È morto all'ospedale di Gorizia Bruno Pizzul, storica voce del giornalismo sportivo italiano. Avrebbe compiuto 87 anni sabato. È stato la voce delle notti magiche del Mondiale 1990, dei rigori di Pasadena quattro anni dopo. Ha raccontato le partite dell'Italia per 16 anni, dal 1986 al 2002: l'ultima è stata Italia-Slovenia del 21 agosto 2002, amichevole persa dagli Azzurri 1-0. Pizzul ha commentato le partite della Nazionale italiana in cinque campionati mondiali, quattro campionati europei, in tutte le partite di qualificazione ai Mondiali e agli Europei a eccezione della finale per il 3° posto di Italia '90 (perché impegnato in quella per il titolo del giorno dopo).
Nato a Udine, in Rai dal 1969, Pizzul aveva giocato a calcio prima nella squadra parrocchiale di Cormons, la Cormonese, poi nella Pro Gorizia. Diventato professionista, ruolo centromediano, fu ingaggiato dal Catania nel 1958. Giocò nell'Ischia, nell'Udinese e nella Sassari Torres. Laureato in giurisprudenza, Pizzul ha insegnato nelle scuole medie prima di essere assunto in Rai con un concorso.
La sua prima telecronaca, 8 aprile 1970, Juventus-Bologna (spareggio di Coppa Italia sul campo neutro di Como), iniziò al 16° minuto perché arrivò in ritardo. Nel 1972 raccontò la prima finale internazionale, quella dell'Europeo vinto dalla Germania Ovest sull'Urss per 3-0. Nel 1973 fu la voce del successo del Milan in Coppa delle Coppe, gli ultimi successi internazionali sono quelli del 1999 (Lazio in Coppa Coppe e Parma in Coppa Uefa). È stato anche conduttore della Domenica Sportiva, oltreché di Sport Sera, Domenica Sprint dal 1976 al 1990.
Se ne va la voce che per oltre trent’anni ha accompagnato milioni di italiani nelle domeniche pomeriggio, nelle sere di coppa e nelle notti magiche dei Mondiali. Con il suo timbro nasale inconfondibile, la sua pacatezza e una competenza fuori dal comune, Pizzul è stato molto più di un telecronista: è stato il narratore di un’epoca d’oro del calcio nostrano.
Il suo stile era unico: lontano dagli eccessi e dalle urla che avrebbero caratterizzato i telecronisti delle generazioni successive, Pizzul preferiva un approccio sobrio, quasi confidenziale. Parlava agli spettatori come si parla a un amico al bar, con aneddoti, un pizzico di ironia e un amore evidente per il gioco.
Ricordo perfettamente la sua voce nelle Notti Magiche di Italia ’90, ma anche nei Mondiali del ’94. Era la voce della Nazionale azzurra, ma ha raccontato tante altre partite. Ricordo vagamente il suo “Berti, Berti, Berti” quando il centrocampista nerazzurro segnò a Monaco di Baviera nel novembre 1988 contro il Bayern in Coppa Uefa. Era sua la voce che scandì i successi nerazzurri in Coppa Uefa nel 1991, nel 1994 e soprattutto nel 1998. Era sua la voce che raccontò Cosenza-Salernitana, spareggio salvezza nel 1991. Era sua la voce che raccontò altre 10, 100, 100 partite che ora mi sfuggono.
Quelli della mia generazione (e non solo loro) sono cresciuti con la sua voce pacata, che raccontava con eleganza ciò che succedeva in campo, senza eccessi e senza lasciarsi andare in inutile iperbole.
I suoi “Roberto Baggio”, i suoi “ed è gol”, i suoi “tutto molto bello” resteranno per sempre nei nostri cuori, nella nostra mente e nelle nostre orecchie. Sì, caro Bruno, ascoltarti è stato sempre un piacere e quando ripensiamo alle tue telecronache non potremo che commentare dicendo “Tutto molto bello”. Grazie di tutto, Bruno.
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
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3 commenti:
Che profonda tristezza. Un vero giornalista e un ottimo telecronista, mica come quei quattro pagliacci che ci stanno in giro.
Personaggio e voce che rimarrà per sempre nei nostri cuori. E nei nostri ricordi.
Un vero peccato il fatto che nella scorsa giornata di campionato non gli abbiano dedicato un meritevole minuto di silenzio...
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