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martedì 12 luglio 2016

COSA RESTERA’ DI QUESTO EUROPEO?

Siamo giunti al termine. L’Europeo è finito da appena due giorni ma già gli argomenti sono diventati altri. Il calciomercato innanzitutto. E poi le uscite fuori luogo di Wanda Nara in veste di procuratore di Icardi, i movimenti in panchina, i colpi a sorpresa.
Insomma l’Europeo è ormai passato in secondo piano. E per chiudere in bellezza abbiamo provato a riassumere cosa rimarrà di questo Euro 2016. Forse ci siamo scordati qualcosa, forse metteremo qualcosa che voi riterrete superfluo. Nell’uno e nell’altro caso, fatecelo presente.
LO SCAVETTO MIMATO DA PELLÉ A NEUER E LA ZAZADANCE. Sebbene l’Europeo della nazionale azzurra verrà ricordato anche per altre cose, il simbolo della spedizione italica è tutta nella lotteria finale dei rigori contro la Germania. Il gesto di spavalderia di Pellé (che poi spara al lato) e i passettini carichi di incertezza di Zazà sono il manifesto azzurro di Euro 2016. Come il biscotto di Svezia-Danimarca nel 2004 o il cucchiaio di Totti quattro anni prima.



LE FAVOLE. E’ stato soprattutto l’Europeo delle favole, delle sorprese. Due nomi su tutti: Islanda e Galles. L’isola scandinava grazie alla sua Nazionale, è riuscita a coinvolgere un’intera popolazione, scopertasi innamorata all’improvviso di uno sport che fino a venti anni fa sembrava impraticabile, soprattutto per via delle condizioni climatiche. E che dire poi del Galles, di gran lunga la rappresentante più dignitosa e orgogliosa del Gran Bretagna a questi Europei. I Dragoni non si erano mai qualificati ad un Europeo. Meritano una menzione particolare, poi, anche Ungheria e Irlanda del Nord. La prima si è qualificata al primo posto nel girone dei futuri campioni. La seconda, invece, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo giungendo fino agli ottavi, uscendo a testa alta. E infine il Portogallo che a Parigi si riprende il titolo dodici anni dopo.


IL GEYSER SOUND DEGLI ISLANDESI. Ha conquistato rapidamente tutti, con diverse nazionali che l’hanno adottato per celebrare le proprie vittorie insieme al pubblico. Una sorta di “Haka” in cui gli “hu” scanditi a voce e il battito di mani ritmato e sempre più veloce creano un’atmosfera unica, di profonda unione tra giocatori e tifosi. Commovente quella con cui l’Islanda ha ringraziato i propri sostenitori dopo l’eliminazione.

LE DELUSIONI. Sono state tante. A partire soprattutto dalla solita Inghilterra che in ogni competizione di livello riesce a confermarsi su livelli davvero bassi. E’ finito anche il ciclo della grande Spagna, che si è definitivamente eclissato dopo 4 anni di dominio incontrastato. Ha deluso pure il Belgio, che tra mondiale e europeo, con un parco giocatori di prim’ordine, ha abbandonato anzitempo ai quarti di finale anche questa volta.

LA ROVESCIATA DI SHAQIRI. Il gol più bello resta quello del giocatore svizzero che ad un certo punto, contro la Polonia, si è staccato da terra per esibirsi in una rovesciata da copertina dell’album degli Europei.

LE LACRIME. Quelle di Cristiano Ronaldo, azzoppato dopo 16 minuti da Payet ed escluso dall’ultimo atto. E quelle in diretta tv di Barzagli dopo l’uscita dal torneo “C’era la voglia di stare insieme”. Una frase dal sapore di calcio antico.

I FLOP. Quello di Paul Pogba, atteso alla sua definitiva consacrazione e invece ha dimostrato di non valere assolutamente i 120 milioni offerti dal Manchester United. Quello di Muller, che non ha mai trovato la via del gol in questo Europeo. Quello di Ibrahimovic, mai incisivo in questa Svezia.

EDER EROE PER CASO. Nella stagione appena conclusa aveva segnato zero gol nello Swansea e sei nel Lille. In questo Europeo ha giocato pochissimo, prima della finale ero sceso in campo solo per cinque minuti. Poi a metà ripresa della finale Fernando Santos lo manda in campo e lui in pochi minuti scrive la storia del calcio portoghese.

LOW CHE SI INFILA LE MANI DAPPERTUTTO. In mondovisione e in piena tranche agonistica il ct tedesco allenta la tensione infilandosi le mani nei pantaloni o sotto le ascelle. Non proprio gesti signorili.

I TABU’ SFATATI. Germania mai vincente in una fase finale contro l’Italia. La Francia che non aveva mai battuto la Germania. L’Italia che non vinceva contro la Spagna da 22 anni. Il Portogallo che contro la Francia in partite ufficiali aveva sempre perso.

Ci siamo dimenticati qualcosa? Secondo voi cosa resterà di questo Europeo?

3 commenti:

Mattia ha detto...

La tifosa albanese che ha stregato tutti. Non ricordo il nome ma ricordo che è una grande gnocca.

Gaetano ha detto...

Non ho alcun dubbio...ricorderò sempre IL GEYSER SOUND DEGLI ISLANDESI.
Vedere una intera curva muoversi all'unisono con i propri beniamini è qualcosa che mette i brividi.
Grandi, davvero grandi

Mark della Nord ha detto...

Mister "38 milioni di ingaggio in due anni e mezzo"(!!) che avrebbe voluto spaventare Neuer con gesti inappropriati (e antisportivi) e Zaza che se la fa sotto dalla paura al momento di calciare il rigore.
Per il resto è stato un europeo scadente (il peggiore che ricordi) a cui hanno preso parte giocatori e squadre mediocri, compreso il modestissimo Portogallo.
Di cui non sentiremo parlare nei prossimi 30 anni, come è avvenuto per la Grecia.
Ancora non riesco a capacitarmi che uno degli elementi decisivi sia stato Quaresma.