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sabato 5 settembre 2020

STORIE DI BIDONI – HIROSHI NANAMI

Acquistati con la fama di campioni in grado di fare la differenza e finiti presto nel dimenticatoio. Sono tanti i bidoni arrivati in Italia preceduti e/o seguiti da grandi titoli di giornali e grandi aspettative dei propri tifosi e andati via senza troppo rimpianti. Elencarli tutti è impossibile, proveremo a ricordarne qualcuno.

HIROSHI NANAMI
Luogo di Nascita: Yamanashi (Giappone)
Data di Nascita: 28/11/1972
Ruolo: Centrocampista
Squadra: Venezia

Sull’onda del successo di Nakata a Perugia, nell’estate del 1999 il Venezia del Presidente Zamparini tentarono di ripetere l’esperimento con Hiroshi Nanami, considerato dai critici asiatici del pallone come il miglior centrocampista del Paese del Sol Levante. Al Venezia giunse in prestito per un anno con diritto di riscatto (un diritto che i dirigenti arancioneroverdi preferirono non esercitare a stagione finita) dallo Jubilo Iwata, squadra in cui aveva esordito nel 1995.
Nello stesso anno debuttò in Nazionale, con la quale conquistò per la prima volta nella storia la qualificazione ai Mondiali di Francia 98, partecipando anche alla fase finale della rassegna. Con la maglia del Giappone ha disputato 67 gare con 9 reti all’attivo, dal 1995 al 2001. Ha partecipato inoltre a varie edizioni della Coppa d’Asia, manifestazione che l’ha visto premiato come miglior giocatore nel 1996.
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Insomma le sue credenziali erano abbastanza altisonanti e il club lagunare era convinto di aver fatto un buon affare. Dal suo canto il centrocampista nipponico pur di giocare in Italia accettò un ingaggio minore rispetto a quanto percepiva in Patria, dove ebbe come compagno anche Salvatore Schillaci, che i tempi non sospetti ebbe parole al miele per il nipponico: “In Giappone è uno dei migliori. Fa tutto di sinistro. Le sue specialità sono gli assist: sapeste quanti gol mi ha fatto segnare. E le punizioni, poi: implacabile. Mi ricorda Giuseppe Giannini
Nanami sentiva di aver fatto la cosa giusta scegliendo Venezia, sognava di ripetere il cammino di Nakata e aspirava quindi a diventare uno degli uomini di punta della squadra di Spalletti. Ci pensò anche il buon Zamparini a rincarare la dose: “Questa non è una operazione commerciale per attirare più turisti a Venezia: abbiamo preso Nanami perché è il più forte giocatore giapponese. Diventerà un protagonista anche qui”.
Le ultime parole famose. Pur giocando con discreta continuità (a fine anno furono 24 le presenze), infatti, il nipponico non incantò nessuno. Tutt’altro che veloce, compassato e spaesato, Nanami fu una perpetua delusione per i tifosi del Venezia. Il 28 ottobre del 1999 segnò su punizione, a tempo scaduto, la rete decisiva (1-0) nell’incontro Venezia-Pescara, regalando ai nero-verdi la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia (per la cronaca, il Venezia raggiunse addirittura la semifinale). In campionato, invece, realizzò un solo inutile gol: in Udinese-Venezia 5-2, il 23 gennaio del 2000.
La stagione per il Venezia si concluse con la retrocessione in Serie B. Il “pacco” venne rispedito al mittente nell’estate del 2000, con Nanami che proseguì la propria carriera in patria tra Jubilo Iwata, Cerezo Osaka e Verdy Kawasaki, con il fantastista che infine chiude la carriera nel 2009 con la maglia dello Jubilo.


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3 commenti:

Lady Marianne ha detto...

Uno che con Nakata non aveva nulla in comune. A parte il ruolo e la nazionalità.

Stefano ha detto...

Dopo Nakata ci fu la corsa al giapponese, ma i risultati non sono stati proprio uguali.

Pakos ha detto...

Nanami lo avevo rimosso. Mi ricordo di Nakamura che giocò nella Reggina...