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venerdì 14 agosto 2015

STORIE DI BIDONI - JORGE CARABALLO

Acquistati con la fama di campioni in grado di fare la differenza e finiti presto nel dimenticatoio. Sono tanti i bidoni arrivati in Italia preceduti e/o seguiti da grandi titoli di giornali e grandi aspettative dei propri tifosi e andati via senza troppo rimpianti. Elencarli tutti è impossibile, proveremo a ricordarne qualcuno.

JORGE WASHINGTON LARROSA CARABALLO
Luogo di Nascita: Trenta y Tres (Uruguay)
Data di Nascita: 05/05/1959
Ruolo: Centrocampista
Squadra: Pisa

Italia, estate 1982, il Patron del Pisa Calcio Romeo Anconetani è alla ricerca di rinforzi per il club di cui è Presidente. Pertanto, riaperte le frontiere al mercato estero da un paio d’anni, progetta l’acquisto di un talento uruguayano sconosciuto, da lanciare nella massima Serie. Sarà così che il destino della squadra toscana si incrocerà con quella di Jorge Caraballo, giovane centrocampista del Danubio. Nell’organigramma societario nerazzurro era presente anche Adolfo Anconetani, figlio del Presidentissimo, vissuto sempre all’ombra dell’ingombrante figura paterna. Il caso volle che in quei giorni il padre, impegnato in altre attività, si vide costretto ad affidargli questo importante incarico: partire per l’Uruguay allo scopo di ingaggiare un giocatore di spessore.
Purtroppo Adolfo era uno sprovveduto che non aveva assolutamente la competenza calcistica del padre. Adolfo, giunto in Uruguay, pare che venne a sapere dell’esistenza di una giovane promessa, per l’appunto Caraballo, addirittura su semplice segnalazione di un tassista di Montevideo!
L’affare fu presto concluso: l’indegno figlio di cotanto padre e il presunto campione sbarcarono quindi all’aeroporto di Pisa il 16 Luglio 1982, accolti da una marea di tifosi in festa. “Sarò il nuovo Schiaffino” afferma spavaldo il giovanotto. Ci vuole poco perché gli applausi che accompagnarono il suo arrivo si trasformino in sfottò.
L’allenatore del Pisa, Vinicio, dall’alto della sua esperienza, si rese subito conto con chi aveva a che fare, e da subito lo confinò in panchina, concedendogli pochissime chanches. L’episodio simbolo della sua disavventura italiana si racchiude nella partita di Coppa Italia Pisa-Bologna: mancano pochi minuti alla fine della gara, il risultato è inchiodato sullo 0-0 e l’arbitro ha appena concesso un calcio di rigore ai toscani. A quel punto Jorge, con una determinazione mai vista in lui, si avventa sulla palla, la stringe fra le mani con rabbia, e guarda la panchina in cerca di un cenno di assenso dell’allenatore, che, seppur controvoglia, approva, alla fine forse convinto dalla grande sicurezza che paventa il giocatore in quel preciso momento. Ottenuta l’approvazione, si avvia verso l’area di rigore, deposita accuratamente la passa sul dischetto, prende la fatidica rincorsa e al fischio dell’arbitro parte con il tiro: la realizzazione è a dir poco impietosa, appena il suo piede colpisce la palla parte una “ciabattata” che termina direttamente in Curva Sud. Comunque, nonostante la zavorra di questo “Bidone”, il Pisa riuscirà a cogliere il miglior piazzamento in campionato della sua storia, un dignitoso undicesimo posto: di certo non grazie a lui.
Lasciata in tutta fretta l’Italia, dopo sette partite che il compianto Romeo Anconetani bolla come “oscene”, si trasferì in Ecuador nel Machala. Una leggenda metropolitana racconta che oggi, per sbarcare il lunario, faccia addirittura il tassista tra Caracas e Montevideo.
 Articolo tratto da: www.calciobidoni.it

 BUON FERRAGOSTO A TUTTI !!! 

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1 commento:

Stefano ha detto...

Negli anni '80 sono arrivati in Italia un sacco di pseudo-campioni, molti dei quali erano dei bidoni clamorosi.
Il fatto è che all'epoca c'era meno tecnologia e allora bastava un suggerimento di un tassista per pensare di avere in mano un potenziale campione. Oggi tramite Internet e varie pay-tv di ogni giocatore si sa vita, morte e miracoli.