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giovedì 10 settembre 2020

ROLANDO BIANCHI, DA BERGAMO A BOLOGNA COL CRUCCIO NAZIONALE

La redazione di SuperNews ha intervistato Rolando Bianchi, ex attaccante di Atalanta, Torino, Reggina, Bologna, Lazio e Cagliari, che ha ripercorso le sue esperienze calcistiche e dato la sua opinione sull'imminente campionato di Serie A. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.
E' stata una fortuna quella di poter crescere nelle giovanili dell'Atalanta, perché sono cresciuto a livello calcistico, ma soprattutto a livello umano. L'ambiente nerazzurro teneva molto ad inculcare nei giovani il rispetto delle regole, a formare prima uomini e soltanto dopo dei calciatori. Sono stato all'Atalanta da quando avevo otto anni fino al mio esordio in Serie A. Ho conosciuto grandi allenatori, frequentato un grande ambiente. (…) L'Atalanta ha il grande pregio di avere e di aver avuto ottime presidenze, presidenti seri, che hanno saputo costruire basi solide e che hanno contribuito al successo della squadra.
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L'esperienza a Cagliari mi è servita molto. Giocare in questa squadra mi ha permesso di essere convocato nella Nazionale Under 21, in cui ho fatto un reale salto di qualità e giocato partite straordinarie. Nel Cagliari ho avuto la possibilità di giocare con calciatori di livello assoluto, come Suazo, Langella, Esposito, Zola. Spesso mi hanno fatto entrare in campo "con il contagocce", probabilmente per spronarmi a fare sempre di più, ma io avevo bisogno di giocare con continuità.

Io e Amoruso siamo stati una coppia gol europea: abbiamo realizzato il maggior numero di gol a livello europeo insieme alla coppia Messi-Ronaldinho. E' stata un'immensa soddisfazione. Credo che si trattasse di un altro calcio, in cui gli attaccanti facevano molta più fatica a fare gol rispetto ad oggi, per via di una qualità superiore della fase difensiva.

Un'esperienza fantastica, quella in Premier League. Purtroppo, ho fatto l'errore di voler tornare in Italia per poter giocare con la Nazionale, altrimenti avrei fatto davvero bene in Inghilterra. La parentesi al City mi ha permesso di capire quanto il calcio inglese stesse crescendo, cosa pretenderei dalle società se diventassi allenatore o direttore sportivo.

Il Torino rispecchiava me stesso: passione, voglia di primeggiare anche se si è inferiori rispetto ad altre squadre, voglia di non arrendersi mai. Ho sposato a pieno il progetto granata perché ci rivedevo dentro Rolando Bianchi, il mio carattere. Indossare la maglia del Toro mi ha permesso di crescere tanto e di conoscere una storia e un ambiente unico nel suo genere.

A Bologna ho lasciato il cuore. Purtroppo, con i rossoblù ho fatto delle pessime prestazioni a causa di un problema muscolare molto serio. Sono stato davvero male. Se fossi stato bene fisicamente, avremmo disputato tutt'altra stagione e ci saremmo salvati. Ne sono sicuro.

Rimpianti no, perché tutte le mie scelte sono state fatte con il cuore. Probabilmente, l'unico grande dispiacere è non aver giocato con la Nazionale. Sarebbe stato il coronamento della mia carriera. Credo che rappresentare la propria nazione abbia un valore aggiunto, completamente diverso rispetto a quello del giocare per il proprio club.

E' ancora presto per fare delle valutazioni, anche perché il calciomercato è ancora in corso. Penso che la Juventus abbia un'ottima rosa, che crescerà ulteriormente se dovessero arrivare Suarez o Dzeko. Tuttavia, anche l'Inter inizia a rafforzarsi, puntando su giocatori di un certo spessore. La differenza dello scorso anno tra la Juventus e l'Inter consisteva nella presenza, nel club bianconero, di quattro o cinque giocatori che hanno grandissima esperienza internazionale, cosa che nell'Inter mancava. Adesso, però, i nerazzurri stanno cercando calciatori con quel profilo, per questo credo che la squadra di Conte darà del filo da torcere alla Vecchia Signora quest'anno.


2 commenti:

Salvatore ha detto...

Pur non essendo tifoso delle squadre in cui ha giocato l'ho sempre apprezzato. Gran bell'attaccante. Avrebbe meritato di più dalla sua esperienza al City.

Ciro ha detto...

Se non ricordo male fu anche in procinto di passare al Napoli ma poi non se ne fece nulla.