ARTICOLI RECENTI

venerdì 31 ottobre 2014

EXOR S.P.A : VECCHIA SIGNORA E CAVALLINO RAMPANTE

Exor S.p.A. l’ holding finanziaria controllata dagli eredi delle famiglie Agnelli e Nasi attraverso la Giovanni Agnelli e C. S.a.p.az., il 2º gruppo economico italiano per fatturato e 24º mondiale, si troverà a breve in portafoglio un’altra partecipazione di prestigio legata al mondo sportivo, oltre che di sicuro interesse dal punto di vista reddituale: il 24,03% della Ferrari. Il cavallino affiancherà la Juventus in Exor.
La ‘svolta Ferrari’ decisa dal consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles premia ancora Exor, la holding della famiglia Agnelli che con lo spin off avrà quasi un quarto del capitale della casa di Maranello e diventerà quindi primo azionista singolo del gioiello del gruppo: il titolo a Piazza Affari continua la sua corsa e chiude con un +5,13% a 31,98 euro.
Lo scorporo di Ferrari da Fiat Chrysler Automobiles rende la casa di Maranello "un jolly" da poter utilizzare in diverse strategie utili sia per la stessa Fca che per Exor, prossimo azionista di maggior peso nell'azionariato della societa' emiliana.

L'opinione e' di Giuseppe Berta.

Sergio Marchione (a.d. di Fca, ndr), in questi giorni, ha compiuto unaltro dei suoi soliti atti di sorpresa cui ci ha, in un certo senso,abituato, cioe' ha annunciato lo scorporo di Ferrari da Fiat Crysler"
Ma a onor del vero, Ferrari quotata in Borsa è la realizzazione di un antico disegno di Montezemolo, datato 2000.
Secondo un recente report di Mediobanca Securities, una Ferrari fuori dal perimetro di FCA potrebbe essere valutata 7 e i 9 miliardi di euro.
Tornando in un ambito prettamente collaborazioni stico, tale partnership cosa vorrebbe poter significare in soldoni per la Juventus? Un inevitabile e concreto ritorno di brand – marketing.
Essere azionisti di Exor, in altre parole, significa investire in una società che controlla il marchio più conosciuto al mondo. In tutta la vicenda, infatti, il vero affare l'ha fatto proprio la finanziaria torinese perché con soli 600 milioni diventa proprietaria diretta di un marchio che vale diversi miliardi.
Ferrari, in questa logica, diventa una sorta di jolly, un jolly che puo' essere giocato e utilizzato all'interno di varie strategie.
Il 24 ottobre scorso l presidente della Juventus, Andrea Agnelli, in seguito all’assemblea dei soci si è detto soddisfatto per il livello di ricavi raggiunto dal club nella stagione 2013/14 (280,5 milioni di ricavi caratteristici, che salgono sopra i 300 milioni tenendo conto dell’impatto delle plusvalenze),ha seraficamente ammesso che i “principali competitor” europei dei bianconeri “Real Madrid, Bayern, Manchester United, Barcellona hanno fatto esageratamente meglio.
La Juventus del futuro ha dei traguardi da tagliare.
Fin da piccoli ci insegnano che il successo più importante è sempre quello successivo. In ottica futura un cosi vasto incremento monetario vorrebbe dire il ritorno di concorrenzialità in ambito europeo per la Juve, auspicabile per tutte le società italiane. Di buon occhio quindi, vanno suggellate le nuove parternship con ingenti dotazioni economiche necessarie per dare nuovamente lustro all’etichetta del calcio Italia.
Due brand cosi forti come Ferrari e Juventus che siano d’emulazione per tutto il contesto socio-sportivo nazionale.
Il rilancio di questo sport,in Italia, passa in maniera obbligata da un attenta analisi civica e morale del contesto sportivo ma senza un adeguato rinnovamento grazie ad i nuovi capitali, il tutto diventa tristemente arduo.
Il calcio made in Italy firmato anni 80-90 deve essere un lieto ricordo, ed un nuovo stimolo a riportare la passione vera negli stadi. La passione deve essere trasmessa a chi governa le istituzioni. Quindi l’appeal internazionale del Bel Paese dovrà intrigare gli atleti. Sacrificio, comunione d’intenti e professionalità, tutti al servizio del gioco più bello che l’uomo abbia mai creato. Il tricolore sventola nel globo. La mente ritorni al caldo afoso di Spagna 82’ e al fiero orgoglio mostrato ai cugini francesi in Germania 2006. D’altronde siamo un popolo di santi, di navigatori e poeti ma un pezzo di storia del calcio l’abbiamo scritto anche noi.
 Marco Ianne 

2 commenti:

Klaus ha detto...

Non capisco in che modo la Juventus possa trarne beneficio da questo connubio. Credo che a guadagnarci sia solo la Exor.

Marco ianne ha detto...

Exor possiede il 60% delle azioni Juventus: la società attualmente vale 200 milioni di euro, avendo raggiunto in passato capitalizzazioni anche superiori al miliardo di euro. Il business del calcio è in auge, in particolare grazie alla Champions League: finito di scontare una vecchia gestione, la società bianconera sembra aver avviato un'economicità tale da poter colmare a breve le distanze con gli altri grandi club d'Europa. Il Manchester United, es., vale 3 miliardi di dollari, un valore altissimo rispetto a quello della Juventus, che non trova giustificazione in termini fondamentali e di outlook dei margini.Ipotizziamo che la Juventus raggiunga una capitalizzazione di 400 milioni di euro, un terzo di quella del Manchester United: il valore della quota di Exor sarebbe pari a 240 milioni di euro, una cifra importante per poter riequilibrare i conti e attenuare la diluizione in fca. Marco ianne