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martedì 14 marzo 2017

SPAL CAPOLISTA A SORPRESA DELLA SERIE CADETTA

 LATO B Appunti sulla Serie Cadetta 
La Serie B è sempre pronta a stupirci e a regalarci nuove storie da raccontare. Dopo Carpi, Frosinone e Crotone, questa stagione è il turno della Spal. La storica squadra di Ferrara con la vittoria di sabato sul Cesena, si trova per la prima volta in vetta alla Serie B, forte dei due punti di vantaggio sul Frosinone e tre sul favoritissimo Verona.
Dietro ai successi della rivelazione emiliana, neopromossa dalla Lega Pro, c’è un gruppo molto giovane (età media 25 anni) costituito da ventisette giocatori unicamente Made in Italy, una controtendenza rispetto alle politiche di mercato che la rendono una vera eccezione tra Serie A e B. Un mix tra vecchi e giovani uniti dentro e fuori dal campo, dove trascorrono diverso tempo insieme.

Sono ventuno le partecipazioni della Società Polisportiva Ars et Labor nel campionato di Serie A, sedici delle quali nel torneo a girone unico con un quinto posto datato 1960.
Retrocessa in C1 nel 1993 e lontana dai riflettori per oltre un ventennio, la Spal è stata colpita da un crack societario nel 2012 che l’ha fatta scivolare addirittura tra i dilettanti. Soltanto la fusione con la vicina Giacomense e l’arrivo di una proprietà seria e competente le ha permesso un’immediata rinascita così da riportarla lo scorso anno in B dopo ventitré di assenza.

Partiti con l’obiettivo salvezza trasformatosi inevitabilmente in sogno di gloria grazie principalmente ad un rendimento casalingo super: 10 vittorie, 4 pareggi ed una sola sconfitta (contro il Verona) al Mazza di Ferrara parlano da sé.
Merito di uomini giusti nel posto giusto, a partire dal tecnico Leonardo Semplici (capace di costruirsi la propria carriera da allenatore dall’Eccellenza fino alla Serie B), uomo di carattere e timoniere del binomio vincente campionato-Supercoppa dell’anno scorso. Un uomo pacato e tranquillo, dicono di lui. Il classico personaggio che non parla moltissimo ma che quando lo fa, si fa sentire. Abile a riconoscere il momento giusto per ogni cosa: quando confrontarsi con la squadra e caricarla e quando lasciare i giocatori invece più spensierati. Ossessionato dallo studio degli avversari e dall'educazione tattica con schemi provati e riprovati in allenamento. Una squadra collaudata dove chiunque gioca, lo fa alla grande. 3-5-2 il marchio di fabbrica.
Un plauso va anche il direttore sportivo Davide Vignati che quest’estate ha avuto il coraggio di chiedere in prestito ragazzi promettenti come il portiere Alex Meret, vice campione d’Europa under 19 e Alberto Cerri, oggi in forza al Pescara.
Presidente di questa sorprendente realtà è un certo Walter Mattioli, 64 anni e già artefice del miracolo Giacomense, la squadra del suo paese (Masi Torello), portata in vent’anni dalla Terza Categoria alla Lega Pro. La continuità dei successi della matricola emiliana sembra avere contagiato l’intera città che ha risposto all’appello positivamente. Lo stadio “Paolo Mazza” vanta ben 4200 abbonati e un numero di spettatori che sfiora continuamente il tutto esaurito. Segno che Ferrara ci crede. Il sogno Serie A sta diventando realtà.
 Pakos 

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5 commenti:

Simone ha detto...

Spal, Frosinone, Benevento nelle prime quattro posizioni. A Lotito prenderà un coccolone sicuramente...

Salvatore ha detto...

Il problema è che queste belle storie di calcio durano giusto una stagione. Ottengono la promozione in Serie A, retrocedono l'anno dopo e fine della storia. Squadre competitive in Serie B poi risultano squadre materasso in Serie A.

Gaetano ha detto...

Leggendo la classifica qualche giorno fa, facevo la stessa riflessione di Simone.
In fondo però Lotito non ha tutti i torti, basti vedere che impatto hanno sulla serie A squadre come Crotone e Pescara.
Ritengo che sia doveroso ritornare ad una A a 18 squadre.
20 squadre servono solo a giocare 4 partite in più con un intasamento dei calendari e con rischio di infortuni per i giocatori delle squadre che lottano per obiettivi che non siano la salvezza e dulcis in fundo perché non è possibile arrivare a Febbraio sapendo già chi è retrocesso e togliendo patos a molti scontri.

Pakos ha detto...

Il problema non sono le 20 squadre ma il divario esagerato venutosi a creare tra le Big e le altre. Molte delle squadre che militano nell'attuale serie A non possono competere con le prime della classe. In questa situazione sono troppe anche 18 squadre.

Gaetano ha detto...

Daccordo Pakos, quanto dici non è del tutto sbagliato, ma scendere sotto le 18 squadremi sembra un po' eccessivo perchè si rischierebbe davvero di tagliare fuori definitivamente il Sud (Napoli escluso) dal calcio che conta. 18 a me sembra un numero giusto.