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domenica 27 luglio 2014

STORIE DI BIDONI - VAMPETA

Acquistati con la fama di campioni in grado di fare la differenza e finiti presto nel dimenticatoio. Sono tanti i bidoni arrivati in Italia preceduti e/o seguiti da grandi titoli di giornali e grandi aspettative dei propri tifosi e andati via senza troppo rimpianti. Elencarli tutti è impossibile, in queste domeniche d’estate proveremo a ricordarne qualcuno.

VAMPETA Marcos Andrè Batista Dos Santos
Luogo di Nascita: Nazarè Das Farinhas (Brasile)
Data di Nascita: 13/03/1974
Ruolo: Centrocampista
Squadra: Inter

Marcos Andrè Batista Santos, in arte Vampeta (derivante dalla fusione delle parole “vampiro” ecapeta, che significa “diavolo”), non è una semplice meteora, ma qualcosa di più. Possiamo considerarlo uno dei desaparecidos per eccellenza. All’età di 20 anni viene notato dal PSV Eindhoven: si fa le ossa nella Serie B olandese, poi per una stagione torna in Patria, al Fluminense, per poi riapparire nuovamente alla casa madre, in quel PSV in cui gioca un certo Ronaldo, dove Vampeta resta due anni vincendo Scudetto e Supercoppa. Sembra finita qui la sua parentesi europea: nel 1998 torna in Brasile, al Corinthians, dove vince in tre anni un Campionato ed un Mondiale per Club. Nel frattempo, il nuovo allenatore della Nazionale verdeoro Luxemburgo decide di farne l’erede di Dunga. Gli effetti sono positivi: Vampeta dispensa giocate di ottimo livello, con prestazioni ottimali sul piano qualitativo e quantitativo.

Si mettono quindi sulle sue tracce diverse squadre italiane, ed alla fine prevale l’Inter, che lo ingaggia per la “modica” cifra di 15 milioni di Dollari (oltre 30 miliardi di Lire). Fu così che il centrocampista firmò un quadriennale:«Vampeta di entusiasmo» è il simpatico titolo che gli dedica la “Gazzetta dello Sport” il giorno della presentazione, il 5 Settembre 2000.

L’esordio è positivo: va in gol (anche se con l’evidente complicità di Peruzzi) all’esordio in Supercoppa Italiana contro la Lazio, dove l’Inter verrà sconfitta 4-3. Il brasiliano viene subito caricato di responsabilità da parte di tifosi e giornalisti, poiché vedono in lui l’uomo destinato a mettere ordine in una squadra confusa: niente di più sbagliato. In seguito alle dimissioni di Lippi arriva sulla panchina nerazzurra Tardelli che non gli farà più vedere il terreno di gioco per un paio di mesi. A Novembre, dopo tanta tribuna, il centrocampista sbotta: “Nella mia carriera non ho mai vissuto momenti come questo. Sono stato eletto miglior giocatore del Brasile, sono titolare nella mia Nazionale, ma non gioco. Se non c’è spazio per me, preferisco andarmene”.
Il 29 Novembre 2000 gioca la sua ultima partita nerazzurra, in un disastroso 6-1 subito dal Parma in Coppa Italia. E così la dirigenza lo spedisce via in tutta fretta: a Gennaio i nerazzurri lo cedono in prestito al Paris Saint Germain, che in cambio offre ai nerazzurri Stephane Dalmat, che proprio fenomeno non è. Ormai lontano dall’Italia, criticò Moratti di non capire di calcio, e in seguito rilasciò dichiarazioni contro la città di Milano e la stessa Parigi. Ormai con la carriera in picchiata verso il basso, andò a giocare in Kuwait per poi ritornare nel Brasiliense e nel Goias. Nei primi mesi del 2003 si infortunò molto gravemente ai legamenti del ginocchio sinistro, ma non si fece prendere dallo sconforto, dicendo: "Farò miracoli per tornare a giocare il più presto possibile". Purché non in Italia.

Articolo tratto da: www.calciobidoni.it/


2 commenti:

Winnie ha detto...

Grandissimo bidone. Meno male che resto poco in nerazzurro.

Brother ha detto...

Mamma mia che giocatore pessimo!!! Era l'epoca in cui Moratti spendeva senza logica. E non c'era nemmeno Branca a quel tempo.