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lunedì 21 settembre 2020

RIAPERTURA STADI: IL CTS PREDICA PRUDENZA, MA LA FIGC…

Nel fine settimana c’è stato un piccolo passo verso il ritorno alla normalità con l’ammissione di 100 spettatori negli stadi, ma il percorso per avere di nuovo stadi pieni è ancora lungo. La crescita esponenziale dei casi in paesi come Francia, Spagna e Gran Bretagna suggerisce di essere prudenti e di non voler fare a tutti i costi il passo più lungo della gamba. 
Proprio di questo parere è il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo che in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato "A chi preme per riaprire gli stadi vorrei ricordare le conseguenze drammatiche che ha avuto Atalanta-Valencia del 19 febbraio scorso. In questo momento abbiamo altre priorità, pensare di riempire gli spalti sarebbe una follia”.
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Oggi l’ apertura degli stadi è ostacolata da almeno tre problemi. Il primo è la vicinanza tra le persone, il momento in cui si esulta, quello in cui si protesta. Poi ci sono gli ingressi, quando ci si accalca alle biglietterie e ai varchi di accesso, e il deflusso. Aprire con più di mille spettatori è in questo particolare momento impensabile”.
“Anche altri Paesi guardano con preoccupazione la riapertura degli stadi. Qualcuno come la Germania ha fissato una capienza massima al 20 per cento ma si riserva una nuova valutazione, altri hanno un approccio variabile ma tendenzialmente riduttivo e con grande prudenza. La curva epidemica sale ovunque e bisogna comportarsi di conseguenza”. 
Danno economico tenendo chiusi gli stadi? Lo so bene, infatti il mio è un discorso da tecnico della Salute e di Protezione civile, poi deve essere la politica a decidere. Io posso dire che l’ indicazione di non far svolgere gli eventi sportivi ha avuto, per noi, lo stesso effetto del divieto per i funerali perché si privano i cittadini di momenti importanti per la nostra vita, celebrare momenti di gioia o di dolore. Ora però dobbiamo occuparci di altri aspetti fondamentali per la comunità e la priorità assoluta, quantomeno per noi tecnici, è la scuola”. 
La pensa diversamente Gabriele Gravina, che, pur predicando attenzione, spera che le cose cambino rapidamente. "E' giusta questa idea di gradualità, anche se di graduale non c'è nulla perché mille spettatori all'interno degli stadi sono davvero troppo pochi, e lo abbiamo visto. Il calcio senza spettatori sembra un corpo senz'anima, un che comunque ha dimostrato in questo senso grande responsabilità dimostrando coi comportamenti di meritare questa fiducia. Così come ha dimostrato di superare quello scetticismo diffuso che non voleva farlo ripartire per la definizione della stagione 2019-20 proprio per la preoccupazione legata alla diffusione alla pandemia. Credo che il risultato sia ormai sotto gli occhi di tutti. Cerchiamo tutti di superare questo scetticismo. Mi auguro e credo che sia giusto cominciare ad aprire gradualmente in modo da allinearci a tutti gli altri paesi europei".
   
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2 commenti:

Lady Marianne ha detto...

Credo che questa prudenza non sia fuori luogo, anzi, sia più che mai opportuna. Lo dimostra il fatto che quotidianamente esce fuori quel giocatore o quel dirigente che risulta positivo. Bisogna andarci con i piedi di piombo.

Theseus ha detto...

Assolutamente d'accordo. Riaprire gli stadi sarebbe un grosso azzardo che è meglio evitare.