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martedì 5 aprile 2016

CIAO CESARONE, CAMPIONE DI UN CALCIO CHE NON C'E' PIU'

Dici Cesare Maldini e mi viene di pensare all’Under 21, a quell’Under 21 che lui-e-solo-lui è riuscito a portare sul tetto d’Europa per tre edizioni consecutive. Dici Cesare Maldini e pensi a Renato Buso, a quel golden gol di Orlandini contro il Portogallo di Rui Costa e Figo, ai rigori contro la Spagna di Raul (e in quell’Italia c’era gente come Totti, Cannavaro, Toldo, Nesta, Panucci, Tommasi). Ma Cesare Maldini è stato altro. E’ stato difensore del Milan per molti anni. E’ stato il primo italiano a sollevare la Coppa Campioni, nel 1963, a Wembley, dopo la vittoriosa finale contro il Benfica. E’ stato vice di Bearzot nella fortunata e vincente spedizione Mundial del 1982. E’ stato commissario tecnico della Nazionale Maggiore dal 1996 al 1998. E’ stato uno di quei personaggi capaci di farsi amare a prescindere dalla fede calcistica.
Cesarone (come molti amavano chiamarlo) Maldini se ne è andato sabato notte all’età di 84 anni. A comunicarlo è la famiglia che con una breve nota "annuncia con immenso dolore la scomparsa di Cesare nella notte tra sabato e domenica".
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Era nato a Trieste il 5 febbraio 1932, militò nel Milan dal 1954 al 1966 disputando 347 partite (con 3 gol) e vincendo 4 scudetti, una coppa Latina e, come detto, nel 1963, da capitano, alzò nello stadio di Wembley, la prima coppa dei Campioni conquistata dal Milan (e dal calcio italiano) dopo aver battuto il Benfica di Eusebio. Con la maglia azzurra ha disputato 14 partite, tra cui 2 nel Mondiale del 1962 in Cile.
Dal 1967, conclusa la carriera da calciatore, diventa allenatore: prima al Milan come vice di Nereo Rocco per tre stagioni, poi al Foggia, alla Ternana e quindi con il Parma, che Maldini porterà dalla C1 alla Serie B. Nel 1980 diventa vice di Enzo Bearzot in Nazionale. Sei anni dopo inizierà un decennio alla guida dell'Under 21, con la quale vince il campionato europeo per 3 edizioni consecutivi (nel 1992 contro la Svezia, nel 1994 contro il Portogallo grazie ad un golden gol di Orlandini, nel 1996 ai rigori contro la Spagna di Raul).
Dal 1996 al 1998 fu allenatore della Nazionale “maggiore”, che ai Mondiali del 1998 venne eliminata ai quarti di finale dalla Francia che vinse poi il torneo. Maldini si dimise subito dopo quei Mondiali. Nell’ultima parte di carriera, Maldini fu capo degli osservatori del Milan, allenatore del Paraguay (che ai Mondiali del 2002 portò fino agli ottavi di finale, dove fu eliminato dalla Germania) e dal 2012 a pochi mesi fa commentatore tecnico per al Jazeera.
Maldini ha avuto il raro privilegio di essere figlio di paròn Rocco, fratello minore del vecio Bearzot, e padre di Paolo, uno dei più grandi difensori della storia del calcio mondiale. Ma soprattutto era un campione di eleganza in campo e di sobrietà fuori. Mai un gesto fuori luogo, mai una parola di troppo. Uno di quei personaggi che è impossibile non amare e che ti fa andare ben oltre il tifo calcistico.
Una bella persona, direbbe qualcuno. Un grande uomo prima che un grande calciatore, direbbe qualcun altro. Più banalmente io direi, uno di quei personaggi che fanno bene al calcio e di cui sentiremo la mancanza. Ciao Cesarone.

2 commenti:

Brother ha detto...

Chi era Cesare Maldini e cosa rappresentava non c'è nemmeno bisogno di scriverlo. Se un personaggio del calcio viene ricordato e "celebrato" in modo unanime da tutti i tifosi senza distinzione di tifo e colori, allora vuol dire che quando era in vita è stato capace di farsi amare ed apprezzare da tutti, nessuno escluso.

Mattia ha detto...

Ricordo l'imitazione che faceva di lui Teo Teocoli. Forse anche grazie a quella imitazione divenne ancora più amato ed apprezzato da tutti.