C’è stato un tempo in cui Carlo Ancelotti ha giocato nell’Inter. È accaduto una volta sola, quarantaquattro anni fa esatti, la sera di sabato 20 maggio 1978: il centrocampista di Reggiolo, che ha legato la sua carriera soprattutto alla Roma e al Milan, quel giorno si vestì di nerazzurro per un’amichevole contro l’Hertha Berlino.
Carlo Ancelotti all’epoca è un talentuoso centrocampista che deve ancora compiere 19 anni, in forza al Parma, in Serie C: dopo una prima presenza in campionato nel 1976-‘77 (esordio il 29 maggio 1977 in occasione di una sconfitta casalinga con il Pisa), diventa titolare degli emiliani nel corso della stagione 1977-‘78, totalizzando 21 presenze e 8 reti (tra cui le doppiette al Teramo e al Giulianova).
Gioca la prima gara stagionale l’8 gennaio 1978 (Parma-Spezia 1-1) e quattro mesi più tardi è già sul taccuino dell’Inter, che ottiene il premesso di schierarlo per un’amichevole a San Siro, contro i tedeschi dell’Hertha Berlino.
In realtà l’amichevole del 20 maggio è organizzata dall’Inter soprattutto per visionare alcuni giocatori dell’Hertha Berlino, nella speranza che la Federcalcio riapra le frontiere per gli assi stranieri, che è vietato importare da oltre un decennio. Al club di Ivanoe Fraizzoli interessano soprattutto l’attaccante 26enne Karl-Heinz Granitza, l’altro attaccante di 31 anni Jörgen Kristensen (danese) e il difensore 22enne Hans-Joachim Förster.
Davanti a poche migliaia di spettatori, a San Siro, l’Inter si aggiudica il match contro i tedeschi per 2-0 (reti Altobelli e Anastasi).
Durante l’incontro con l’Hertha Berlino, iniziato alle 20,30, a destare impressione nel direttore sportivo nerazzurro Giancarlo Beltrami e nel suo braccio destro Mazzola non sono né Granitza, né Kristensen, né Förster (i tre dell’Hertha non vengono neanche schierati), ma Carletto Ancelotti, il cui cognome tanti giornali storpiano in Ancellotti, con due “elle”:
«L’Inter fa il pieno contro i tedeschi e scopre un Ancellotti» titola il 22 maggio 1978 la pagina sportiva “Il Corriere d’Informazione”, giornale milanese del pomeriggio fratello del “Corriere della Sera”.
«L’esordio di Ancellotti, diciannove anni, mezzapunta, ha divertito e interessato i presenti – scrive il quotidiano di Milano – il ragazzo viene dal Parma e il suo agonismo, ma in particolare i suoi spunti, hanno favorevolmente impressionato e non è da escludere che il ragazzo venga addirittura impiegato a Firenze in Coppa Italia (il 28 maggio 1978, NdR.) contro la Fiorentina».
Proprio in quelle ore però l’Inter chiude l’acquisto del fantasista Evaristo Beccalossi, talento emergente del Brescia.
L’ingaggio di Ancelotti da parte dei nerazzurri sfuma anche perché il Parma chiede tanti soldi.
«Ho fatto un provino per l’Inter – il ricordo di Ancelotti al quotidiano spagnolo “AS” il 10 agosto 2013 – a 19 anni il mio battesimo è stato contro l’Hertha Berlino in una squadra con gente come Anastasi e Altobelli. Me la son fatta sotto. Trascorsa una settimana non c’era giorno in cui Bersellini non mi pensasse e continuasse a ripetermi: “Se resti qui dovrò inventare una dieta specifica solo per te”. Alla fine decisero che costavo troppo e presero Beccalossi».
«Sì, ci rimasi molto male – le parole di Ancelotti riprese da Panorama.it il 22 dicembre 2016 – anche se l’anno dopo passai alla Roma e iniziai a giocare in Serie A».
E così inizia un’altra storia, che per otto anni si tinge di giallorosso nella Capitale. Per uno scherzo del destino poi Ancelotti diventerà una bandiera dell’altra squadra di Milano, il Milan, con cui ha vinto tantissimo sia da calciatore (1987-‘92) che da allenatore (2001-‘07).
Articolo tratto da IL NOBILE CALCIO
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2 commenti:
Meno male che gli preferirono Beccalossi. Così ce lo siamo potuto godere noi.
Peccato. Purtroppo di cantonate di mercato ne hanno preso un pò tutti nel corso degli anni.
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