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martedì 9 dicembre 2014

NON ERA (SOLO) COLPA DI MAZZARRI

"Da fuori avevo una percezione diversa di questa squadra. Credo che il mio lavoro sarà più difficile di quanto pensassi". Parole di Roberto Mancini all’indomani della sconfitta casalinga contro l’Udinese. Chissà se dopo quattro settimane si è già pentito della scelta fatta a metà novembre. Sarebbe interessante chiederglielo anche se quasi certamente non verrà certo a dirci la verità.
La verità è che questa Inter sta messa davvero male e che il compito di Mancini sta diventando più arduo di quanto lui immaginasse. Se il pareggio nel derby e la sconfitta con la Roma potevano anche starci (fermo restando che avremmo potuto fare di più…), perdere in casa contro l’Udinese dopo un grande primo tempo non è assolutamente ammissibile.

Persino il discorso sul diverso approccio alla gara rispetto alla precedente gestione lascia il tempo che trova. Rimane il fatto che l’Inter di Mazzarri aveva dei problemi di fondo che Mancini si è ovviamente ritrovato. Come la difesa imbarazzante (otto gol in quattro gare “manciniane”, difesa a tre o a quattro rimaniamo una pericolosa groviera), come il pessimo stato di forma di Rodrigo Palacio (è come se nella Juventus fosse in crisi Tevez o nel Napoli Higuain), come la mancata maturazione di Kovacic (anche se bisogna dargli tempo), come il fatto che in certi momenti questa squadra sembra che non abbia né arte né parte.

Mancini ci sta mettendo molto del suo ma in certi momenti non basta. Se i ragazzi sbagliano i cross, gli inserimenti giusti, persino i passaggi più semplici (ogni riferimento a Palacio sull’azione che ha portato al gol del 1-2 non è puramente casuale), il tecnico jesino cosa può farci? Dovrebbe entrare in campo e prendere a calci nel sedere uno per uno i giocatori ma dubito che l’arbitro glielo permetta.
Siamo chiaro, non sto criticando Mancini (mi guarderei bene dal farlo), ma semplicemente c’è da capire che questa Inter non aveva solo il problema di Mazzarri. Certo, c’era un problema allenatore e forse era anche il problema più grande. Ma Mazzarri non era la panacea di tutti i mali. Abbiamo risolto un problema, ora bisogna iniziare a capire dove stanno gli altri problemi e uno per uno cercare di risolverli. E’ un problema di difesa? Cerchiamo di trovare il modo per evitare di prendere un gol da coglioni a partita. E’ un problema di interpreti? Cerchiamo gli uomini giusti da mettere al posto giusto. E’ un problema di concentrazione? Iniziamo a lavorarci su affinché i ragazzi rimangano concentrati per novanta minuti. E così via. Un tassello alla volta dobbiamo cercare di fare in modo che questa squadra riacquisti una sua identità e un suo spessore. Non possiamo farci impallinare in casa dal Cagliari o dall’Udinese o prenderne quattro da una Roma che la settimana dopo si salva al 93esimo col Sassuolo.
Mancini tra ieri e oggi si sarà chiesto più volte se ha fatto la scelta giusta o semplicemente si sarà domandato “Ma chi me l’ha fatto fare?”. Non sappiamo dare una risposta esaustiva né alla prima né alla seconda domanda (anche se nel secondo caso qualche dubbio ce l’avrei…). Speriamo solo che nel prossimi mesi la risposta al primo quesito diventi nettamente positiva. Perché in fondo il Mancio ha fatto la scelta giusta, solo che non immaginava un inizio così burrascoso

3 commenti:

Brother ha detto...

Con questa Inter avrebbe difficoltà anche Mourinho a farla rendere. Ci vorrebbe un miracolo, ma uno bello grande.

El Cabezon ha detto...

www.pianetasamp.blogspot.com

Come forse ho già scritto sono veramente curioso di vedere all'opera Mancini in un contesto tutt'altro che agevole e forse più complicato di quel che lui si aspettava, troppo comodo fare l'allenatore quando puoi lavorare con un materiale umano di buono o addirittura ottimo livello ( come al City per esempio ), se riuscirà a raddrizzare la barca allora si che il Mancio si potrà considerare un mister che fa la differenza...ciao!

Entius ha detto...

Sono daccordo. Mancini ha sempre avuto discrete rose, anche la prima Inter non era male. Stavolta sarà completamente diverso. Io sono ottimista, spero di non sbagliarmi.