo che in questo arco di tempo tutte le altre 19 squadre di Serie A abbiano fatto almeno una vittoria. Persino il Benevento ci è riuscito.
A leggerlo così sembrerebbe un dramma. E forse in parte lo è. Ma non bisogna trascurare che in questo arco di tempo abbiamo incontrato Juventus, Lazio, Roma, Fiorentina e con nessuna di loro abbiamo perso (le sconfitte, ahimé, sono arrivate con Udinese e Sassuolo, le avversarie più abbordabili che abbiamo affrontato in questo lasso di tempo). Come già facevo notare ieri sera, siamo l’unica squadra che non ha perso nessun scontro diretto con le prime della classe. Una piccola soddisfazione, per quanto possa sembrare superflua e inutile.

Ieri sera ci è mancato qualcosa. Di sicuro non il carattere. E nemmeno la voglia di vincerla a tutti i costi. E’ mancato un pizzico di fortuna, forse quel po’ di cinismo sotto porta.
Ecco in questo momento ci manca “il tocco magico” di Perisic e Icardi, dove per tocco magico intendo la capacità di trasformare in gol ogni pallone toccato in area. Non che non ci abbiano provato, anzi tutt’altro. Maurito ha colpito un palo, si è visto deviare da Alisson un tiro molto insidioso, ha avuto due-tre spunti da vero attaccante. Non male per un giocatore che molti tifosi nerazzurri continuano a disprezzare e denigrare (meritano i Forlan e i Zarate…). Al contrario di Perisic che non ha creato grandi pericoli e ha sprecato qualche occasione di troppo.

Poi se volete possiamo stare qui fino a domenica prossima a parlare di Borja Valero che come trequartista lascia a desiderare, di Vecino e Gagliardini sotto tono, di Brozovic che fa un po’ quello che gli pare quando gli pare (compreso non combinare nulla per 41 minuti e poi piazzare il cross decisivo per il pareggio), dell’errore di Santon che ha provocato il gol giallorosso, di Dalbert non ancora inserito nel calcio italiano e nell’Inter, di Eder che non è proprio l’attaccante di riserva che ci servirebbe, di Rafinha e di quanto possa dare alla causa nerazzurra.
La verità è che sapevamo tutto fin dall’inizio. Sapevamo che sarebbe stata un’annata difficile, sapevamo che avremmo dovuto lottare con le unghie con i denti per ottenere un posto in Champions League, sapevamo che la nostra rosa presentava qualche lacuna, sapevamo che qualche giocatore non era proprio da Inter, sapevamo che a gennaio sarebbe stato un mercato all’insegna del risparmio. Sapevamo questo e molto altro. Ma un inizio lanciato e quattro mesi da grande squadra ci hanno fatto dimenticare tutto e ora sembriamo quasi stupiti nell’accorgerci che l’Inter non è quella che sembrava a ottobre-novembre (tra l’altro vi ricordo che in quei mesi abbiamo vinto partite soffrendo più del dovuto, vedi Genoa, Crotone, Benevento).
L’Inter è questa. Ha grinta e carattere, ma anche lacune difficili da colmare. Però può lottare fino alla fine per un posto in Champions League. Anzi sono sicuro che lotterà fino alla fine per centrare la qualificazione. Ce la giocheremo alla pari con Roma e Lazio fino al 20 maggio. Nel frattempo occorre ritrovare la via della vittoria. Quella smarrita 50 giorni fa. Perché va bene la grinta, va bene il carattere, va bene la sfortuna, va bene lottare fino alla fine, ma se non vinci le partite come c***o spero di centrare l’obiettivo che ti eri prefissato ad inizio stagione? FORZA INTER !!!


2 commenti:

Matrix ha detto...

Ieri sera avremmo meritato qualcosina in più. Non è stata solo questione di sfortuna, avremmo dovuto essere più cinici e sfruttare meglio le occasioni. Vincere ieri sera avrebbe significato spingere la Roma a -6 e, aspettando il recupero di mercoledì, tenerla a distanza di sicurezza.
Aldilà di tutte le considerazioni, abbiamo sprecato una occasione troppo ghiotta.

Brother ha detto...

Una leggera flessione può starci, ma cavolo, sono quasi due mesi che non vinciamo. Questo vuol dire che siamo scarsi, parecchio scarsi e che dovremo sudare sette (facciamo quattordici) camicie per conquistare la Champions League. Mi consola solo il fatto che Roma e Lazio non mi sembrano messe meglio di noi.