Acquistati con la fama di campioni in grado di fare la differenza e finiti presto nel dimenticatoio. Sono tanti i bidoni arrivati in Italia preceduti e/o seguiti da grandi titoli di giornali e grandi aspettative dei propri tifosi e andati via senza troppo rimpianti. Elencarli tutti è impossibile, proveremo a ricordarne qualcuno.
Luogo di Nascita: Santo Domingo De Los Colorados (Ecuador)
Data di Nascita: 24/10/1977
Ruolo: Attaccante
Squadra: Perugia
Il primo ecuadoregno che abbia mai calcato un campo di calcio italiano è stato anche un vero personaggio, a tratti folkloristico. Ebbe un’infanzia infelice, poiché nel 1983, quando aveva appena sei anni, perse entrambi i genitori, deceduti in un incidente stradale. Crebbe quindi dagli zii, a pane e pallone. Divenuto presto un attaccante dotato di un grande senso del gol, balzò agli onori della cronaca facendo irruzione in maniera preponderante nella scena calcistica internazionale allorquando nel 1998 con la sua squadra, l’Emelec, alla prima esperienza da professionista, realizzò la stratosferica cifra di 43 reti in 34 partite di campionato.
La notizia fece il giro del mondo e molti arrivarono a considerare Kaviedes un vero fenomeno, potenzialmente una macchina da gol inesauribile. La notizia non sfuggì all’istrionico Luciano Gaucci. Il Perugia lo acquistò in men che non si dica, e lo portò quindi giovanissimo in Italia.
Visto il suo breve ma intenso curriculum, su di lui furono puntati tutti i riflettori: i sostenitori del Perugia si aspettavano gol a grappoli e in tutte le salse. Attesero invano: in Italia ha realizzato in tutto 4 gol (contro l’Inter nella vittoria per 2-1 dei perugini, contro la Sampdoria nella vittoria per 2-0, contro la Juventus nella sconfitta per 2-1 e contro la Fiorentina nella sconfitta per 5-1), senza lasciare il segno.
Anzi, viste le eccessive aspettative, la delusione fu totale. Soprannominato “Nine” (nomignolo che fece riportare sulla propria maglietta di gioco), dal classico numero del centravanti, fu ceduto in Spagna, al Celta Vigo, dove riuscì a fare di peggio (tre gol in otto presenze).
Da lì fu un perenne girovagare per l’Europa e il Sudamerica, tra Spagna, Portogallo, Inghilterra, Messico e Argentina (Celta Vigo, Puebla, Real Valladolid, Porto, Barcelona SC, ancora Celta Vigo, Deportivo Quito, Crystal Palace, Argentinos Juniors) conquistando una Supercoppa di Portogallo col Porto e una Coppa Libertadores con il Deportivo Quito.
Dal 2006 ha fatto ritorno in patria nel Barcelona SC, continuando in seguito a cambiare squadra ad ogni stagione. Tra il gennaio 2013 e il gennaio 2014 e tra gennaio e giugno 2015 resta senza squadra.
Tuttavia, Ivan fu protagonista anche nella sua Nazionale: fu infatti un suo gol contro l’Uruguay che nel 2002 regalò alla squadra sudamericana la prima storica qualificazione ai Mondiali.
Memorabile il festeggiamento, durante una partita del mondiale 2006 contro la Costa Rica, in cui Kaviedes, dopo aver segnato il terzo gol a favore dell’Ecuador, tirò fuori dai pantaloncini e si mise una maschera gialla, simile a quella di Spiderman, in memoria di Otilino Tenorio, un suo caro compagno e amico, morto in un tragico incidente poco tempo prima.
Si segnalò anche per una curiosa vicenda, che lo ha fatto di nuovo diventare famoso facendogli guadagnare l’appellativo di “Inseminator”: nel 1999 si trovò infatti al centro di una curiosa vicenda a causa della sua presunta paternità di tre figli, come affermato da tre donne diverse.
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ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
3 commenti:
E contro chi mai poteva segnare? L'Inter!!! Contro di noi segna chiunque.
Suggerimento per un futuro bidone da citare. Il coreano Ahn. Sempre scuderia Perugia.
@Pakos. Famoso per aver segnato all'Italia nel Mondiale 2002, nella celebre partita con Moreno arbitro.
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