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mercoledì 25 maggio 2016

INFINITO CALCIOSCOMMESSE: PARTITE TRUCCATE AD AVELLINO (ma è solo l'inizio...)

Le inchieste di calcioscommesse sono come le ciliegie ( tipico frutto di questo periodo): una tira l’altra. E’ di lunedì la notizia che il Procuratore della Figc, Stefano Palazzi, ha avviato la procedura di apertura di un'inchiesta della giustizia sportiva a seguito dell'indagine portata avanti dalla Procura di Napoli in merito all'arresto di 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) del gruppo di camorra "Vanella Grassi" di Secondigliano in un'operazione sull'attività del clan su scommesse e partite di serie B.

Nell’inchiesta della Dda napoletana, condotta dal pm Maurizio De Marco e coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice ballano reati pesanti e nella vicenda sono implicati anche quattro ex calciatori dell'Avellino, squadra scesa in campo in entrambe le partite sotto inchiesta. A Luca Pini, un ex, e Francesco Millesi, finito all’Acireale, entrambi ai domiciliari, il pm contesta la frode sportiva e il concorso esterno in associazione mafiosa. Per gli stessi reati è solo indagato il genoano Armando Izzo. Per gli inquirenti, tutti e tre "si sono messi stabilmente a disposizione del clan allo scopo di influire fraudolentemente sui risultati delle partite...".

Izzo e Millesi in particolare avrebbero dato un "concreto, specifico, consapevole e volontario contributo...". Meno grave sembra invece la posizione di Maurizio Peccarisi, anch'egli ex Avellino, per il quale l'accusa sarebbe 'solamente' di frode sportiva.
Le scommesse illecite servivano al clan per fare denaro ma, soprattutto, per riciclare quello ottenuto con droga ed estorsioni. 400mila euro in contanti le puntate che per due volte vengono fatte sulle partite incriminate.
I Vanella Grassi, un clan camorrista di prima grandezza a Scampia e Secondigliano, decide di reinvestire i proventi illeciti di spaccio ed estorsioni nelle scommesse calcistiche e per farlo si rivolge all’ambiente dell’Avellino. Siamo alle ultime battute del campionato di B 2013-14 e gli irpini, provano a conquistare i playoff. È Luca Pini, ex calciatore la figura chiave cui si affidano i capi clan, i fratelli Antonio e Umberto Accurso: il primo verrà arrestato mentre divide l’incasso della seconda partita proprio con Pini, deciderà di collaborare e sulle sue rivelazioni oggi si regge l’inchiesta; Umberto, invece, lo hanno arrestato l’11 maggio scorso dopo due anni di latitanza.
E' il capo-clan Antonio Accurso a contattare Pini per avviare la combine, riuscita, delle partite Modena-Avellino del 17 maggio 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio. Pini si preoccupa poi di corrompere Izzo e Millesi per truccare le partite. In ciascuna delle due gare vengono scommessi 400 mila euro e se nella prima il guadagno è di soli 60 mila euro, ottenuti giocando sul gol subito dall'Avellino (che perderà per 1-0), bottino minore rispetto alla giocata sul risultato che non fu effettuata per il rifiuto del portiere Seculin di aderire alla combine, nella seconda si arriva a 110 mila perché la vittoria per 3-0 dei 'Lupi' viene data per certa da Millesi visto che giocheranno contro una Reggina imbottita di giovani.
L'inchiesta è però probabilmente solo all'inizio, il procuratore aggiunto Beatrice ne è convinto. "In alcune squadre - dice - ci sono soggetti che hanno relazioni con cui rendono illecita la loro attività. Siamo all'inizio di un’indagine che potrebbe avere importanti sviluppi. Non è finita qui".
E infatti già si parla di altre quattro partite dell’Avellino (tutte giocate in quel mese di maggio). Insomma, ci aspetta un'altra calda estate di passione. E non solo per gli Europei che inizieranno a breve.

2 commenti:

Stefano ha detto...

Notizia fresca di giornata. Secondo "La Repubblica" casi di calcioscommesse anche in Serie A. Cinque partite sotto l'occhio del ciclone, tutte vedrebbero coinvolte il Frosinone.

Simone ha detto...

La cosa che mi fa sorridere è che c'è ancora gente che si meraviglia. Si è capito da parecchio tempo che il calcioscommesse è ormai parte quasi integrante del calcio. Ogni giocatore ha un prezzo, basta fargli l'offerta giusta.
Chi non accetta non lo fa per onestà sportiva ma perché l'offerta non è sufficientemente convincente.