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lunedì 20 giugno 2011

ARRIVEDERCI MATRIX, DOPO 10 ANNI LASCIA L'INTER

Che io straveda per Marco Materazzi è cosa ben nota. Dopo Zanetti è lui il mio idolo nerazzurro, più di Eto’o, più di Cambiasso, più di Sneijder, più di chiunque altro. Ma ciò non mi ha impedito di essere obiettivo e di sostenere che il difensore nerazzurro era ormai alla frutta e la sua presenza in nerazzurro era inutile. Nell’ultimo anno vederlo giocare era un supplizio di cui avremmo volentieri fatto a meno.
Quando oggi ho sentito
la notizia la prima reazione è stata di dispiacere, ma subito dopo ho realizzato che era la scelta più giusta, per l’Inter e soprattutto per Materazzi. A 38 anni e dopo un decennio di nerazzurro era doveroso farsi da parte e lasciare il posto a gente più giovane, più fresca e più utile alla causa.
Arrivò nell’estate del 2001 nella prima Inter guidata da Hector Cuper, in quella stagione che si concluse con quell’infausto 5 maggio. Negli anni successivi è diventato leader della difesa, anche se a far discutere erano i suoi interventi duri e qualche gesto fuori dalle righe (ricordate il pugno a Cirillo?).
Poi arrivò l’estate il 2006 e tutto cambiò. Materazzi guidò l’Italia alla conquista del Mondiale anche se i meriti furono attribuiti ai vari Cannavaro e Buffon che godevano delle simpatie d
i giornalisti e addetti ai lavori (lo ripeterò fino all'infinito, quel Pallone d'Oro 2006 lo meritava Matrix). Il brutto anatroccolo è diventato cigno. Da difensore rude e bistrattato da tutti, Materazzi divenne campione, leader.
Sempre in quella estate Calciopoli diede lo scossone al calcio italiano e l’anno successivo sempre Materazzi guidò l’Inter alla conquista dello scudetto. Fu
lo scudetto di Materazzi che dimsotrò attaccamento alla maglia, incisività in zona gol (ricordate il gol in rovesciata a Messina?), e fu trascinatore come pochi altri. Nell'agosto successivo si infortunò in amichevole con l’Italia e da allora non ritornò più il campione apprezzato in quella prima stagione post-Calciopoli. Negli ultimi anni, i titolari della difesa sono diventati altri, lui si limitava a qualche spezzone di partita e, con l’arrivo di Mourinho, era diventato il leader dello spogliatoio e il fido scudiero dello Special One. Non è un caso che nella famosa notte di Madrid il tecnico portoghese scese dalla macchina di Florentino Perez per andare ad abbracciare e consolare Matrix. L’ultima immagine del Materazzi giocatore nerazzurro è quella coppa per i 150 anni dell’Unità d’Italia sollevat
a a fine maggio nella serata del trionfo in Coppa Italia.
Ci sono molti modi per farsi amare dai propri tifosi. Materazzi pur essendo molto diverso da Zanetti è risucito a farsi amare allo stesso modo. Li accomuna lo stesso attaccamento alla maglia ma mentre il capitano è il tipico giocatore professionista, Matrix è più indisciplinato, rude negli interventi, spesso poco sportivo, sempre pronto allo sberleffo degli avversari (dalla maschera di Berlusconi al "non è successo" rivolto ai romanisti nel maggio 2010). Un giocherellone indisciplinato che però ama l’Inter. Per questo lo abbiamo amato, per questo gli vogliamo bene, per questo da domani sentiremo un po’ la sua mancanza.
Vai Matrix, vai in Inghilterra o in America a spendere i tuoi ultimi giorni da calciatore. Noi ti aspettiamo qui fra un anno con un posto da dirigente per te. Arrivederci Matrix.





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1 commento:

Anonimo ha detto...

Nono, un attimo... Matrix è un grande e non si discute un cuore nerazzurro, ma siamo seri: che ha guidato l'Italia alla conquista del mondiale?? Ma per carità... ha soltanto pareggiato i conti dopo la boiata da cui è scaturito il rigore su Zidane. Che sia uno di noi non l'ho mai messo in dubbio, ma che abbia fatto più di Cannavaro o Grosso (rigore che ci ha salvato con l'australia e gol qualificazione con la Germania) ne dubito ampiamente...

E cmq forza Inter!

Luciano