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giovedì 18 gennaio 2018

ESCOBAR, DOPO 24 ANNI ARRESTATO IL MANDANTE

Dopo 24 anni è stato arrestato il mandante dell'omicidio di Andres Escobar, avvenuto la notte del 2 luglio 1994, cinque giorni dopo l'eliminazione della Colombia dai Mondiali di Usa 1994.
È il 2 luglio del 1994, il giocatore Andres Escobar Saldarriaga viene assassinato con sei colpi di pistola. In qualche modo è ritenuto l'unico colpevole per l’eliminazione della Colombia dal Mondiale americano. Un suo autogol sancisce l’uscita definitiva al primo turno per mano degli Stati Uniti padroni di casa. Sconfitta per 2-1. Lui, capitano 27enne e leader di quel gruppo, torna a casa triste per il risultato. Ma ancora non sa di aver firmato la sua condanna a morte.

In Colombia ora comandano quelli del cartello di Cali. Il calcio è nelle loro mani, come è successo anni prima con Pablo Escobar, re dei narcotrafficanti del cartello di Medellin. Pablo, che con le sue fortune ha finanziato l’Atletico Nacional, dove proprio Andres Escobar milita.
Nella notte del 2 luglio sei colpi di pistola spaccano il silenzioso parcheggio di un locale a Medellin. Il calciatore muore subito dopo. Chi ha sparato è Humberto Muñoz Castro, condannato in seguito a 43 anni di prigione, tornato in libertà nel 2005. Ma quell’omicidio ha un mandante: Juan Santiago Gallon Henao, narcotrafficante di prim’ordine che solo da poche ore ha iniziato a pagare i suoi debiti con la giustizia.

Morire per un autogol. E' questa la triste storia del capitano della Colombia Andres Escobar ai Mondiali del 1994. E' il 22esimo del primo tempo di Usa-Colombia quando Paul Caligiuri appena fuori dell’area di rigore crossa il pallone da sinistra, Escobar sbaglia il tempo e il modo dell’intervento e procura una sfortunata autorete. La prima della carriera che gli sarà fatale. Valderrama e compagni sconfitti e tutti a casa tra lo stupore generale.
Lo sfortunato Andres, infatti, non ha alcun legame con l'allora re dei narcos Pablo Escobar, ma ha la sfortuna di aver fatto perdere un sacco di soldi al cartello della droga per una scommessa che si era rivelata sbagliata. L'auto sulla quale fuggirono i quattro uomini risultò di proprietà dei fratelli Pedro e Santiago Gallón Henao ma i due, secondo quanto raccontato anni fa dal pluriomicida John Jairo Velàsquez Vasquez al 'The Guardian', avevano incontrato un procuratore e gli avevano dato tre milioni di dollari per non indagare su di loro, imponendogli di spostare tutta l’attenzione su una guardia del corpo. Così vennero scagionati da ogni accusa e per l'omicidio venne arrestato Humberto Munoz, che confessò di aver sparato al difensore. Condannato a 43 anni di carcere, ne scontò undici, e nel 2005 tornò libero.
Una svolta arrivata dopo quasi 24 anni, decisamente troppi per dare giustizia alla famiglia di Escobar. Ora Henao rischia di subìre il processo negli Stati Uniti, il che potrebbe comportare una pena pesantissima.


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1 commento:

Stefano ha detto...

Mi ricordo quell'episodio e il clamore che fece all'epoca. Morire per un autogol...
Quell'assassinio nel bel mezzo di un Mondiale diede una forte scossa.