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domenica 11 ottobre 2015

"ALL'INTER CI ALLENAVAMO 10 CONTRO 11". MOURINHO E L'ANNO DEL TRIPLETE

Ci allenavamo 10 contro 11 per essere pronti in caso di espulsione. Ho sempre avuto la sensazione che gli arbitri commettessero errori a catena a nostro sfavore”.
José Mourinho non ha mai avuto peli sulla lingua. Ha sempre detto le cose come stavano. Forse per questo in Italia non gode di molta simpatia (e in questo periodo non si contano le bottiglie di spumante stappate per festeggiare ogni partita negativa del suo Chelsea).
A far discutere questa volta sono alcuni estratti della sua autobiografia che il quotidiano portoghese Globoesporte ha pubblicato in anteprima.
In particolare c’è un passaggio che ben riassume gli ultimi mesi frenetici del campionato 2009-2010 "Quanto più ci concentravamo sulla Champions League - ricorda Mourinho - quante più difficoltà poi incontravamo in campionato. Abbiamo patito alcune sconfitte, c'era una Roma molto forte, ma ho avuto sempre la sensazione che gli arbitri facessero contro di noi errori a catena. Ad un certo punto ho iniziato ad allenare la squadra a giocare in 10 contro 11, per essere pronti nel caso in cui avessimo perso un uomo per espulsione. Ma mi sono dimenticato di fare gli allenamenti in 9 contro 11, come contro la Sampdoria quando furono espulsi due dei nostri".

La partita ve la ricorderete tutti, fu quell’Inter-Sampdoria delle famose manette di Mourinho. Anche se, a conti fatti, di partite controverse, come ricorda lo stesso tecnico portoghese ce ne furono parecchie (all’epoca feci anche un breve riepilogo).
Il volume “José Mourinho”, che uscirà in Italia il 19 novembre pubblicato da Tea, si apre con l’introduzione scritta dal portoghese (“Ringrazio il gioco del calcio per avermi permesso di realizzare i miei sogni di bambino”, scrive Mourinho) per poi aprire il percorso fotografico. A ogni foto una lunga didascalia, come quella della finale 2010 della Champions League, Inter-Bayern: “Era come se fossi in campo anch’io: qui sto cercando di impedire a Robben di battere velocemente una rimessa laterale”.
Ma gli anni di Inter sono stati soprattutto anni di successi e gioie indimenticabili. E di rapporti indelebili come quelli con Wesley Sneijder, Marco Materazzi e Javier Zanetti: "Sneijder era un numero dieci speciale, Zanetti il mio capitano e anche Materazzi è stato importante. Gente come lui ha fatto la storia dell'Inter".
Nel libro anche una frase che fotografa al meglio la sue essenza: "Sono in grado di sorridere anche con una sconfitta. Sapete il motivo? Perché voglio raggiungere e vincere la prossima partita. La reazione è sempre forte, perché sono consapevole che una sconfitta è l'inizio di un nuovo periodo di vittorie."
Insomma, un Mourinho mai banale. Come è sempre stato nella sua indole. Un personaggio che i propri tifosi hanno sempre amato e che gli avversari hanno sempre mal digerito. Del resto, come lui stesso disse una volta, “neanche Gesù piaceva a tutti”.

11 commenti:

Brother ha detto...

Mourinho è sempre stato un passo avanti rispetto agli altri. Aveva fin da subito capito l'andazzo e si è adeguato di conseguenza. Anche questo vuol dire essere un grande allenatore, uno Special One.

Carlo Sandri ha detto...

Mourinho è mal digerito dagli avversari (quali il sottoscritto, ad esempio) non perché sia particolarmente autentico o diretto, ma perché nella gestione della comunicazione è uno scorretto ed un provocatore seriale.
L'esempio che ha fatto lui stesso è perfettamente calzante: entrambe le espulsioni subite dall'Inter in quella partita erano nette e lui, pur sapendolo, se ne lamenta ancora ad anni di distanza.
"Purtroppo" Mourinho è una persona intelligente e dichiarazioni come queste seguono una strategia ben precisa: innervosire gli avversari e creare un clima di continua pressione psicologica nei confronti degli arbitri. Il tutto non si realizza solo nelle conferenze stampa, ma anche tramite gli atteggiamenti dei suoi giocatori in campo, che sotto le sue gestioni diventano sempre particolarmente nervosi, scostanti e propensi al piagnisteo nei confronti degli arbitri. Ora, tutto ciò secondo me permette di ottenere dei vantaggi (seppur ridotti, perché per fortuna molti sanno resistere alle provocazioni), ma è ovvio che faccia perdere la stima degli avversari.
Io da juventino non ho nessuna stima di questo suo lato, mentre ho stima per altri avversari che hanno vinto anche di più, ma con un altro stile.

Mark della Nord ha detto...

Certo, come no.
Due "espulsioni nette" quelle comminate da Tagliavento, lo stesso arbitro che a Torino batterà il record mondiale di goals irregolari convalidando, dopo 18 secondi (18 secondi!!) la rete di Vidal in fuorigioco di 2 metri; per non parlare delle altre nefandezze commesse nel primo tempo di quella partita come, per esempio, non sanzionare nemmeno con il giallo un intervento di Lichtsteiner che era da rosso diretto.
La verità è che Mourinho sta sulle balle a tanti sia perché è un vincente e sia perché non le manda a dire: tanto ad arbitri e collaboratori quanto a dirigenti e presidenti.
Per non parlare di giornalisti e pennivendoli.

Carlo Sandri ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=VSMOYpjIHlo

Qui c'è una sintesi della partita, in cui manca purtroppo il primo cartellino giallo di Cordoba, che invece (da una rapida ricerca) ho trovato qui, intorno al minuto 4:20 :

https://www.youtube.com/watch?v=PIyLnQE3GUU

Su quale delle espulsioni vi sembra che abbia sbagliato Tagliavento?

(Oh, naturalmente non abboccherò al solito tentativo di parlare d'altro. Ho già detto tutto ciò che avevo da dire su quella Juve-Inter nelle discussioni apposite.)

Mark della Nord ha detto...

Qui non si sta dicendo che l'arbitro ha sbagliato in occasione delle due espulsioni (anche se ce n'era una soltanto; il primo giallo a Cordoba è proprio ridicolo: con lo stesso metro di giudizio andava ammonita mezza serie A dell'epoca. In circostanze simili l'arbitro, la prima volta, si limita ad avvertire il giocatore che se esce ancora dalla barriera prima del fischio verrà ammonito).
E non si sta neppure gettando l'esca, perché qualcuno "abbocchi", nel tentativo di sviare e poter parlare in tal modo di altro (non è nello stile del sottoscritto).
Si sta dicendo che Tagliavento ha usato (come gli capita spesso quando arbitra l'Inter) due pesi e due misure (ecco giustificato l'esempio di Torino, quello più eclatante).
Per la cronaca: la tacchettata di Pazzini a Lucio andava sanzionata subito con il rosso, come avviene sempre (o dovrebbe avvenire, a quanto pare) per i falli intenzionali gravi.
Quest'arbitro è davvero sfortunato quando ci dirige.
Almeno quanto è attento, preciso e infallibile (e generoso) con altre squadre.
E fosse il solo...

El Cabezon ha detto...

www.pianetasamp.blogspot.com

Da tifoso blucerchiato ricordo benissimo quel famoso Inter-Samp, le espulsioni furono forse eccessivamente fiscali ma ci stavano entrambe, altrochè se ci stavano!
Concordo poi con Carlo Sandri su Mourinho: qui non si tratta di personaggio che sta sulle balle perchè vince ( almeno non è il mio caso ) ma di uomo che si rende odioso con le sue continue provocazioni e polemiche, coi suoi piagnistei, con l'irridere spesso e volentieri gli avversari, un saltimbanco che alza la cresta solo perchè, allenando sempre degli squadroni, sa che la vittoria non tarderà ad arrivare e nel calcio chi vince ha sempre ragione!
Se mai lo esonerassero dal Chelsea ( evento che considero quasi impossibile...) di certo non stapperò alcuna bottiglia di champagne, ma un sottile godimento per questo presuntuoso lo proverò di certo...ciao!

pippo ha detto...

che arbitro sfortunato tagliavento....con l'inter.partite arbitrate 28 :vinte 18,pareggiate 4,perse 6.(serie a e coppa italia)proprio sfortunato....figuriamoci quelli fortunati.

pippo ha detto...

con la juve se non ricordo male 17 partite: 7 vinte,4 pareggiate,6 perse.
mi sembra che quest'anno non ci abbia ancora arbitrato.....magari domenica.

Mark della Nord ha detto...

Nella maggior parte delle partite che si è riusciti a vincere con Tagliavento come arbitro si è compiuto una vera e propria impresa (come quella di Torino).
Infatti non è stato sufficiente vincere una volta soltanto: si è dovuto vincere 2 e anche 3 volte nei 90 minuti.

Carlo Sandri ha detto...

A me risulta che un giocatore che costringe a ripetere la punizione uscendo dalla barriera sia ammonito nel 99% dei casi. In quel caso, dire che Cordoba sia uscito dalla barriera è riduttivo... un altro paio di metri e la poteva tirare lui stesso la punizione!
Comunque volevo sottolineare che, a prescindere da quali altri arbitraggi possa aver fatto Tagliavento nella sua carriera, quello lì era tutt'altro che scandaloso: anzi, gli errori commessi (concordo che potesse essere più severo con Pazzini) mi sembrano pochi in relazione al clima da esaurimento nervoso che si respirava fin dal primo minuto, con giocatori caricati a mille che facevano un fallo ed una protesta plateale dietro l'altra. Ciò nonostante, come spesso accade, è ormai passata (anche "grazie" al soave gesto delle manette) l'idea che Tagliavento in quella gara abbia fatto chissà che, e non ce la toglieremo più.
Per cose come queste, Mourinho non mi piace, mentre mi piacciono un Ancelotti, un Sacchi, un Klopp... gente che alla fine di quella partita, e anche durante, avrebbe parlato solo di calcio.

(Poi, se nel corso dei prossimi decenni si potesse considerare archiviato quel pessimo arbitraggio in Juve-Inter 1-3, totalmente irrilevante ai fini dei campionati dell'una e dell'altra squadra, preceduto e seguito - come normalissimo che sia - da molti altri scontri diretti con errori anche plateali da una parte e dall'altra - Castellazzi su Marchisio in area forse merita la palma d'oro di questo periodo - , forse sarebbe anche una cosa logica.)

pippo ha detto...

beh allora è come se aveste vinto 54 partite con tagliavento ma senza punti.ora capisco perchè non avete vinto lo scudetto in questi 5 anni......