Ce l’aspettavamo. Sapevamo che contro la Juventus avevamo poche speranze e che batterli non sarebbe stato per niente facile. Lo sapevamo ma non per questo una sconfitta contro la Juventus viene digerita meglio.
Ma la cosa che più mi preoccupa è un'altra. Tanto ieri sera quanto stamattina non sono arrabbiato ma rassegnato. Se dopo una partita sei arrabbiato vuol dire che si poteva fare di più, che potevi portare la partita a casa, che hai perso per scarso impegno, per un errore, per una disattenzione. Sai che potevi vincere e invece hai perso e questo ti fa rabbia.
Se invece sei rassegnato, come lo sono io adesso, vuol dire che sei cosciente che non potevi fare nulla per evitare la sconfitta perché sei più debole, incapace di portare a casa una vittoria.
Ieri sera secondo me abbiamo giocato una buona partita. Abbiamo avuto per ampi tratti il pallino del gioco, abbiamo attaccato, nel secondo tempo non siamo andati in affanno. Viceversa la Juventus ha giocato una partita appena sufficiente. Non ha fatto cose straordinarie, non è stata padrona del campo, non ci ha stretto d’assedio. Ai bianconeri è bastato fare il minimo per vincere contro una buona Inter. Ecco questo dovrebbe farci riflettere.
E dovrebbe far riflettere anche giocatori, allenatore e dirigenti. La smettano di prenderci per i fondelli facendo proclami in cui neppure loro ci credono. Che cosa credono? Che siamo tutti dei primitivi con l’anello al naso? Noi siamo da scudetto e non siamo nemmeno da lotta al vertice. Lo sappiamo e lo sanno anche loro.
Il nostro obiettivo concreto è fare un campionato tranquillo, da metà classifica. Dobbiamo puntare ad arrivare prima possibile a 40-45 punti e poi aspettare la fine del campionato per ricostruire.
Ad ottobre raccogliamo già i cocci di una stagione da buttare e pensiamo al prossimo anno. Non sembra anche a voi un film già visto? Eh, già. Solo che all’epoca navigavamo nelle prime posizioni, lontano da vertice ma, al contrario di oggi, anche ben lontano dalla lotta salvezza. E inoltre all’epoca in agosto facevamo sogni straordinari con i campioni che compravamo. E ci vuole parecchia (ma parecchia) fantasia per pensare che Jonathan valga un Roberto Carlos, Alvarez sia un altro Baggio, Forlan sia un Ronaldo o almeno un Zamorano.
Purtroppo nulla è eterno. E’ chiaro che questa rosa prima o poi sarebbe arrivata al capolinea. Ci aspettavamo che la nostra dirigenza fosse abbastanza intelligente (lo so chiedevamo troppo) da capire che andava rinnovata e cominciare subito dopo il Triplete a sostituire i vari pezzi. Invece hanno aspettato che tutti finissero la benzina.
E ora bisogna rinnovare tutto (magari cominciando da presidente e dirigenti). Ci vorrà un po’ di tempo per riprendere a vincere. Ma siamo disposti ad aspettare. Siamo disposti ad un paio di stagioni in tono minore. A patto che ci sia un progetto serio, con un allenatore che non sia messo in discussione dopo un paio di partite e dei giocatori giovani a cui sia data la possibilità di crescere e maturare e di conseguenza anche di sbagliare.
Dopo anni di trionfi e gioie è dura tornare nelle retrovie. Non siamo più abituati ad avere tante squadre davanti, non siamo più abituati a rivedere i nostri obiettivi, non siamo abituati a lottare con Cesena, Novara, Lecce, Atalanta, Bologna. Purtroppo la realtà attuale è questa. L’avevamo dimenticato o forse rimosso ma in fondo non è nient’altro che un film già visto. Troppo volte in passato. Purtroppo.
Ma la cosa che più mi preoccupa è un'altra. Tanto ieri sera quanto stamattina non sono arrabbiato ma rassegnato. Se dopo una partita sei arrabbiato vuol dire che si poteva fare di più, che potevi portare la partita a casa, che hai perso per scarso impegno, per un errore, per una disattenzione. Sai che potevi vincere e invece hai perso e questo ti fa rabbia.
Se invece sei rassegnato, come lo sono io adesso, vuol dire che sei cosciente che non potevi fare nulla per evitare la sconfitta perché sei più debole, incapace di portare a casa una vittoria.
Ieri sera secondo me abbiamo giocato una buona partita. Abbiamo avuto per ampi tratti il pallino del gioco, abbiamo attaccato, nel secondo tempo non siamo andati in affanno. Viceversa la Juventus ha giocato una partita appena sufficiente. Non ha fatto cose straordinarie, non è stata padrona del campo, non ci ha stretto d’assedio. Ai bianconeri è bastato fare il minimo per vincere contro una buona Inter. Ecco questo dovrebbe farci riflettere.
E dovrebbe far riflettere anche giocatori, allenatore e dirigenti. La smettano di prenderci per i fondelli facendo proclami in cui neppure loro ci credono. Che cosa credono? Che siamo tutti dei primitivi con l’anello al naso? Noi siamo da scudetto e non siamo nemmeno da lotta al vertice. Lo sappiamo e lo sanno anche loro.
Il nostro obiettivo concreto è fare un campionato tranquillo, da metà classifica. Dobbiamo puntare ad arrivare prima possibile a 40-45 punti e poi aspettare la fine del campionato per ricostruire.
Ad ottobre raccogliamo già i cocci di una stagione da buttare e pensiamo al prossimo anno. Non sembra anche a voi un film già visto? Eh, già. Solo che all’epoca navigavamo nelle prime posizioni, lontano da vertice ma, al contrario di oggi, anche ben lontano dalla lotta salvezza. E inoltre all’epoca in agosto facevamo sogni straordinari con i campioni che compravamo. E ci vuole parecchia (ma parecchia) fantasia per pensare che Jonathan valga un Roberto Carlos, Alvarez sia un altro Baggio, Forlan sia un Ronaldo o almeno un Zamorano.
Purtroppo nulla è eterno. E’ chiaro che questa rosa prima o poi sarebbe arrivata al capolinea. Ci aspettavamo che la nostra dirigenza fosse abbastanza intelligente (lo so chiedevamo troppo) da capire che andava rinnovata e cominciare subito dopo il Triplete a sostituire i vari pezzi. Invece hanno aspettato che tutti finissero la benzina.
E ora bisogna rinnovare tutto (magari cominciando da presidente e dirigenti). Ci vorrà un po’ di tempo per riprendere a vincere. Ma siamo disposti ad aspettare. Siamo disposti ad un paio di stagioni in tono minore. A patto che ci sia un progetto serio, con un allenatore che non sia messo in discussione dopo un paio di partite e dei giocatori giovani a cui sia data la possibilità di crescere e maturare e di conseguenza anche di sbagliare.
Dopo anni di trionfi e gioie è dura tornare nelle retrovie. Non siamo più abituati ad avere tante squadre davanti, non siamo più abituati a rivedere i nostri obiettivi, non siamo abituati a lottare con Cesena, Novara, Lecce, Atalanta, Bologna. Purtroppo la realtà attuale è questa. L’avevamo dimenticato o forse rimosso ma in fondo non è nient’altro che un film già visto. Troppo volte in passato. Purtroppo.
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2 commenti:
La partita di ieri sera non ha detto nulla che non sapessimo già.
Poi è ovvio che un tifoso spera, immagina, sogna, fantastica.
Ma quest'anno possiamo ambire solo ad un campionato di metà classifica. Niente di più.
Il problema non è la stagione in corso. Il problema è il futuro prossimo.
Saremo capaci di azzerare tutto? Di mandare via molti dei senatori che hanno già dato? Di avere l'intelligenza e la pazienza per un progetto a lungo termine che, inevitabilmente, ci porterà a non vincere per i prossimi 2-3 anni?
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