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lunedì 5 dicembre 2016

IO STO CON LULIC (smettiamola di difendere il "provocatore" Rudiger...)

 CLASSE AAnalisi e commenti sul Campionato Italiano 
“Rudiger? Già parlava prima della partita, due anni fa a Stoccarda vendeva calzini e cinture e adesso fa il fenomeno.”

“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Se non ricordo male questo dice il terzo principio della dinamica (se sto sbagliando il mio professore di Fisica mi perdonerà). Cosa c’entra la Fisica con la frase impopolare e fuori luogo di Lulic ai microfoni di Mediaset Premium dopo l’infuocato derby romano?
C’entra perché presa a sé la frase del giocatore biancoceleste è semplicemente una espressione razzista che merita una sanzione pesante (addirittura 10 giornate). Ma se analizzata nel contesto assume ben altro connotazione.
Sì, perché Rudiger già nei giorni scorsi aveva usato una frase poco gentile nei confronti degli avversari (“Non conosco la società e non mi interessa conoscerla”), ma poi ieri in campo ha continuato con le provocazioni.

L’espulsione di Cataldi parte tutto da Rudiger che provoca il giovane giocatore laziale (poi arriva Strootman che gli getta acqua addosso, il giocatore biancoceleste strattona l’avversario che cade a terra come colpito da un meteorite e Cataldi si becca l’espulsione mentre Strootman se la cava con un’ammonizione).

E, come sostiene il principio della dinamica sopracitato, ad ogni azione (di Rudiger) corrisponde una reazione uguale e contraria (di Lulic). Che poi, parliamoci chiaro, non è che ci sia tutto questo razzismo nella frase del giocatore della Lazio. I calzini li vendono anche i bianchi e non ci vedono niente di discriminatorio.
Sia chiaro non sto difendendo Lulic, le sue dichiarazioni sono pesantissime, non possono passare inosservate e meritano di essere sanzionate. Ma prima di gettare la croce sul giocatore bosniaco rendiamoci conto che non è l’unico ad aver sbagliato. Se il giocatore laziale merita 10 giornate di squalifica, l’atteggiamento di Rudiger andrebbe punito con 2-3 giornate.
Perché, parliamoci chiaro, è sempre facile criticare i tifosi per gli scontri, per le coltellate che volano, per la conta dei feriti che ogni volta bisogna fare. Perché non puntiamo il dito anche contro chi non fa nulla per distendere gli animi, ma anzi getta benzina sul fuoco con dichiarazioni provocatori e atteggiamenti da bulletto di periferia?
Invece di prendere come unità di misura il razzismo, prendiamo l’atteggiamento sportivo. Converrete con me che dal punto di vista della sportività Lulic e Rudiger non abbiamo avuto poi atteggiamenti così diversi e lontani. Antisportivo chi dà del venditore di calzini all’avversario, antisportivo chi a partita in corso va a provocare un avversario che tra l’altro si stava riscaldando a bordo campo e non stava certo disturbando qualcuno.
Ma in Italia guai ad essere razzisti o a sembrare di esserlo. E se dici qualcosa contro una persona di colore sei per forza razzista, anche se gli dai del “pezzo di m…a” o lo chiami “venditore di calzini”. Bah…


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3 commenti:

Salvatore ha detto...

Permettimi di dissentire. Un conto è quello che succede in campo, un conto le stronzate che si dicono davanti ad un microfono. In campo, l'agonismo e la tensione può portarti a fare sciocchezze e può starci.

Stefano ha detto...

Ma da quando in qua dare del venditore di calzini è razzista? Non gridiamo sempre allo scarico.

Stefano ha detto...

Scusate, volevo dire non gridiamo sempre allo scandalo.